Congresso di Vienna
Congresso che si tenne a Vienna (novembre
1814 - giugno 1815), per ripristinare l'assetto territoriale degli stati
europei, al termine delle guerre napoleoniche.Vi
parteciparono rappresentanti di tutti gli stati europei,
con l'eccezione dell'impero ottomano. Tra i sovrani ebbe un ruolo
preminente lo zar Alessandro I, che si fece promotore di cause impopolari come
l'istituzione di una Polonia autonoma e l'unificazione degli stati tedeschi.
Tra i diplomatici spiccò la personalità del principe Klemens von Metternich,
ministro plenipotenziario asburgico e presidente del congresso.Le quattro
potenze principali (Gran Bretagna, Russia, Prussia e impero asburgico)
stabilirono di comune accordo che Spagna, Francia e le piccole potenze
sconfitte fossero escluse dal partecipare alle decisioni più importanti;
tuttavia, grazie all'abilità del suo rappresentante Charles Maurice de
Talleyrand-Périgord, la restaurata monarchia francese di Luigi XVIII venne
riammessa a prender parte alle trattative. La Gran Bretagna era rappresentata
dal ministro degli Esteri Robert Stewart, visconte di Castlereagh e dal
generale Arthur Wellesley, duca di Wellington, mentre il delegato prussiano era
il principe Karl August von Hardenberg.
Le decisioni principali
Per assicurare la pace in Europa, il congresso di Vienna tentò
di creare le condizioni di uno stabile equilibrio tra gli stati, riducendo, e
poi mantenendo sotto controllo, la potenza francese. I confini della Francia
tornarono a essere quelli del 1792 (ma con la cessione alla Gran Bretagna di
Tobago, Santa Lucia e dell'Ile-de-France, comprese le dipendenze nell'oceano
Indiano, e alla Spagna della parte orientale di Santo Domingo), mentre tutti
gli stati confinanti furono rafforzati e dotati di contingenti militari
stabili, forniti dalle maggiori potenze vincitrici.La repubblica olandese si
fuse con i Paesi Bassi asburgici, formando un nuovo regno sotto la dinastia
degli Orange-Nassau; la Prussia ottenne la Pomerania svedese, la Sassonia
settentrionale e alcuni territori alla sinistra del Reno; il regno di Sardegna,
tornato ai Savoia, inglobò l'ex repubblica di Genova. L'impero asburgico
compensò la perdita dei Paesi Bassi con l'acquisizione della repubblica di
Venezia (e i suoi possedimenti sull'Adriatico), che insieme alla Lombardia andò
a formare il regno del Lombardo-Veneto, posto sotto il governo di un viceré
austriaco.Lo zar riuscì ad avere il pieno controllo del restaurato regno di
Polonia, per controbilanciare l'espansione russa verso ovest, mentre il regno
di Svezia (allora sotto Carlo XIV) venne rafforzato con il possesso della
Norvegia. Venne costituita una Confederazione germanica formata da 39 stati
sovrani, che comprendeva parte della Prussia e dell'impero asburgico, al cui
regnante fu affidata la presidenza dell'organo centrale della Confederazione,
la Dieta di Francoforte. I cantoni svizzeri si riunirono in una confederazione,
alla quale vennero garantite indipendenza e neutralità.In Italia, oltre al
Lombardo-Veneto, l'Austria ottenne anche il controllo indiretto del ducato di
Parma assegnato a Maria Luisa d'Austria, moglie di Napoleone; del granducato di
Toscana di Ferdinando III di Lorena, fratello dell'imperatore; e del ducato di
Modena e Reggio, posto sotto Ferdinando IV di Asburgo-Este. Il regno di Napoli
tornò a Ferdinando IV di Borbone e nel 1817, con l'acquisizione della Sicilia,
costituì il regno delle due Sicilie; lo Stato Pontificio fu restituito a papa
Pio VII.La Gran Bretagna ottenne territori strategici dal punto di vista
commerciale e per il controllo delle rotte marittime: l'isola di Helgoland,
Malta, le isole Ionie, Maurizio, Ceylon (attuale Sri Lanka) e il capo di Buona
Speranza. Il congresso di Vienna, che riuscì ad assicurare quasi un
quarantennio di pace all'Europa, prese anche importanti decisioni riguardo
l'abolizione della tratta degli schiavi e la tutela della libertà di
navigazione sui fiumi che attraversavano più stati o costituivano il confine
tra uno stato e l'altro.