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SCHEDA - LIBRO
TITOLO: il piacere
AUTORE: Gabriele D'Annunzio
EDIZIONE: Arnoldo Mondatori (prima edizione Treves nel 1899)
BREVI NOTIZIE SULL'AUTORE
Gabriele D'Annunzio nacque a Pescara nel 1863. Esordì giovanissimo come poeta, si dedicò al giornalismo e alla letteratura. Si trasferì a Roma all'inizio degli anni Ottanta e poi, negli anni successivi, a Napoli, a Firenze, a Venezia, a Milano e a Parigi, dove si era rifugiato per sfuggire a creditori. Egli visse sempre un'intensa vita mondana, riempiendo le cronache con le notizie dei suoi successi e delle sue avventure galanti.
Scoppiata la Prima Guerra Mondiale, tornò in Italia dove fu un deciso interventista e poi, trasformatosi in poeta-soldato partecipò attivamente al conflitto. Tra il 1919 e il 1921 occupò militarmente Fiume, per protesta contro la politica del governo italiano. Nell'immediato Dopoguerra cercò di opporsi a Mussolini e al fascismo, ma rimase sconfitto politicamente e finì i suoi anni a Gardone Riviera (sul lago di Garda) nel Vittoriale. Qui egli visse diciassette anni mirando sempre a trasferire le sue esperienze di vita nella dimensione della Bellezza, circondandosi di oggetti d'arte, preziosi e ricercati. Morì al Vittoriale nel 1938.
Dotato di una grande facilità di scrittura, D'Annunzio si cimentò in tutti i generi letterari, passando con grande disinvoltura dalla lirica all'articolo di giornale, dalla novella al romanzo, dall'opera teatrale alla prosa memorialistica e lasciando in tutti i campi notevoli tracce.
Tra le sue prime opere ricordiamo, nel campo della poesia, le prime raccolte Primo vere (1878), Canto Novo (1882), Poema paradisiaco (1893) e, soprattutto, le Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi, il ciclo di cui fanno parte il libro di Maia (1903) e il libro di Alcyone (1903). Tra le prose, segnaliamo, oltre alle raccolte di novelle di carattere verista (Terra vergine, 1882 e San Pantaleone, 1886), i romanzi il Piacere (1889), l'Innocente (1892), Trionfo della morte (1894), Le vergini delle rocce (1895), il fuoco (1900) e Forse che sì forse che no (1910) e gli scritti memoriali e autobiografici Notturno (1921) e Le faville del maglio (1924 - 1928). Tra le opere teatrali, infine, segnaliamo La città morta (1895) e La figlia di Iorio (1904).
TRAMA
Il romanzo si apre con l'incontro del conte Andrea Sperelli con l'antica amante Elena Muti che egli non vede da circa due anni e che ora trova sposata col ricco e vizioso inglese Lord Heathfield. Elena aveva abbandonato Andrea nel momento culminante dei loro rapporti senza un motivo apparente. Il conte reagisce al brutto colpo ricevuto, dandosi ad una vita depravata nel mondo barocco delle feste, dei ricevimenti e del lusso, passando di donna in donna, alla ricerca di un particolare che rievocasse Elena in ognuna di esse, quindi di un legame che lo potesse consolare.
Purtroppo cercando di sedurre Ippolita Albonico (con il solo scopo di donarle un orologio comprato all'asta sul quale c'era la scritta: "Tibi Hippolyta") entra in conflitto con l'amante Giannetto Rutolo, che lo sfida a duello e lo ferisce gravemente. A causa della ferita riportata a seguito dello scontro, che gli ha lesionato un polmone, Andrea trascorre un periodo di convalescenza a villa Schifanoja, nella campagna di Rovigliano, sotto le cure della cugina Francesca. Qui si rilassa e riprende a scrivere e a studiare, riacquistando la serenità perduta. Ad infrangere la pace ritrovata interviene l'arrivo di un'amica della cugina, Maria Ferres in grado di turbare profondamente il malato per la strana rassomiglianza ad Elena. Il rapporto di amicizia che si instaura tra la signora Ferres e Andrei si trasforma ben presto, con il ritorno a Roma, in amore. Sfortunatamente Sperelli continua ad amare anche Elena oltre a Maria e la confusione di sentimenti di cui è vittima lo spinge per errore a pronunciare il nome di Elena nella prima notte d'amore con Maria: di conseguenza questa lo lascia e il giovane vede infrangersi il suo sogno di esteta.
PERSONAGGI (PRINCIPALI, SECONDARI)
I personaggi principali sono: Andrea Sperelli, Elena Muti e Maria Ferres.
Andrea Sperelli è il protagonista principale della storia, attorno al quale ruota tutta la vicenda narrata nel romanzo.
Da piccolo ha vissuto la separazione dei genitori, con la madre che ha preferito seguire l'amante piuttosto che occuparsi di lui. La cultura di Andrea si arricchisce attraverso studi, letture, viaggi in compagnia del padre e soprattutto a contatto con molteplici esperienze di vita. Tenendo conto dell'insegnamento paterno, il protagonista pone a fondamento della vita il piacere sensuale, la lussuria, la ricerca di avventure amorose, il culto della bellezza della natura, nelle donne e nelle opere d'arte. Andrea, però, non riesce a dominare con la volontà e l'intelletto le sue passioni e curiosità. L'uguaglianza fra la propria vita e un'opera d'arte, insegnatogli dal padre, comporta un impoverimento della propria vita affettiva e dei valori morali, dovuto all'ossessionante ed esclusiva ricerca d'una dimensione estetica del vivere. Un altro ammonimento paterno consiste nel godere di molte sensazioni e nel possedere e dominare gli eventi, anziché restare vittima e cadere nella noia.
Nel protagonista di questo romanzo confluiscono inoltre due opposte volontà: l'intenzione dell'autore di ritrarsi nel suo personaggio e quella del narratore di criticarlo, condannarlo e superarlo come tipo umano.
La volontà autobiografica risulta evidente poiché nel personaggio di Sperelli d'Annunzio incarna sia il frutto delle sue esperienze reali sia i suoi sogni e le sue aspirazioni: Sperelli è ciò che d'Annunzio è e ciò che vorrebbe essere. Così è giovane, elegante, raffinato e piacente come lui, ma è anche come lui non è, nobile, ricco e alto di statura; come lui è un intellettuale, ma Sperelli oltre che poeta è anche incisore; è come lui un seduttore timido e nello stesso tempo cinico, ma diversamente da lui è libero da vincoli coniugali e da obblighi familiari; come lui ha facile accesso nei ritrovi mondani e nei salotti della nobiltà, ma diversamente da lui vi entra come protagonista e non come cronista. La vita di entrambi (D'Annunzio e Sperelli) è fondata sulla doppiezza, sulla falsità, sulla menzogna e sull'inganno.
Elena e Maria costituiscono le due figure che tormentano il protagonista, rappresentano infatti l'una l'opposto dell'altra. Emblematicamente si contrappongono fin dal nome: l'una richiama la donna che secondo il mito trascinò in rovina un intero popolo, l'altra la donna pura della tradizione cattolica. La prima incarna l'ideale dell'amore erotico e sensuale la seconda quello dell'amore spirituale: Elena, nella sua vicenda d'amore si avvale dei versi di Goethe (poeta sensuale), Maria invece ha il suo poeta in Shelley (poeta più malinconico). Elena non ha figli; Maria è madre. Elena ha una cultura superficiale; Maria è colta e ha un'intelligenza sensibile alle cose dell'arte e della musica. L'unica cosa che le accomuna è la voce, che costituisce nel testo il primo indizio di una futura sovrapposizione.
Nel corso della vicenda, Elena consapevolmente e Maria passivamente, le due donne subiscono prima un processo di radicalizzazione dei ruoli (Elena sempre più malvagia, Maria sempre più dolce e tenera), poi un processo d'identificazione che le porta dapprima alla sovrapposizione sentimentale ed erotica dell'una all'altra e, infine, addirittura allo scambio dell'una con l'altra.
I personaggi secondari sono: Lord Humphrey Heathfield, un ricchissimo gentiluomo inglese che Elena sposa per far fronte alla sua crisi finanziaria; Ippolita Albonico, donna che Andrea corteggia con il solo scopo di donarle un orologio sul quale c'era la scritta "Tibi Hippolyta"; Gianneto Rutolo l'amante di quest'ultima che sfida a duello Andrea per avere tentato di corteggiarla; Francesca, la cugina di Andrea che lo cura in seguito alla ferita riportata nella lite con Giannetto; Delfina, la figlia di Maria; il ministro del Guatemala, marito di Maria, scoperto mentre rubava al gioco.
AMBIENTE SOCIALE-GEOGRAFICO
Il romanzo è ambientato prevalentemente a Roma, (sia in interni che nelle piazze) nella sua massima espressione aristocratica, tardo-rinascimentale, barocca, attenta agli avvenimenti mondani tra Palazzo Barberini, Villa Borghese, Piazza di Spagna.
La casa del protagonista, Palazzo Zuccari, viene immaginata in cima a piazza di Spagna; si parla quindi della folla, della scalinata, di Trinità dei Monti, ed anche di alcune vie e piazze vicine, ad esempio piazza Barberini, via Sistina. Un ritrovo di nobili si svolge anche a palazzo Borghese, di cui viene nominata la famosa Galleria Borghese. Un paio di momenti romani si svolgono all'ippodromo e a teatro. La città viene descritta nei suoi colori, a seconda delle stagioni e dell'ora; particolarmente si dà importanza a Piazza di Spagna, che viene osservata e percorsa da Andrea. Viene descritto anche l'interno del palazzo, arredato sontuosamente dal conte Sperelli, in particolare una stanza, dove hanno luogo gli incontri amorosi di Andrea ed Elena, che è molto accogliente: ha tappezzerie, un prezioso letto a baldacchino, un caminetto dove arde sempre il fuoco, e una poltrona dove Elena appoggia i vestiti. L'autore si sofferma molto sulla descrizione della stanza, sul fatto che per Andrea è come un piccolo rito disporre i fiori e profumarla per Elena, in modo da creare una situazione d'intimità.
L'altro posto dove si svolgono le fasi principali della storia è Schifanoja; sappiamo solamente che è in campagna e dista poco dal mare; la vegetazione è molto fitta, mediterranea. La villa dove abitano i protagonisti è molto grande, una tenuta, ed anche lussuosa.
PERIODO STORICO
Le vicende si svolgono in un'epoca realmente esistita, intorno alla fine del 1800. Nella sua massima espressione dell'estetismo, raffinatissimo che spinge l'uomo di cultura a cercare i piaceri nell'effimero e rarefatto mondo del lusso, nel mondo dei salotti urbani, della ricercatezza di forme d'arte che sta ora sorgendo. L'estetismo trionfa nell'elencazione e nella descrizione delle opere d'arte, degli oggetti raffinati e preziosi di cui ama circondarsi la frivola e mondana Roma degli anni Ottanta, nuova capitale, centro del nuovo giornalismo e della nuova editoria.
TEMI
"Il Piacere", considerato enciclopedia del decadentismo, viene definito un romanzo d'avanguardia, scritto tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento (tra Naturalismo francese/verismo italiano e Simbolismo).
Il tema principale è quello dell'estetismo, in altre parole l'esteta è colui che fa della propria vita un'opera d'arte e che vive nel culto esasperato di una Bellezza raffinata ed eccentrica; proprio come fa il protagonista del romanzo. Di conseguenza ne deriva il disprezzo per la mediocre realtà quotidiana (mondo borghese) poiché l'esteta si sente superiore ad essa.
L'estetismo dannunziano trionfa inoltre nella descrizione della città di Roma, la città Eterna. Egli sente queste fascino di Roma cattolica, del Cinquecento e del Seicento, magnifica ed esuberante nella sua sensualità raffinata ed insaporita da una religione quale è il cattolicesimo papale; sente questo fascino estetico, largo, possente, avvolgente.
Infine D'Annunzio si fa portavoce dell'estetismo anche attraverso la cultura, che deve ricercare il bello, "illuminare" le menti del nuovo pubblico nascente e deve infondere in loro il piacere per la bellezza.
Un altro tema fondamentale è quello dell'amore. Elena rappresenta la passione, mentre Maria è simbolo di purezza.
Se l'amante sensuale, Elena, risulta falsa, voluta per forza è l'altra, l'amante buona e santa, Maria Ferres. Dovrebbe essere una creatura ricca di tutte le più nobili doti dell'anima, che disprezza l'adulterio; invece, la bontà di Maria, è tutta falsa; e basta leggere il diario di lei che evidenzia la sua falsità.
I due amori alla fine s'intrecciano: Elena, ritornando a Roma dopo il nuovo matrimonio, va a ritrovare Andrea forse per il fascino della vecchia passione, per curiosità, incerta essa stessa di ciò che potrebbe accadere in tale incontro; ma tutto questo non appare poiché diventa fredda perfida e vendicativa. Andrea, di fronte a questi momenti di desiderio e gelosia riacquista sincerità ed immediatezza. Infine, quando nella prima notte d'amore con Maria, Andrea, nell'impeto della passione, si lascia sfuggire l'invocazione di Elena, tutto crolla e Maria, inorridita, fugge.
TECNICHE NARRATIVE
Nel romanzo fabula e intreccio non coincidono. Infatti nell'opera il narratore inserisce delle analessi, spesso descrittive e psicologiche: un lungo flashback che riporta la passata relazione tra Andrea ed Elena all'inizio del romanzo, e altri flashback che impiega più avanti per vitalizzare la narrazione e per coinvolgere maggiormente il lettore nella ricostruzione degli avvenimenti, stimolando la memoria.
Il narratore è onnisciente: riporta la maggior parte dei pensieri e degli stati d'animo del protagonista soprattutto nel libro secondo; è però un narratore esterno palese alla storia (il romanzo viene scritto in terza persona). Il punto di vista è a focalizzazione zero.
GENERE LETTERARIO
Il piacere può essere considerato un romanzo autobiografico, anche se non viene espresso volontariamente dall'autore.
LINGUAGGIO
Il linguaggio usato è quello ottocentesco, compaiono numerosi neologismi e termini propri delle lingue straniere, ma allo stesso tempo anche arcaismi in latino e greco antico. Nel romanzo si nota anche un'accuratezza nella scelta di parole rare e preziose e di nomi esotici o semplicemente sonori.
La prosa utilizzata è ricca ed elegante ma allo stesso tempo allusiva, suggestiva e musicale: la lingua del romanzo perde spesso la sua funzione comunicativa per acquistarne una espressiva.
COMMENTO
Ho trovato il romanzo "Il piacere" noioso e pesante. La lettura non è stata molto scorrevole, infatti ho incontrato diversi problemi nel proseguimento della storia dovuti al linguaggio e ai riferimenti artistici, musicali, mitologici.Le descrizioni dei luoghi e dei personaggi sono troppo accurate e dettagliate.
Nonostante ciò è particolarmente significante la descrizione della città di Roma che è riuscita a trasportarmi con il pensiero nel luogo descritto.
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