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La sinistra al potere




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LA SINISTRA AL POTERE


FINISCE IL RISORGIMENTO E SI APRE UNA PAGINA NUOVA. Con l'annessione del Veneto, di Roma e del Lazio, i problemi dell'unità nazionale erano finiti, ma ora bisognava aiutare il paese a crescere e a svilupparsi. Sarà questo l'obiettivo della Sinistra storica.

Il peso eccessivo delle tasse imposte dalla Destra aveva allargato la distanza fra i gruppi dirigenti e la società italiana.

La Destra inoltre non rappresentava gli interessi e i bisogni del nuovo ceto industriale, che voleva

L'abbandono del liberismo, a favore di una politica economica in grado di 'proteggere' l'industria italiana dalla concorrenza internazionale

La riduzione delle tasse sui consumi (per evitare prodotti invenduti)

Il miglioramento della situazione economica dei lavoratori


Gli interessi degli industriali e quelli dei lavoratori finivano così per coincidere, e fu proprio ciò a dare la maggioranza alla Sinistra nelle elezioni del 1876.


Gli obiettivi della Sinistra infatti erano:

Sviluppo industriale

Miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori

Estensione del diritto di voto

Decentramento amministrativo


LO SVILUPPO DELL'INDUSTRIA. Presidente del Consiglio divenne Agostino Depretis, che aveva basato i suoi comizi su:

Allargamento del suffragio

Elettività dei sindaci

Allentamento e redistribuzione del carico fiscale

Obbligatorietà dell'istruzione elementare


Lo stato cominciò allora a distribuire cospicue sovvenzioni: nacquero così la Pirelli (1872), la Terni (1884), le officine metallurgiche Breda e la prima centrale termoelettrica (il centro di Milano fu il primo d'Europa a essere illuminato elettricamente).


IL PROTEZIONISMO. Il dato saliente della politica economica della Sinistra fu l'abbandono del liberismo e l'adozione di una politica protezionista.


L'imposizione di tasse doganali ebbe però effetti contrastanti:

Agevolò l'industrializzazione italiana

Bloccò le campagne del sud alla coltivazione di cereali (coltura più facile)

Aumentò e aggravò il divario fra Nord e Sud, al punto che proprio in quegli anni si iniziò a parlare di 'questione meridionale


Non a caso in quel periodo crebbe il fenomeno dell'emigrazione, soprattutto verso le Americhe.


LE PRINCIPALI RIFORME. Fra le principali riforme della Sinistra ricordiamo:

La Legge Coppino (1887) che introdusse l'obbligo della frequenza scolastica

La riduzione e poi l'abolizione dell'odiata tassa sul macinato

Una nuova legge elettorale che aumentò i votanti dal 2% al 7% della popolazione

Una prima legislazione sociale che limitava il lavoro dei fanciulli e prevedeva un'assicurazione per gli infortuni sul lavoro

LA 'QUESTIONE SOCIALE'. Prese corpo in quegli anni l'interesse per l'Italia reale, che diede avvio ad alcune grandi inchieste, che misero in luce l'arretratezza di alcune zone del paese.

Si cominciò così a parlare di 'questione sociale', anche per l'influsso crescente, in Italia, delle idee socialiste e di quelle anarchiche

Nel 1892, per iniziativa di Turati Costa e Labriola nacque a Genova il Partito dei lavoratori italiani, poi ribattezzato Partito Socialista Italiano


Anche il mondo cattolico avvertiva l'esigenza di rinnovare i suoi strumenti di intervento nella società e diede vita a una rete di banche popolari e di cooperative di natura solidaristica e interclassista; iniziative che rafforzarono la presenza cattolica, soprattutto nelle campagne; presenza che sarà ulteriormente rafforzata dalla Rerum Novarum di Leone XIII


PRUDENZA E TRASFORMISMO. Nonostante tutto ciò, le differenze sociali erano rimaste uguali, e il cauto riformismo della Sinistra prevedeva sempre la gestione del potere nelle mani di un'oligarchia composta da proprietari terrieri, industriali, grandi commercianti e professionisti, tutti accomunati dall'ideologia liberale.

La 'rivoluzione' auspicata dalla sinistra dunque non ci fu: lo dimostra anche il fatto che molti deputati della Destra confluirono nella Sinistra. Così Depretis potè contare su una larga maggioranza parlamentare, procurandosi di volta in volta l'appoggio di deputati conservatori.

Tale disinvolto sistema di governo venne chiamato 'trasformismo' e si attirò molte critiche, in quanto veicolo di corruzione e di clientelismo.


LA TRIPLICE ALLEANZA. Il campo in cui la Sinistra si mostrò veramente rivoluzionaria rispetto alla Destra fu quello della politica estera, che aveva sempre confermato l'alleanza con la Francia contro l'Austria.

Nel 1881 però la Francia occupò la Tunisia, suscitando forti proteste da parte dell'Italia che mirava a un'espansione coloniale in quei territori.

Per reazione, e per rompere l'isolamento diplomatico dell'Italia, i governi della Sinistra conclusero, nel 1882, un trattato con la Germania e l'Austria-Ungheria, chiamato Triplice alleanza.

Si trattò di una scelta dolorosa perchè all'Austria si riconosceva implicitamente il possesso dei territori 'irredenti' Trento e Trieste


L'ESPANSIONE COLONIALE. Sempre nel 1882 il Governo italiano acquistò dalla Società Rubattinoi territori intorno alla baia di Assab, sul Mar Rosso, in Etiopia

Da quella zona partì il primo tentativo di espansione coloniale dell'Italia in Africa.

Il negus, l'imperatore etiopico, reagì all'espansione e annientò a Dogali una colonna militare italiana.

Depretis interruppe ogni tentativo di espansione coloniale, ma in Italia era ormai attiva e operante la miccia del nazionalismo







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