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MICENE
Superando la strettoia di
Dervenakia, per alcuni chilometri nell'Argolide si trova la cittadella di
Micene «ricca d'oro», che dà nome alla più importante civiltà greca dell'età
del Bronzo, la civiltàmicenea.
Micene sorge su una collina (278 m slm), stretta e protetta da due cime elevate
e scoscese (il Sara e il Prophitis Ilias), secondo la tradizione la città fu
fondata da Perseo figlio di Zeus e di Danae. Successore di Perseo fu Atreo
figlio di Pelope e di Ippodamia. A seguito dell'odio che Atreo provava per il
fratello Tieste, in un banchetto gli diede da mangiare i suoi propri figli,
attirando così su di lui e su tutti i discendenti la maledizione degli déi e di
Tieste (per il seguito vedi le apposite voci).
I micenei, chiamati achei da Omero, possono identificarsi con le tribù che
giunsero in Grecia verso il 2000 a.C. a seguito della grande migrazione
indoeuropea.
L'alfabeto in uso a Micene era il lineare B. verso al 1400 a.C. i micenei
conquistano il centro della civiltà minoica, Cnosso, e nel 1200 a.C., guidati
da Agamennone della dinastia degli Atridi, essi figurano tra gli eserciti greci
che combatterono nella guerra di Troia, narrata da Omero nell'Iliade.
Molto presto la supremazia di Micene ebbe fine, a causa delle rivalità tra le
varie città stato, aggravata, nel tardo XII secolo a.C., dall'invasione di
un'altra popolazione, i dori, provenienti dal nord.
Durante le guerre persiane Micene inviò un contingente di 80 uomini alla
battaglia delle Termopoli e insieme a quelli di Tirinto 400 uomini a Platea.
Per questo gesto ebbero l'onore di vedere scritti sul tripode che dedicarono a
Delfi le città che avevano partecipato alla battaglia. Gli Argivi non avevano
tollerato tale distinzione onorifica quindi nel 468 a.C. conquistarono
l'acropoli e distrussero le mura, Micene non riconquistò più il suo originario
splendore e mai più fu ricostruita.
Le rovine di Micene comprendono, le grandiose fortificazioni (che raggiungono i
6-8 m di spessore), in cui si apre il monumentale passaggio di nord-ovest la celebre
Porta dei Leoni.
Oltre la Porta dei Leoni a destra vi sta il Granaio edificio in uso fino alla
distruzione dell'acropoli. Subito dopo il Granaio si erge il Circolo Funerario
A con 6 tombe reali, dalle quali furono rinvenuti diversi oggetti quali: le
maschere d'oro, spade in bronzo con impugnature in oro e avorio, pugnali
decorati in oro, vasi e gioielli aurei.
Oltre alle rovine del Palazzo Reale, straordinarie appaiono le
testimonianze funerarie, come la tomba di Agamennone, la tomba di Clitennestra,
la tomba di Egisto ecc.ecc. portate alla luce nel 1876 e nel 1878 da Heinrich
Schliemann.
MICENE - La
porta dei Leoni
LA SOSTA NOTTURNA sul piazzale antistante gli scavi e' VIETATA
Micene (scoperta nell'800 dal celebre archeologo tedesco Schliemann).
All'area archeologica di Micene si accede attraversando la principesca ' Porta dei Leoni', all'interno della quale si possono ammirare le tombe reali e le maestose mura di fortificazione che un tempo difendevano la ricchissima citta'.
Assolutamente da vedere il 'Tesoro di Atreo', una tomba monumentale scavata nel fianco della collina a sinistra della strada che porta alla cittadella fortificata.Il giorno dopo, sempre molto mattinieri, imbocchiamo la strada che da Nafplio, passando per Epidauro (naturalmente sosta al bellissimo e ottimamente conservato teatro) arriva allo spettacolare stretto di Corinto. Da qui, con la caotica autostrada E94, ad Atene ed al suo porto, il Pireo.
°°°°°°°°°Erede della civiltà minoica, stretta dalla sua alta posizione, uno dei più imponenti e suggestivi monumenti della Grecia arcaica: Micene. Antichi miti volevano che questa città-fortezza fosse stata guidata dalla dinastia degli Atridi dalle cui vicende trassero larga materia i poeti epici e tragici quali ad esempio Omero nella celebrazione di Agamennone posto alla testa dei principi contro Troia. Lo splendore di questa città è confermato dalla magnificenza dei ritrovamenti archeologici che gli scavi dello Schlieman hanno portato alla luce.
L'acropoli rappresenta un tipico esempio di organizzazione delle polis micenee. Essa sorge su un irto colle roccioso triangolare. Caratteristica e insieme nota di particolare interesse storico-archeologico dell'acropoli sono le pesanti mura ciclopiche costruite presumibilmente nell'ultimo periodo della civiltà micenea e che ben conservate la circondano completamente. A sinistra della strada che porta alla rocca, si notano gli ingressi di piccole tombe a camera (tra le molte scoperte nella regione). Le tombe a camera o tombe a talamo, abitualmente scolpite su versanti rocciosi consistono in una specie di stanza, un tàlamos, spesso quadrilatero, raramente circolare, accessibile attraverso il 'dromos', cioè una diga che porta all'ingresso del tàlamos. Anche queste sono tombe di famiglia (non individuali), come le tombe a tumulo. I morti venivano depositati sul suolo della tomba, uno accanto all'altro, assieme agli oggetti che li accompagnavano. Raramente li depositavano in pozzi scavati nel suolo delle tombe.
Delle nove tombe a tumulo finora rinvenute a Micene sette sono situate sui versanti a sinistra della strada che porta alla rocca. A destra incontriamo due sole tombe dette di Clitennestra e di Egisto, costruite nell'area della necropoli medioelladica, fuori e sotto la Porta dei leoni. Che fra le due porte da cui si accedeva a Micene è la più suggestiva e insieme meglio conservata, monumentale esempio di perizia architettonica. Inquadrata da quattro monoliti colossali consta di un triangolo di scarico sul quale si trovano scolpiti in bassorilievo due leoni molto stilizzati posti ai due lati di una colonna. La Porta dei Leoni rappresenta nel suo insieme l'espressione più completa dell'arte micenea, sobria, per molti aspetti severa, nella quale si cominciano a ritrovare elementi di ricerca anatomica ma che fondamentalmente mantiene un effetto di solidità e potenza che rispecchia pienamente il carattere di questa civiltà guerriera.
Altro esempio interessante e suggestivo è la cosiddetta Tomba di Agamennone. Per molti anni considerata un esempio arcaico di copertura a volta, in effetti essa rappresenta la geniale situazione di un problema di tipo strutturale per cui, in una tomba nel terreno, una copertura piatta (piana) non avrebbe resistito alla pressione (della terra soprastante), mentre una sovrapposizione graduale di blocchi di pietra a mò di cono hanno permesso che la tomba si mantenesse nel tempo in uno stato di conservazione pressoché perfetto. Anche per quanto riguarda questa tomba, l'entrata, preceduta come per la Porta dei Leoni, da un breve corridoio, è costituita da tre blocchi monolitici e un triangolo di scarico purtroppo non ritrovato.
L'organizzazione interna dell'acropoli micenea è molto interessante per quanto riguarda l'urbanistica. La Porta dei Leoni introduce al 'vigneto reale' e poi, continuando a percorrere i gradini che portano alla cima del colle si giunge al palazzo reale che, dominante l'intera pianura sottostante, è da considerarsi il centro vitale della polis micenea. Al di là delle mura ciclopiche si trovano le cosiddette tombe a tolos della seconda dinastia tra le quali appunto quella di Agamennone. Al loro interno furono ritrovate preziose suppellettili del XVI sec. a.C..
L'orificeria, le armi ageminate, le maschere auree di defunti, quali quella di Agamennone, ritrovati in queste tombe sono tra i più preziosi cimeli dell'arte cretese-micenea, anche se l'influenza cretese è riscontrabile più nel bassorilievo monumentale della Porta dei Leoni che non nella lavorazione dei metalli e delle ceramiche.
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