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Claudio (41-54)
Svetonio (Vite dei Cesari):
Non gli mancò né l'autorità né la dignità del portamento, sia che fosse in piedi che seduto, e principalmente quando riposava. Era infatti di corporatura alta e non magra, aveva bei capelli bianchi, il collo robusto, e una figura prestante. Ma quando camminava, le ginocchia malferme spesso gli si piegavano sotto, ed egli si prestava a molte critiche sia quando scherzava che quando era serio.
Alla morte di Caligola non restava nessuno della famiglia Giulia che potesse assumere il potere e, mentre Senato e congiurati avevano sperato di ristabilire il governo repubblicano, i pretoriani provvidero senza indugio alla successione, proclamando imperatore Claudio, fratello di Germanico. Cagionevole dì salute e di carattere timido, alieno dalla politica e chiuso nei suoi studi, non era stato adottato ne da Tiberio ne da Caligola, e quindi non era passato, come il fratello, nella famiglia Giulia, ma era rimasto nella famiglia equestre dei Claudii. I pretoriani costrinsero il Senato a riconoscerlo imperatore: aveva 51 anni e la tradizione, sulla quale la moderna storiografia pone però molte riserve, ce lo presenta ora sanguinano e venale, ora debole e quasi deficiente, in balia della moglie Messalina (il cui nome rimase simbolo di sfacciata corruzione), di Agrippina Minore e di liberti, come Pallante, Callisto e Narciso, abili ed energici, ma quasi padroni dell'Impero. In realtà fu un uomo meditativo, dotato di buon senso, e dimostrò come imperatore energia e serietà nell'adempimento dei suoi doveri.
La morte violenta di Caligola provava che era sbagliato il programma di imporre a Roma la monarchia assoluta; Claudio dichiarò quindi di riprendere la politica di Augusto favorevole al Senato, restaurò la censura, allontanò da Roma gli astrologi per difendere l'antica religione contro la diffusione dei culti orientali. D'altra parte cercò di migliorare le condizioni delle province, mirando, a differenza di Augusto, ad attenuare la loro inferiorità verso l'Italia, suscitando così l'opposizione di alcuni senatori e cavalieri romani. Questo principe, descritto come un timido studioso, realizzò la conquista della Britannia, che fu ordinata a provincia, e ridusse sotto il dominio romano la Mauritania. Ne trascurò Roma e l'Italia, dimostrando saggezza e tenace volontà nel campo dei lavori pubblici. Così condusse a Roma mediante un magnifico acquedotto, l'Acqua Claudia, e vi portò le acque dell'Aniene, Anio Novus; fece prosciugare il Lago Del Fucino, costruì con criterio nuovo il porto di Ostia in aperta spiaggia, dotandolo di un faro; terminò la Via Claudia Augusta, iniziata da suo padre Druso, che conduceva da Altino al Danubio.
Claudio aveva sposato in terze nozze Valeria Messalina dalla quale ebbe un figlio, Britannico, e una figlia, Ottavia; messa a morte la moglie per la condotta scandalosa, sposò la nipote Giulia Agrippina, vedova di Gneo Domizio Enobarbo e madre di Lucio Domizio, il futuro Nerone, Agrippina si preoccupò di assicurare la successione al figlio; ottenne da Claudio il matrimonio di Nerone con Ottavia e lo spinse ad adottare Nerone, diseredando il figlio Britannico; infine, per evitare cambiamenti da parte di Claudio, lo avvelenò nell'anno 54.
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