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Europa tra V e VI sec.
Due gli elementi di novità:
1. regni distinti, ancora instabili e in evoluzione, ma che avevano spezzato
l'antica unità dell'occidente
2. egemonia dei Germani, militare e anche politica. Rimasero comunque le
istituzioni sociali e politiche precedenti, perché era impensabile per i
barbari distruggerle e ricostruirle. Per questo cercarono di stabilire forme di
coesistenza
I processi di decadenza nella società romana d'occidente si erano comunque
fatti evidenti:
crisi delle città:
processo di ruralizzazione (la campagna diventa il luogo principale di organizzazione della vita economica e sociale, intorno alle grandi proprietà fondiarie)
Le grandi proprietà offrivano sopravvivenza e mezzi di vita:
qui si sviluppa una produzione artigianale di tessuti, attrezzi agricoli, utensili
assicurano difesa e protezione (spesso difese dai buccellari)
il proprietario gode di immunità fiscale e amministra la giustizia sugli abitanti delle sue terre
è
dunque un centro di potere sociale e politico
Sono la base dell'aristocrazia senatoria, costituita da famiglie ricche di
origine romana. Ricopre cariche municipali e esercita influenza su clienti,
contadini e coloni, oltre che schiavi, così da diventare mediatrice tra
occupanti e popolazioni locali.
I principali elementi di coesione delle popolazioni latine furono
l'organizzazione religiosa e le strutture della Chiesa (città sede di vescovo e
monasteri).
Il ruolo civile e politico delle istituzione ecclesiastiche si amplia dopo la
caduta dell'impero per:
indebolirsi e venire meno delle strutture civili e apparati di governo
compenetrazione tra alto clero e aristocrazie: accelerò il processo di
fusione delle due culture e accrebbe il prestigio sociale della nuova religione
I vescovi ebbero funzioni ecclesiastiche e civili:
assistenza degli abitanti nelle città abbandonate dai funzionari romani
compiti amministrativi e giudiziari
difesa
rappresentanti nei rapporti coi barbari
I barbari cercarono comunque di preservare la propria identità tribale e
nazionale, continuando a costituire gruppi distinti dalla popolazione romana,
con usi e costumi propri e insediati in zone ristrette, intorno a centri
importanti strategicamente o politicamente (capitali).
Conservarono un proprio diritto, che privilegiava la personalità del diritto
(varia a seconda del gruppo etnico cui si appartiene), piuttosto che la
territorialità (la legge è uguale per tutte le popolazioni su un territorio).
Alcune delle raccolte di leggi:
Visigoti
Burgundi
Franchi
Mancava un vero e proprio diritto pubblico, sostituito
da una regolamentazione tra capi guerrieri e singoli individui. Nel diritto
penale era diffusa la faida (vendetta) e l'ordalia (giudizio divino),
conciliazioni.
Nell'ambito religioso aderirono tutti (tranne i Franchi) all'arianesimo, più
congeniale alla mentalità dei popoli guerrieri che faticavano a riconoscere in
Cristo la natura divina e lo intendevano come un inviato di Dio, con gli stessi
poteri che l'antica religione attribuiva ai capi germanici.
Subirono però anche inevitabilmente l'infulenza della civiltà romana e latina:
verso la metà del VI sec. scomparvero le lingue germaniche sostituite dal latino
influenze del diritto romano
arretramento della religione ariana, per
conversione dei re e per la diffusione del cattolicesimo tra la popolazione
Più lenta fu invece l'assimilazione etnica (matrimoni misti a lungo proibiti).
BISANZIO
Lo Stato Bizantino continuò la tradizione romana in Oriente tra il 330
(fondazione di Costantinopoli) e il 1453. comprendeva territori europei,
asiatici e nordafricani e per questo aveva caratteri 'europei' e anche
'asiatici'. Culturalmente importante era l'elemento greco e orientale.
Si possono distinguere tre periodi:
1. periodo protobizantino (IV-VIII sec.): fusione di tradizioni antiche ed
elementi di novità. Si definiscono le caratteristiche del nuovo Stato, con
fusione e intregrazione di tre elementi:
tradizione statale romana
cultura greca
religione cristiana
2. periodo mediobizantino (VII-XIII sec.):
caratteristiche medievali
3. periodo tardo bizantino (XIII-XV): perdita di importanza e prestigio, fino
alla sparizione
Lo Stato Bizantino dal 330 al 527
Bisanzio riuscì a mantenere più a lungo del mondo occidentale caratteristiche
'antiche':
1. grazie alla sopravvivenza di un'articolata tradizione statale
forte pressione fiscale (fiscalismo) su centri urbani e attività manufatturiere e industriali e sulle campagne
prestigio della moneta
2. per una maggiore continuità della vita cittadina e dell'attività commerciale
(grandi metropoli sono anche Antiochia, Alessandria, Gerusalemme)
Dopo la riforma di Costantino, l'area orientale fu divisa in due prefetture:
Oriente e Illirico; a capo di ognuna c'era un pregetto del pretorio, sotto cui
stavano le diocesi e sotto ancora le province. Costantinopoli era invece retta
da un prefetto a sé, il prefetto cittadino.
La riorganizzazione statale di Costantino non prevedeva norme precise per la
successione alla carica di imperatore né una procedura fissa di investitura e
col tempo questo costituirà un fattore di instabilità istituzionale (tentativo
di costituzione di linee dinastiche che rendano ereditaria la carica).
Se la tradizione romana richiedeva che il neoeletto ricevesse il favore dei
numi e l'acclamazione di popolo e senato, in Oriente, questo si sostituì con
l'incoronazione per mano del patriarca di Costantinopoli e l'acclamazione
dell'esercito.
Il ruolo dell'imperatore come protettore della fede cristiana comportava uno
stretto legame tra elemento civile e religioso. Per questo l'imperatore
convocava concili, che spesso si occupavano delle eresie. La più grave per lo
Stato bizantino fu il monofisismo, fattore di instabilità anche politica. Zenone
(474-475 e 476-491) tentò di risolverlo con un compromesso: l'Editto
dell'Unione o Henòtikon (482), ma scontentò entrambe la parti e fu
scomunicato.
Importante era diventato anche il ruolo economico della Chiesa (riceveva
donativi e promuoveva la realizzazione di ospedali e ricoveri e acquisiva
terre). E fu in area orientale che sorse prima il monachesimo, nato in Egitto
tra III e IV sec. e da qui diffusosi.
Costantinopoli cominciò a pretendere un ruolo religioso conforme al ruolo
politico (era ancora Roma la sede apostolica per eccellenza): nel 451 (concilio
ecumenico di Calcedonia) si giunse a una formulazione che garantiva al papa
romano il primato della Chiesa, ma tutti gli altri vescovi erano pari in
occidente come in oriente. Ma alla lunga questa situazione generò contrasto tra
le due sedi.
Il nuovo organismo statale di Costantino dipendeva molto dall'esercito, che
ebbe sempre più peso: truppe mobili e veloci contro attacchi esterni ed
eventuali insurrezioni interne. L'esercito di frontiera (i limitanei) venne
ridotto e mutato: in cambio del servizio il milite otteneva un appevvamento di
terra da coltivare di cui era proprietario. Il sommo potere militare venne
affidato a un 'maestro di milizie' a Roma e a uno a Costantinopoli.
A premere sull'impero bizantino c'erano:
1. i barbari
Visigoti e Unni penetrarono in Tracia nel 378 vincendo ad Adrianopoli (morte dell'imperatore Valente); Teodosio riesce però a legare i vincitori in un piano di assorbimento nell'impero, concedendo autonomia, esenzione fiscale, compensi. Ne derivò una germanizzazione dell'esercito e un aumento del prelievo fiscale per pagare i militari
Le
varie popolazioni barbare vengono impiegate le une contro le altre, favorendo
mutamenti di alleanze utili all'impero. Odoacre ad esempio governò l'Italia
come rappresentante dell'imperatore di Costantinopoli che faceva così sentire
la sua autorità; in seguito l'ostrogoto Teodorico fu spinto in Italia per
abbattere Odoacre (si è liberato di due presenze scomode)
2.
Anastasio (491-518)
Caratteristiche del suo impero:
1. misure economiche e finanziarie per alleggerire le tasse sull'attività
produttiva e commerciale delle città
2. pagamento dell'annona in moneta (e non in beni)
3. coemptio: acquisto forzoso a bassi prezzi fissati dallo Stato di
prodotti agricoli
Giustiniano (527-565)
Renovatio imperii: programma politico per dare all'impero un'estensione
geografica pari a quella dell'antico impero.
Politica estera: 1. linea verso le popolazioni barbariche
i
barbari esercitano il potere per sua delega e dopo averne riconosciuto
l'autorità
2. linea verso l'impero persiano. Ha conquistato
Tappe
1. campagna d'Africa (contro i Vandali). Il generale Belisario attaccò
nel 533 e vinse anche se la guerriglia durò fino al 548. furono poi conquistate
Corsica, Sardegna e Baleari
2. campagna d'Italia (contro gli Ostogoti). Usò come base di partenza
l'Africa e si attuò alla morte di Amalasunta (535) simpatizzante del potere di
Costantinopoli e assassinata dal cugino coreggente Teodato. Fu questo il casus
belli: nel 535 partì l'offensiva dalle direttrici est (Dalmazia) e sud
(Sicilia) con marce su Napoli e Roma (536).
Quando gli Ostogoti detronizzarono Teodato per sostituirlo con Vitige le cose
si fecero difficili: i Bizantini furono assediati a Roma e dovettero ripiegare
su Ravenna che fu occupata nel 540 (Vitige condotto a Costantinopoli).
L'anno successivo gli Ostrogoti si risollevarono con Totila che nel 546 prese
Roma, e successivamente
La necessità di uomini e mezzi aveva portato a una diminuzione della presenza
bizantina sulla frontiera danubiana. Popolazioni slave cominciarono a
riversarsi nella penisola balcanica e fino all'Egeo (slavizzazione dei balcani
che continuerà per tutta l'età successiva)
3. fronte persiano:
patto di pace perpetua con Cosroe (532): per potersi dedicare al fronte occidentale Giustiniano fa delle concessioni
pagamento alla Persia di un tributo per la difesa delle fortezze del Caucaso contro i barbari settentrionali
540:
Cosroe annulla la pace: le sue truppe arrivano in Siria (Antiochia) e in
Armenia, fino al mar Nero. Giustiniano pagò un ulteriore tributo per non dover
combattere, finchè nel 562 stabilì un oneroso trattato di pace cinquantennale:
Costantinopoli dovette corrispondere tributi in oro alla Persia, con
conseguente aumento della pressione fiscale
Politica interna
Fondamentale la cerchia dei collaboratori:
1. la moglie Teodora
2. i generali Belisario e Narsete
3. il giurista Triboniano
4. il prefetto del pretorio Giovanni di Cappadocia
Tappe:
1. 532: rivolta di Costantinopolo detta Nika: esponenti
dell'aristocrazia. Sedata con le armi.
2. Attività edilizia e fortificazione difensiva
3. Istituzioni di governo: non prosegue con la separazione tra potere politico
e militare di Costantino, ma affida maggior potere a un elemento o all'altro a
seconda di quello che serve in determinate regioni
4. Moralizzazione delle attività dei funzionari imperiali
Aumento di stipendi per dare dignità al ruolo e distoglierli dalle
vessazioni sui contribuenti
Legislazione
Corpus iuris civilis (base giuridica dello Stato): codificazione del
diritto romano, con sua interpretazione alla luce del cristianesimo e della
tradizione ellenica.
Aumenta l'intolleranza per ogni altro credo e per il paganesimo, ma c'è anche
una maggiore umanizzazione del rapporto con gli schiavi (ormai cmq limitato
alla sfera domestica, mentre nei campi sono usati i coloni, vincolati alla
terra)
Il Corpus fu costituito in più fasi:
1. uso del Codex Theodosianus (del 438, che comprendeva tutti gli editti
imperiali da Costantino in poi) e di altri: raccolta di tutti gli editti
imperiali da Adriano in poi (76-138). Fu detto Codex Iustinianus (529)
2. Digesto (533): raccolta degli scritti dei giuristi classici romani
3. Institutiones (533): sunto del Codex e del Digesto
4. Novellae: serie di leggi che non costituiscono una raccolta organica
(in greco, perché usavano la lingua del quotidiano)
Economia 1. Crescente impoverimento dei piccoli proprietari e espansione
del latifondo
2. Ricca vita urbana (in Oriente, non in Occidente)
Interessi commerciali e manifatturieri
Commerci internazionali verso India e Cina (importazione di seta,
esportazione di stoffe e manufatti), aggirando
Possesso dei bachi da seta e produzione di seta
Cultura
Giustiano è esempio del cesaropapismo: legato al papato che gli permette di
agire come imperatore romano e ciastiano, legando la difesa dell'impero a
quella dell'ortodossia religiosa
1. 553: promozione di un concilio ecumenico per mediare tra ortodossi e
monofisiti, senza grossi risultati
2. azione congiunta militare e religiosa, con conversione di molte popolazioni
barbare
3. 529: proibizione dell'insegnamento ai pagani (chiusura dell'Accademia di
Atene fondata da Platone)
Bilancio dell'impero giustiniano:
1. straordinaria rivalutazione del ruolo imperiale
2. recupero del carattere romano dell'impero bizantino
3. ultimo tentativo di unificare il mondo mediterraneo (prima della frattura
della conquista islamica e del passaggio al Medioevo)
4. assolutismo totale
5. cieca volontà uniformatrice che indebolì gravemente intere regioni
(soprattutto quelle occidentali), fiaccò le campagne e non tenne conto delle
differenze locali
Italia settentrionale: invasa dai Longobardi con Alboino dal 569
Spagna: torna nelle mani dei Visigoti all'inizio del VII
Africa
settentrionale: espansione islamica a metà del VII
6. creazione di un impero senza basi solide, privo di una rete di rapporti tra
economia, società e istituzioni (forza dell'impero romano)
Bisanzio entra nel Medioevo (VI-VII sec.)
I decennisuccessivi a Giustiniano videro le difficoltà dell'imper di fronte ai
nuovi avversari sul fronte mediterraneo e balcanico:
1. fronte settentrionale: invasioni delle popolazioni slave, fino al Mare
Adriatico e a quello Egeo. I territori passati agli Slavi furono detti
Sclavinie
2. nuova contrapposizione con
rifiuto di Giustino II (565-578) di pagare i tributi stabiliti dalla pace
questione dell'Armenia contesa tra i due stati
Maurizio
(582-602) concluse nel 591 una pace favorevole ai Bizantini
Il centurione Foca a capo dell'esercito sul fronte danubiano lo uccise e
divenne imperatore, ma i Persiani con la scusa di vendicare Maurizio
attaccarono l'impero e giunsero fino a Calcedonia (605).
Maurizio aveva riorganizzato i resti dell'impero in Italia e Africa sotto forma
di esarcati (con centro in Ravenna e Cartagine), territori capaci di autodifesa
in regioni ormai ostili. Il potere militare e civile era riunito nelle mani
dell'esarca. Da Cartagine Eraclio mandò il figlio in aiuto a
Costantinopoli: eliminò Foca nel 610 e divenne imperatore.
Eraclio (610-641)
1. Insuccessi contro
2. Dal 620 la situazione mutò a favore di Bisanzio, grazie all'accresciuta
importanza della cavalleria leggera armata di arco e frecce (influenza barbara)
3. 626: attacco di Slavi, Avari e Bulgari a Costantinopoli, alleati coi
Persiani. Vittoria Bizantina.
4. 627-628: entrata delle truppe bizantine in territorio persiano, con recupero
di Armenia, Mesopotamia, Siria, Palestina ed Egitto. Disordini interni per
Comincia
1. 636: gli Arabi sotto il califfo Omar sconfissero i Bizantini presso lo Yarmùk,
affluente del Giordano:
resa di Antiochia (sede patriarcale)
perdita della Siria
2. 638: caduta della Palestina con Gerusalemme
3. 639-640: presa della Mesopotamia da parte degli Arabi; avanzata verso
Armenia ed Egitto
4. 642: perdita di Alessandria, con ingresso degli Arabi in Africa
Settentrionale ed Egitto
Organizzazione dell'impero: l'impero viene sentito come un grande avamposto da
difendere e viene organizzato in temi, al comando di uno stratego. Il termine
tema indica un corpo d'armata (themata) e passò quindi a indicare le
nuove circoscrizioni militari in cui erano stanziati i corpi d'armata. Il
processo cominciò in Asia Minore, che poteva essere meglio difesa e disponeva
di organizzazione urbana, ormai scomparsa in area balcanica. Lo stratega, come
l'esarca, assommava potere mulutare e civile e i temi raggruppavano più
province.
Vi furono anche mutamenti nell'esercito: ai tempi di Giustiano era in gran
parte mercenario (reclutamento dietro pagamento) ma ora allo Stato viene meno
la possibilità finanziaria di sostenere i militari, che vengono pagati con
l'assegnazione di terreni. Si ricostituì così una piccola proprietà terriera e
si ripristinarono i limitanei (soldati di frontiera), militarizzando i
contadini anche nelle retrovie.
L'affermazione dei temi, indizio di decentramento, comportò la fine della
prefettura del pretorio, cardine della burocrazia accentratrice dell'impero
universale. Le amministrazioni fiscali del VII sec. furono pronvinciali, più
autonome e alle dipendenze di funzionari detti logoteti.
La vita urbana ebbe un declino, sia per il passaggio di grandi capitali come
Alessandria e Antiochia agli arabi, sia per una diminuzione di popolazione.
Si andò allo stesso tempo affermando il carattere greco dell'impero: in campo
ufficiale e letterario nil latino è soppiantato, l'imperatore è ora basileus,
oltre che pistòs en Christò (componente cristiana: fedele in Cristo). La
chiesa ebbe più autonomia rispetto all'epoca giustinianea.
Bisanzio tra VII e VIII sec.
Bisanzio ridusse le sue aspirazioni e si trasformò: mirava alla sopravvivenza
non come impero universale, ma come potenza del Mediterraneo orientale.
La prova della validità dell'organizzazione in temi fu data dalla resistenza
agli Arabi attraverso Armenia e Asia Minore. Nel 678 la flotta araba che
tentava di attaccare Bisanzio via mare fu sconfitta con la miscela esplosiva
nota come 'fuoco greco'.
Tra VII e VIII sec. Bisanzio perse comunque gli ultimi avamposti in Africa
Settentrionale e questo permise agli Arabi di conquistare
La
1. fu il primo imperatore a visitare Roma dopo il 476
2. promosse campagne contro i Longobardi (partecipò di persona)
3. stabilì la sua residenza a Siracusa
Nel 680 i Bulgari di origine turca sconfissero i bizantini e si insediarono tra
Danubio e Balcani, con costituzione del regno bulgaro, prima entità statuale
indipendente su territorio bizantino.
Con Giustiniano II (685-695 e 707-711) si procedette a un'ambiziosa
campagna di ristabilimento del potere bizantino nei Balcani, ormai avvertiti
come area nemica: gli Slavi furono più volte sconfitti e deportati in Asia
Minore per rafforzarvi le posizioni bizantine. Si istituirono temi anche in
Europa balcanica. Gli slavi erano contadini-soldati che ridavano vita
all'economia e difendevano l'impero.
La vita cittadina tendeva a scomparire, mentre cresceva l'importanza del
villaggio, considerato dalle legislazioni: la 'legge agraria' prevedeva la
libertà del nuovo contadini, non soggetto a obblighi verso un signore, che
doveva versare una tassa personale e una sul terreno occupato.
Tra Stato e chiesa cominciarono i primi segni di attrito dopo il cesaropapismo
giustinianeo e la collaborazione nell'epoca di Eraclio. L'atteggiamento
imperiale fu molto severo nei confronti di papa Martino, eletto senza il
benestare dell'esarca di Ravenna, e del teologo ortodosso Massimo Il
Confessore, sospettato di complottare contro Costantinopoli insieme
all'esarca cartaginese. Entrambi furono deportati.
Importante fu il Concilio Quinisesto (691) che documenta la persistenza di
pratiche pagane nelle campagne ed evidenzia le divergenze tra Costantinopoli e
Roma.
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