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IL DOPOGUERRA IN ITALIA E NEL MONDO
Il mondo dopo la guerra
Al termine della seconda guerra mondiale l'Europa, distrutta ed impoverita, non fu più in grado di svolgere un'azione di guida nella politica mondiale. Il potere fu diviso fra USA e URSS , i veri vincitori della guerra. Essi spartirono in due parti l'Europa : la parte occidentale sotto l'influenza americana , la parte orientale sotto l'influenza russa. La Germania venne divisa in questo modo: ad est i paesi comunisti a ovest i paesi democratici. Anche la capitale, Berlino, fu divisa da un muro nei due settori est e ovest. Fra USA e URSS esistevano ancora enormi differenze di ordine economico e politico. Gli USA erano uno stato democratico con una economia capitalista l'URSS era uno stato totalitario con un'economia di tipo collettivista. Nel sistema capitalista denaro, fabbriche , macchinari, e materie prime appartengono a privati industriali che producono in base alle richieste del mercato . Nel sistema collettivista, adottato dall'URSS in quegli anni, la proprietà privata non esisteva: tutto apparteneva allo Stato. Durante la guerra le due superpotenze avevano combattuto fianco a fianco ma, finita la guerra, tornarono in primo piano i contrasti. Entrambe temevano sia l'aggressione, sia l'espansione di una a danno dell'altra. Entrambe cercarono di crearsi degli alleati nel resto del mondo creando due blocchi contrapposti. Questo periodo di tensione che va dal 1947 al 1953 viene indicato col periodo di guerra fredda. Ci furono momenti in cui il mondo ha temuto l'esplosione di una nuova guerra. Dopo la morte di Stalin, segretario generale del partito comunista sovietico avvenuta nel 1953, la guerra fredda si attenuò. Il nuovo segretario Nikita Kruscev dichiarò di voler attuare una sorta di coesistenza pacifica tra l'Unione Sovietica e gli stati Uniti d'America. Perciò si incontrò con il presidente John F. Kennedy. Nella sua azione politica il Presidente Kennedy voleva perseguire obiettivi a vantaggio di tutta l'umanità. Egli desiderava che il contrasto con il mondo comunista si trasformasse in una gara per eliminare la fame e le malattie del mondo, per assicurare la pace , per compiere conquiste in ambito scientifico a vantaggio di tutti gli uomini. Anche l'opera di Papa Giovanni XXIII contribuì a creare un clima di distensione e nella sua enciclica Pacem in terris trattò il grande tema della pace nel mondo sollevando speranze fiduciose e attese per tutta l'umanità . ".Ogni essere umano ha diritto all'esistenza, all'integrità fisica , ai mezzi indispensabili e sufficienti per un dignitoso tenore di vita. Ogni essere umano ha diritto al rispetto della sua persona; alla buona reputazione; alla libertà nella ricerca del vero, alla manifestazione del suo pensiero e nella sua diffusione . Non più popoli dominatori e popoli dominati." Purtroppo dopo l'assassinio di Kennedy nel 1963 Nikita Kruscev veniva allontanato improvvisamente da governo dell'Unione Sovietica. Ma il processo di distensione tra USA e URSS proseguì per tutti gli anni '60 e '70 attraverso accordi internazionali che regolamentavano la produzione di armi atomiche e gli esperimenti nucleari. Purtroppo la coesistenza pacifica , pur eliminando i pericoli di una guerra su larga scala , non eliminò i momenti di tensione dovuti ad interventi su schieramenti opposti, da parte degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica in conflitti locali. Ricordiamo a questo proposito la guerra del Vietnam che fu occasione di scontro indiretto tra le due superpotenze. Qui il Fronte di Liberazione Nazionale appoggiato dall'URSS e dalla Cina, conduceva una continua guerriglia per riunire i due Vietnam. Nel 1964 gli Stati Uniti intervennero contro la guerriglia: ci furono migliaia di morti anche tra i civili e bombardamenti che misero in ginocchio il paese e solo nel 1975 gli Stati Uniti lasciarono il Vietnam del Sud che fu unificato sotto il governo del Vietnam del Nord. La guerra fredda si protrasse per anni e terminò solo negli anni '80 ad opera di M. Gorbaciov che avviò un programma per il ritiro della basi missilistiche , la riduzione delle spese militari e il dialogo con altri paesi.
La questione palestinese
Alla fine della seconda guerra mondiale , nel 1947, le Nazioni Unite assegnarono agli ebrei una Patria dividendo il territorio della Palestina in due stati: uno stato ebraico e uno palestinese. Ma già prima che si pervenisse a questa decisione, alla fine della prima guerra mondiale, molti ebrei avevano creato colonie in Palestina occupando dei territori abitati dai palestinesi, una popolazione che faceva parte del mondo arabo, ma non costituiva ancora una nazione. In pochi anni lo stato d'Israele raggiunse in campo economico e tecnologico una posizione di prestigio rispetto ai Paesi Orientali. Ma la spartizione della Palestina divenne con il tempo la causa scatenante di numerosi conflitti tra Israeliani e Palestinesi e i Paesi arabi che temevano la potenza di Israele. Questi ultimi diedero vita alla lega Araba che raccoglieva i Paesi schierati contro Israele. Per molti anni i conflitti volsero a favore degli Ebrei che conquistarono altri territori dove i Palestinesi sono stati costretti a vivere come prigionieri, oppure hanno dovuto essere ospitati in campi profughi, in altri paesi arabi. Nel 1964 è nato l'OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina ) guidata da Yasser Arafat. Per decenni il leader palestinese ha cercato di contrastare i movimenti terroristici, e dopo aver riconosciuto lo stato di Israele , ha intrapreso la strada diplomatica per la risoluzione non violenta del problema. Purtroppo sono ancora molti gli ostacoli che si oppongono ad una pace duratura e nessuna delle numerose trattative diplomatiche è riuscita a fermare la guerra di odio fra questi popoli che si contendono la stessa terra.
La decolonizzazione
Lo smantellamento degli Imperi Coloniali europei rappresenta il fenomeno più significativo del secondo Dopoguerra. Il processo di decolonizzazione era iniziato già negli anni '20-'30 , quando si sono sviluppati in molti paesi coloniali movimenti nazionalistici e indipendentisti. La seconda Guerra Mondiale, indebolendo il potere esercitato dai paesi dominatori, rafforzò questi movimenti, che vennero in seguito favoriti da USA e URSS, interessati a trovare nuovi alleati, a danno dell'avversario. Nel 1949 in Cina la rivoluzione comunista guidata da Mao Tzedong portò alla nascita della Repubblica Popolare Cinese. Grandi avvenimenti portarono al conseguimento dell' Indipendenza dell'India (1947) e alla Costituzione in Palestina dello Stato di Israele 1948 che riunì gli ebrei di ogni parte del mondo; la maggior parte degli stati africani, invece, ottenne l'indipendenza intorno al 1960. Raggiunta l'indipendenza però molti paesi non furono in grado di conseguire l'autosufficienza economica , ricorrendo comunque all'aiuto di nazioni più progredite. Nacque il neocolonialismo, una nuova forma di dipendenza economica , che ha rappresentato un elemento di ulteriore difficoltà per lo sviluppo dei Paesi ex-coloniali.
Si iniziò a parlare di Terzo Mondo in occasione della Conferenza di Bandung in Indonesia (1955) a cui parteciparono 29 stati afroasiatici, per indicare quei paesi, di recente indipendenza, che non facevano parte né del mondo capitalista occidentale (Primo Mondo) né del secondo Mondo comunista ad economia pianificata. Il termine è poi passato nel linguaggio corrente per indicare i Paesi sottosviluppati o in via di sviluppo.
IL DOPOGUERRA IN ITALIA: LA RICOSTRUZIONE
Alla fine della seconda guerra mondiale la situazione dell'Italia era particolarmente grave :
Il governo formato dalle principali forze antifasciste (Democrazia Cristiana, Partito repubblicano, Partito Socialista, Partito Comunista) decisero di indire un referendum perché i cittadini scegliessero tra Monarchia e Repubblica. Le votazioni si svolsero il 2 Giugno 1946: dopo vent'anni gli italiani tornavano a votare in piena libertà e per la prima volta votarono anche le donne. La maggioranza degli elettori si pronunciò a favore della Repubblica . Il re Umberto II, subentrato a Vittorio Emanuele III che aveva abdicato, fu mandato in esilio. Il 18 luglio venne proclamata la Repubblica Italiana che ebbe come suo primo presidente Enrico de Nicola. Nel frattempo l'Assemblea Costituente emanò la Nuova Costituzione che entrò in vigore il 1 gennaio 1948 affermando i principi della Libertà e della Democrazia.
Notevole era anche in Italia la disoccupazione, aggravata dal ritorno in patria dei reduci e dalla mancanza di materie prime per l'industria. I salari degli operai e degli impiegati, che erano cresciuti durante il fascismo, vennero erosi dall'inflazione. La ricostruzione post bellica fu impostata su un'ottica liberista, contraria a qualsiasi forma di programmazione pubblica dell'economia. Lo stato non controllò lo sviluppo dell'economia che fu interamente gestito dal settore privato. De Gasperi Segretario del partito democratico, affidò il Ministero del tesoro a Luigi Einaudi, che varò una drastica politica deflazionistica con l'obiettivo di arrestare l'inflazione galoppante e la svalutazione della lira. Questa politica riuscì a frenare l'aumento dei prezzi perché basata sull'innalzamento del costo del denaro per diminuire la moneta circolante. Ma il calo degli investimenti provocato dall'alto costo del denaro rallentò di fatto gli investimenti e aggravò la disoccupazione.
L'alleanza con gli Stati Uniti
Il governo puntò tutto sull'aiuto americano. De Gasperi nel 1947 si recò negli stati uniti e tornò con appoggi economici sostanziosi in pratica l'inserimento dell'Italia nel piano ERP (European Recovery Program) cioè il piano Marshall (che garantì alla nostra economia circa 1500 milioni di dollari in 5 anni). Gli aiuti americani consentirono di avviare la ripresa industriale, ma implicarono anche da parte del nostro governo una precisa opzione in favore dell'Occidente nella contrapposizione Est-Ovest. Nel 1947 socialisti e Comunisti che erano filosovietici furono esclusi dal governo e De Gasperi formò una nuova coalizione da lui guidata tra Repubblicani, Liberali e Socialdemocratici. Nel 1948 divenne presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Il 18 Aprile 1948 si tennero le prime elezioni politiche del dopoguerra. La DC conquistò la maggioranza dei voti, l'appoggio degli Stati Uniti risultò determinante per la vittoria dei democristiani. La sconfitta della sinistra creò una frattura profonda nel paese. Si spaccò la Cgil il grande sindacato a maggioranza comunista e socialista nato dal patto di Roma del 1944 da cui uscirono i laici filoamericani (Socialdemocratici e Repubblicani) e i Cattolici che diedero vita rispettivamente alla Uil e alla Cisl (1949-'50). Nel luglio del 1948 in seguito all'attentato subito dal segretario del PCI Palmiro Togliatti ad opera di un monarchico l'Italia si trovò sull'orlo di uno scontro violento fra le "due anime" in cui era divisa. Disponendo di una maggioranza assoluta De Gasperi varò un nuovo esecutivo fondato sull'alleanza tra DC e partiti minori di centro (PLI, PSDI, PRI) che durò fino al 1958. Furono gli anni del "centrismo" una formula politica destinata a sopravvivere al suo fondatore scomparso nel 1954. Le principali politiche furono la riforma agraria cioè la divisione della grande proprietà a beneficio dei contadini coltivatori; l'istituzione della cassa di mezzogiorno (1950) volta a correggere lo squilibrio tra nord e sud; la liberalizzazione degli scambi, l'utilizzo dei fondi ERP per la ricostruzione. Ma intere aree del paese erano misere e arretrate, l'occupazione industriale ancora debole.
IL "MIRACOLO ECONOMICO" ITALIANO
I primi tre decenni del dopoguerra dopo l'affermazione della DC furono caratterizzati da un'onda di sviluppo economico di straordinaria intensità. Nella prima metà degli anni '50 si avviò il decollo economico. Il settore che lo trainò fu quello industriale soprattutto dell'industria meccanica, elettromeccanica, siderurgica, dei cementi e delle fibre artificiali, mentre perdeva peso l'agricoltura. I risultati raggiunti dall'economia italiana furono notevoli e grazie a ciò l'Italia si affermò come paese definitivamente industriale. Questo processo fece parlare di "miracolo economico" perché il tasso di crescita dell'economia italiana almeno fino agli anni '60 fu tra i più elevati del mondo ed erano molto pochi i paesi che alla fine di una guerra così distruttiva potevano raggiungere livelli così elevati. Questa crescita comportò un miglioramento delle condizioni di vita degli italiani, con l'affermazione di nuove abitudini sociali, quali la villeggiatura , gli svaghi, con l'innalzamento della scolarizzazione e l'estensione dei consumi a beni quali l'automobile e gli elettrodomestici, propri di un paese sviluppato. La televisione e l'automobile divennero i simboli di questa società dei consumi di massa e del benessere diffuso. Nel 1953 la Fiat aprì il nuovo stabilimento di Mirafiori, dove vennero prodotte la 600 e la 500 immesse sul mercato a partire dal '55-'56. Nel 1954 iniziarono le trasmissioni della televisione di stato, a ciò si aggiunse anche una modernizzazione delle abitudini sociali e dei costumi, che garantì una diminuzione delle differenze tra i sessi e una relativa emancipazione della donna. A tutto ciò si aggiunse una perdita di ruolo e centralità della religione cattolica e una graduale laicizzazione della società. La diffusione del benessere venne ostacolato dai bassi salari su cui poggiava la crescita del sistema industriale. I nuovi governi democratici non smantellarono le industrie pubbliche ereditate dal fascismo e prevalentemente raccolte nell'IRI; anzi dal 1948 si avvia la riorganizzazione attraverso i principali settori di attività, viene fondata prima la finmeccanica, voluta da Oscar Sinigaglia un manager pubblico a cui si dovette il piano di ristrutturazione dell'intero settore siderurgico finalizzato a garantire acciaio a basso prezzo, poi la Finelettrica e la Fincantieri. La rete delle imprese pubbliche venne incrementata dalla costituzione nel 1953 dell'ENI (Ente Nazionale Idrocarburi) in esso confluì l'AGIP impresa fondata nel 1926 e dedicata alla raffinazione e distribuzione dei prodotti petroliferi tra cui la benzina. In tal modo lo stato garantì alle imprese private prodotti di base, acciaio, carburanti, elettricità, a basso costo che potenziarono le capacità competitive del sistema industriale italiano sui mercati internazionali. Nel 1950 venne varata la cassa di Mezzogiorno il cui scopo era anche quello di finanziare opere di ricostruzione e bonifica , ma anche investire nell'industria del sud, ciò in realtà non ebbe molto successo e si diffuse un'ondata migratoria da sud a nord senza precedenti nella storia italiana. Ciò portò ad una riduzione dei braccianti che fece scomparire la mezzadria , un'eredità medievale che non fu in grado di sopravvivere in un'agricoltura proiettata nel mercato mondiale.
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