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L'unificazione dell Europa (1951-2001)
L'Europa, sconfitta e distrutta dai bombarda- menti americani e inglesi, inizia un processo di unificazione economica. D altra parte non ha altra scelta. La guerra è stata una guerra in- testina tra gli stati europei, che si è conclusa con la perdita della egemonia a favore dei vin- citori: USA e URSS. Nel 1951 ad opera di Francia, Germania federale, Italia, Belgio, O- landa e Lussemburgo nasce la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio (CECA); nel 1957 con il Trattato di Roma nasce la Comunità Economica Europea (CEE). Lo scopo è quello di creare il Mercato Comune Europeo (MEC): le divisioni politiche sono insuperabili. L'unificazione procede, seppure a rilento, nei decenni successivi. I governi europei capiscono che soltanto unendosi possono essere interlocutori di USA e URSS, le due superpotenze mondiali, le vere vincitrici della guerra. Sul piano militare i paesi europei danno luogo con gli USA alla NATO in funzione difensiva" contro l URSS (1951). Germania e Italia rinunciano alla loro sovranità nazionale e permettono l'installazione - in mezzo alla popolazione civile! - di missili statunitensi puntati contro l'URSS. Da parte loro l'URSS e i paesi satelliti si uniscono nel Patto di Varsavia in funzione antioccidentale (1953). Sorge la "cortina di ferro" dal mar Baltico al mar Mediterraneo. In tal modo gli USA riescono a consolidare il loro dominio sull'Europa e a fare propaganda antisovietica: l'URSS sarebbe oppressiva e illiberale, è un nemico da combattere. Un ulteriore allargamento dell'Europa avviene nel 1972 con l'entrata di Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca; poi nel 1981 con l'entrata della Grecia; quindi nel 1986 con l'entrata di Spagna e Portogallo. Oggi gli Stati europei aderenti sono 27. La Gran Bretagna ha perso gli antichi splendori e, per avere una qualche importanza, cerca di stare nell'orbita americana e di essere il suo più fedele galoppino prima e seconda guerra del Golfo contro l Irak). Dopo lo sgretolamento dell'URSS (1990) gli Stati dell'Europa dell est chiedono di entrare nella comunità europea. Ciò è comprensibile: la loro storia li lega all'Europa occidentale. Nel 2002 si giunge alla moneta unica, l'euro. Gli Stati dell'euro sono Spagna, Portogallo, Francia, Italia, Germania, Grecia, Finlandia. In tal modo sorge un immenso mercato unico e una moneta che può essere alternativa al dollaro americano o allo yen giapponese negli scambi internazionali. L'unificazione economica dell'Europa è lentissima e comunque procede e fa sentire i suoi benefici. I ritardi sono dovuti agli interessi e alle caratteristiche troppo divergenti tra i diversi Stati (staterelli e grandi Stati; legami tradizionalmente forti della Gran Bretagna con gli USA), alla paura comprensibilissima a delegare parte della propria sovranità ad organismi comuni, al tentativo di Stati come la Francia di avere l'egemonia sugli altri Stati della coalizione. E soprattutto all'incapacità di capire che nel breve periodo i rapporti tradizionali possono dare ancora qualche vantaggio, ma nel lungo periodo essi sono destinati a provo- care danni a tutti gli Stati della comunit .
Se l'unità economica ha proceduto a rilento, ancora più lenta è stata l'integrazione politica e militare. La NATO avrebbe difeso gli Stati dalla minaccia dell'URSS, presentata come uno spauracchio (in realtà inoffensiva: la po- polazione non aveva neanche di che sfamarsi). E intanto permetteva agli Stati europei di ri- sparmiare sulle spese militari per affrontare altri problemi. Il caso dell Italia è sintomatico: per risparmiare denaro pubblico (si devono pagare 22 milioni di pensioni su 20 milioni di lavoratori!), l'esercito è lentamente smantella- to (1975-2004) e precipitano le spese per la difesa, anche se le industrie italiane di armi sono rinomate in tutto il mondo.
Ma, delegando la protezione militare all'allea- to americano, l Europa si precludeva la possi- bilità di fare sentire la sua voce nei conflitti e nei problemi internazionali. Nel 1991 appog- gia supinamente la guerra degli USA contro l Irak che aveva invaso il Kuwait. Negli anni successivi non riesce a mantenere la pace nell'ex Iugoslavia e poco dopo, davanti alle stragi etniche di Milosevich, delega l'inter- vento ai bombardamenti mirati" dei bombar- dieri americani: non vuole impelagarsi in una guerra che, provocando morti, avrebbe susci- tato l'immediata ostilità della popolazione ci- vile dei vari Stati.
Nel 2001 gli Stati europei condannano l'attac- co alle Twin towers di New York, ma non a- vevano condannato i criminali bombardamenti sulla popolazione civile del Vietnam del Nord (forse due milioni di morti e cinque di feriti e l'avvelenamento di grandi aree del territorio) né le molteplici interferenze degli USA in molti paesi del globo né il sostegno americano a dittatori e a dittature né l'espansionismo a- mericano nei quattro angoli del globo.
La divisione tra i paesi europei è rimasta an- che nella seconda guerra del Golfo (2003): la Gran Bretagna interviene a fianco degli USA, seguita dalla Spagna che appoggia attivamente gli USA e dall Italia che dà solo un appoggio morale (e non ostante che le popolazioni di Francia, Germania, Italia e Spagna siano con- trarie alla guerra). L asservimento agli USA continua la politica che nei primi anni Sessan- ta aveva permesso l'installazione su territorio tedesco e italiano di basi e missili atomici a- mericani in aree densamente popolate a guerra fredda terminata.
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