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VOLTAIRE "CANDIDO E L'OTTIMISMO"
MANCA SPAZIO E LUOGHI ANALISI
Voltaire, pseudonimo di Francois Maire Arouet, nacque a Parigi nel 1964 da una famiglia della borghesia forese di agiate condizioni economiche. Compiuti gli stdui primari fu indirizzato dal padre alla carriera legale, ma successivamente abbandono` gli studi giuridici per dedicarsi interamente all'attivita` letterarie.
Possiamo ricordare i drammi Edipo, Marianna, Bruto, Maometto, Gli Sciti, e i saggi Discorso sull'uomo, Saggio sui costumi e Il secolo di Luigi XIV, ma anche il poema La pulzella. Ma i suoi piu` celebri lavori sono romanzi brevi, Candido, Zadig, L'Ingenuo e Micromegas.
Come ho gia` accennato, dal punto di vista letterario, Voltaire diede il meglio di se` non nella produzione drammatica, ma nei romanzi brevi e in particolare in Candido, un racconto filosofico in cui la trama serve come strumento di condanna della metafisica e dei suoi errori.
Il libro narra la vicenda di Candido, un giovane ingenuo che e` stato allevato dal filosofo Pangloss, seguace di Leibniz, nella convinzione che ci sia solo bene in questo mondo. Candido, dopo essere stato cacciato dal castello perche` innamorato di Cunegonda, figlia del propriietario, si trova coinvolto in una serie di esperienze che progressivamente vengono a mettere in dubbio gli insegnamenti di Pangloss.
Costretto ad arruolarsi nell'esercito Bulgaro dove viene malmenato, riesce a scappare in Olanda dove rincontra il suo maestro che, ridotto alla miseria, gli racconta la triste fine degli abitanti del castello; insieme raggiungono via nave Lisbona. Durante il viaggio muore Giacomo, un uomo buono che aveva aiutato Candido al suo arrivo in Olanda. La citta` portoghese e` sconvolta dal terremoto e a stento il ragazzo riesce a fuggire all'inquisizione, mentre Pangloss viene impiccato. Ma in quella citta` ritrova la sua amata, diventata l'amante di un ebreo e del Grande Inquisitore; uccisi i due uomini, Candido fugge con Cunegoda e l'anziana domestica di quest'ultima, verso l'Argentina.
Approdarono a Buenos Ayres, dove Candido e` costretto a separarsi dalla vecchia e dalla sua amata perche` inseguito dai portoghesi che vogliono ucciderlo per l'omicidio dell'inquisitore.
Cosi` sbarcano in Paraguay, dove ritrovano il barone, fratello di Cunegonda, ma in seguito a una lite lo uccide e quindi deve scappare ancora. Giunge in Eldorado, la terra dove gli uomini vivono in un felice stato naturale, ma neppure questa vita lo conforta. Cosi` invia il suo servitore, Cacambo, a cercare Cunegonda e gli dice di potarla a Venzia, dove si ricongiungeranno. Quindi con Martino, un saggio disilluso che ormai non crede piu` nella filosofia, ritorna in Europa, e prima di Venezia, raggiunge Parigi. Qui viene ingannato da una donna che si finge la baronessa e cosi`, cercato dalla polizia, fugge per l'Inghilterra, ma decide di non sbarcare e paga il comandante perche` lo porti direttamente in Italia. Una volta a Venezia aspetta Cacambo. Cerca di convincere ancora Martino che gli insegnamenti del filosofo sono giusti, ma incontra solo persone deluse e infelici come lui. Finalmente trova il suo servitore, che gli dice che Cunegonda e` a Costantinopoli, ma e` diventata brutta e vecchia. Candido non gli crede e s'imbarca. Tra i rematori ritrova il suo maestro e il fratello della baronessa, li riscatta e con loro termina il viaggio. Quando rivede Cunegonda rimane stupito, non la riconosce quasi piu`, ma tiene fede alla promessa fatta e nonostante il fratello della baronessa si opponga, la sposa e si ritira a vivere con gli altri compagni di avventura in una piccola fattoria. Perso l'ottimismo, si convince che lavorare sia il modo migliore per sopportare la vita, come gli e` stato suggerito da un vecchio agricoltore.
Per capire meglio questo romanzo, dobbiamo analizzare il personaggio di Candido. Possiamo incominciare dal suo nome, che indica colui che guarda il mondo con innocenza, e` puro ma anche credulo. Inoltre nelle prime righe viene descritto come puro, semplice e di dolcissimo carattere.
Privo di solide figure come i genitori (la coppia di zii e` inconsistente) il piccolo Candido ha come unico punto di riferimento Pangloss, maestro fedele alla tradizione che predica "tutto il mondo e` bene". Il richiamo dei sensi, acceso dalla bellezza di Cunegonda, si configura come l'innamoramento ma, nell'ambiente di Thunder-Ten-Tronckh, l'innocente bacio con cui trasgredisce la norma morale e sociale gli vale la cacciata dal castello "a pedate nel sedere". Esiliato dal "paradiso terrestre" dell'infanzia, appunto rappresentato dal castello, il ragazzo s'imbatte in un mondo adulto dominato dalla guerra e da un potere che richiede obbedienza assoluta (la vicenda dei Bulgari). Qui l'innocenza e l'imperizia vengono punite con sanzioni corporali che innescano la ribellione e la fuga avvia un viaggio che dimostra quanto siano duri a morire i pregiudizi di una cultura fondata sulla tradizione e sul principio d'autorita`. Per raggiungere alla maturita`, ossia alla liberta` di giudizio e alla ragione, a Candido saranno necessarie varie esperienze. Incomincia a dubitare delle teorie di Pangloss nel decimo capitolo, quando e` gia` stato testimone e vittima degli errori della guerra, del terremoto, dell'inquisizione, stato ingannato e derubato, ma e` soltanto nel diciannovesimo che difronte alle mutilazione dell'indigeno del Surinam, rinuncia a credere all'ottimismo.
A questo punto Candido e` entrato nell'eta` adulta, e lo prova la sua decisione di non restare nel paradiso dell'Eldorado, dove tutto sembra bene. Mentre sia allontana da quel luogo e deve affrontare altre difficili prove, pero` riafferma che preferisce la realta` all'utopia.
Il percorso che compie e` un viaggio di conoscenza e intelligenza, infatti il protagonista finisce per raggiungere una disillusa maturita`, avviene in lui una crescita interiore o comunque una trasformazione. La sua avventura puo' essere letta come una metafora della vita.
L'amore per Cunegonda, pretesto per l'inizio del viaggio, cela il desiderio di una meta che ricostruisce l'ambiente del castello, il paradiso dove abitava il protagonista. Se la donna che ama e` il simbolo della filosofia, nella delusione per il suo corpo imbruttito e invecchiato, bisogna vedere il riflesso di una delusione per l'illuminismo? La famiglia ritrovata e` formata solo da individui "diversi" segnati dalle avversita`. In questa` comunita` l'unico a essere legato a principi privi di riscontro reale e` il barone, fratello di Cunegonda, che infatti viene subito allontanato. Ma la fine delle avversita` non rende felici. Incombono la poverta`, l'invecchiamento, l'infermita`, le ambizioni frustrate, e il cattivo umore di chi, come Cacambo, s'ammazza di lavoro. Dopo tante avventure, in agguato c'e` soprattutto la noia. A questo punto, come rendere sopportabile la vita? La soluzione arriva non da un saggio filosofo, ma da un vecchio agricoltore: "Il lavoro tien lungo da noi tre grandi mali: noia, vizio e bisogno." Allora la meta di ognuno sembra raggiunta e realizzata l'uguaglianza predicata da Pangloss. Il finale "Ma bisogna coltivare il nostro giardino" replica cio` che si dice dall'inizio del libro: fuori dal paradiso dell'infanzia c'e` male fisico e morale. La partica del bene e del lavoro, servono a rendere piu` sopportabile la vita terrena.
Tutto questo e` in linea con i concetti dell'illuminismo e Voltaire non fa altro che sottolineare il valore dell'esperienza contro il dogmatismo, ma la liberta` lasciata a ciascuno di esercitare le proprie capacita`, e dunque il riconoscimento della differenziazione nell'uguaglianza, la convinzione di Pangloss e di Martin, l'ottimista e il pessimista, fanno di Candido un testo che si differenzia dai soliti canoni illuministi.
Parlando del tempo posso dire che questo non e` specificato, infatti ci sono pochissimi riferimenti, ma posso dire che la vicenda dura alcuni anni. Invece, come ho gia` detto, se parliamo di fasi della vita di Candido, partiamo da un Candido adolescente, per poi arrivare alla conclusione con un protagonista ormai adulto e maturo, profondamente cambiato.
Gli ambienti e i luoghi da lui visitati sono numerosi, infatti tutto parte dal castello in "Westfalia", continuando poi in Olanda, in Portogallo, precisamente a Lisbona, a Buenos Ayres, in Paraguay, in "Eldorado", in Francia, in Inghilterra, in Italia e infine a Costantinopoli. Penso che la metafora di questi lunghi viaggi sia quella che ho scritto prima, cioe` un'escursione fuori dal paradiso dell'infanzia, dove Candido si rendera` conto che il vero mondo e` ben diverso da come se lo aspettava e che non tutto e` bello. Grazie a questo viaggio finira` per disilludersi dagli insegnamenti di Pangloss, e quindi questo e` anche un viaggio simbolico di crescita.
Ci sono dei buoni motivi per leggere questo libro anche a distanza da due secoli dalla prima pubblicazione. Infatti penso che Candido sia un romanzo divertentissimo, pieno di colpi di scena, sottili ironie e fatti buffi che sembrano quasi impossibili nella loro "stranezza". Inoltre mi ha colpito il personaggio di Martin in cui mi riconosco un po', infatti e` un pessimista e cerca di disilludere Candido dalle sue teorie fino all'ultimo. Inoltre lo scrittore scrive in un modo abbastanza scorrevole, fantasioso e imprevedibile che non stanca.
SCENA AMBIENTATA NEL FUTURO
Candido ascolta il racconto di come il barone e` riuscito a salvarsi dall'assalto del castello e quello che gli e` successo dopo. Sono entrambi felici di rivedersi, ma litigano per Cunegonda; infatti Candido vorrebbe sposarla, ma il fratello si oppone. Al seguito di una lotta il gesuita viene ucciso e il protagonista e` costretto a fuggire con Cacambo
-Mai dimentichero` quel giorno. Io mi sono salvato perche` sono stato fortunato, infatti sono stati costretti a fuggire dall'arrivo della polizia. Quei mascalzoni si erano dimenticati di mettere fuori uso l'antifurto che suonava direttamente alla caserma, avevano tagliato solo due dei tre fili dell'allarme. Ma quando sono saliti e hanno trovato solo morti, ci hanno fatto caricare sulle ambulanze, per essere portati all'obitorio. Io ero su una gelida barella con mia sorella accanto, quando uno dei due paramedici ha spruzzato un po' di disinfettante sui nostri corpi. Il liquido irritante mi e` finito negli occhi, provocando un tremito. All'inizio avevano pensato che fosse uno spasmo, ma poi hanno capito che c'era ancora speranza e mi hanno soccorso. La mia storia fu pubblicizzata dai media e cosi` un vescovo decide di adottarmi, in via simbolica, per mostrare tutta la sua generosita`. Io presi i voti e fui mandato a Roma. Infine decisero di mandarmi in missione, dove adesso tu mi hai ritrovato. Anche se non sto bene come al castello, non mi posso lamentare ho sempre cibo e vino in abbondanza.-
Dopo avergli detto questo lo abbraccio` e gli chiese di raccontagli cosa era accaduto a lui durante questo periodo. Candido gli racconto` le sue avventure brevemente e gli disse che sua sorella era viva, e che l'avrebbe raggiunta fino a quando avrebbe potuto riscattarla e sposarla.
A queste sue parole la reazione del barone fu violenta: salto` in piedi e incomincio` a gridare che sua sorella aveva solo settantadue quarti e quindi non poteva sposarla. Quindi impugno la pistola e sfido` Candido, il quale disponeva solo di un piccolo fucile. Il giovane cerco` di mirare bene, ma il barone era piu` svelto. Si avvicino` a Cacambo e mentre il missionario ricaricava la sua vecchia arma, cercando di rimanere riparato, sparo` con una semiautomatica che gli aveva passato il suo fedele servitore. Colpi` il fratello della sua amata alle gambe, poi corse fuori, mentre lanciava dietro di se` una bomba a mano. Corse fino alla gip e poi shockato, lascio` il posto di guida a Cacambo. I due cominciarono a sfrecciare inseguiti dalla gente che si era svegliata per il gran botto. Quando furono armai lontani si fermarono e Cacambo noto` che il padrone non aveva smesso di piangere neanche un momento. Continuava a mormorare che aveva ucciso uno dei suoi pochi amici e si sentiva in colpa. Il servitore lo consolo` dicendogli che l'importante e` che fossero ancora vivi e che in fondo era un uomo buono. Poi ripresero ad attraversare quei luoghi.
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