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Errare o sbagliare?
Questi due termini meritano un piccolo paragrafo a parte. In tutti i dizionari di lingua italiana il termine "errare" e suoi derivati è sinonimo di sbagliare e suoi derivati. Infatti sbagliare significa: 1) Compiere un'azione ottenendo un risultato impreciso, non esatto, errato; 2) confondere una persona o una cosa con un'altra simile; 3) commettere un errore; 4) lavorare in modo impreciso; 5) comportarsi in modo non giusto, non adatto; 6) essere in errore, giudicare erroneamente .
Nella cultura carceraria i due termini non definiscono la stessa cosa, anzi forse sono opposti. Il termine "sbagliare" si riferisce esclusivamente al comportamento di un individuo, ossia significa «comportarsi in modo non giusto». Se consideriamo che per un detenuto comportarsi in modo giusto è "essere omertoso", è facile dedurre che «sbagliare = infamare». Il termine da usare correttamente nel linguaggio comune quindi è (tassativamente) errare, secondo il principio per cui «solo gli infami e gli sbirri sbagliano»; per cui "errare" si usa in tutte le sue eccezioni riportate sopra, esclusa la n. 5, che è il significato di "sbagliare".
Se si guarda la cosa da profani sembra una stupidaggine, ma scegliere un termine piuttosto che l'altro in carcere può portare a delle conseguenze piuttosto gravi. Se, per esempio, giocando a calcetto, un compagno commette un errore nel fare un passaggio, non gli si può dire «hai sbagliato», la considererebbe un'offesa molto grossa, ma piuttosto «hai errato» o «hai fatto un errore». Le conseguenze che ne derivano dipendono innanzitutto dalla personalità della persona "offesa", dal posto che occupa nella comunità, dal suo ruolo, dal suo carattere; ma anche da chi "offende", dal suo ruolo, dalla sua personalità. Un detenuto altamente carcerizzato «non sbaglia mai a parlare» e se dovesse succedere chiede subito scusa e tutto finisce lì. Ad un "pivello" succede troppo spesso, a volte si sorvola e gli si spiega che linguaggio usare. Se si persevera nell'usare il linguaggio "sbagliato" spesso si arriva a risolvere la questione con le mani.
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