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Il gioco rubato, michela turra




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IL GIOCO RUBATO

Michela Turra



Esercizio pag. 160 n° 6


CARATTERISTICHE  DELLA FAMIGLIA DI ZIAD (Shihadeh)


La famiglia di Ziad era una delle tante famiglie arabe povere, numerose, con problemi economici che non permettono nemmeno la cura dei propri figli.


ZIAD: è un quindicenne arabo, fedele alla sua religione anche se un po' confuso su che atteggiamento usare nei confronti degli ebrei a causa delle diffamazioni che sente da parte degli arabi e di suo padre e a causa di una amicizia con un ebreo che pare sembra essergli veramente amico. Il rispetto che ha verso il padre lo spinge a evitare gli ebrei e a consideragli male, mentre l'amicizia con l'ebreo lo confonde tanto da non sapere più come agire. È un ragazzo molto maturo, anche se a scuola è poco brillante. Un posto nella sua vita sentimentale è già occupato da Fatima, una ragazza che con il matrimonio combinato dovrà sposare.

AHMED: è il fratello maggiorenne, un diciottenne zoppo perché ferito ad una gamba in guerra. È un ragazzo con idee verso gli ebrei ben stabilite e chiare come quelle del padre, infatti li evita il più possibile e sgrida Ziad perché non tollera che frequenti un ebreo.

SEMIR e FATIMA: sono due gemelli lattanti, ammalati e incurabili perché la famiglia, essendo povera non riesce a curarli.

JASMINE: è la sorella di otto anni

ALI': è il fratello di otto anni

NADA: è la mamma, ha un grande istinto materno, è protettiva nei confronti di Ziad nato senza alcun dolore e senza avergli recato alcun problema, è premurosa e molto indaffarate nel lavoro di casalinga

OMAR: è il padre, ortodosso, cioè molto attaccato alla religione, un uomo che occupa ruoli importanti nella vita sociale, suscita tanta soggezione, reverenza e rispetto a Ziad

KALED: cuginetto di un anno morto di proposito mentre faceva una passeggiata con suo fratello


CARATTERISTICHE DELLA FAMIGLIA DI DAVID (Koven)


È una famiglia ebrea abbastanza ricca, non numerosa.


DAVID: è un ragazzo tredicenne, ebreo, sensibile, sempre pensieroso, poco incline agli entusiasmi, intelligente, aspirante scrittore o politico, maturo, introverso, brillante in ambito scolastico, un sognatore, amante dei viaggi. È un ragazzo che non cerca di evitare gli ebrei, anzi cerca di capirli, di conoscerli meglio

SARA: è la sorellina, una bambina di circa nove anni dai capelli biondi, tutti un boccolo, con un visino tondo, due occhi verde splendenti, tante lentiggini e un piccolo naso affilato. È una bambina molto curiosa, ma ingenua, ancora non ha ben chiaro dei conflitti e dei problemi che i suoi genitori stanno affrontando

DEBORAH: è la mamma, una donna molto apprensiva, una casalinga che smise gli studi per amore di suo marito che la preferiva lavorare in casa

AMOS: è il padre, un dottore, con idee molto rigide sugli arabi e sui rapporti da tenere con loro seppure svolge una professione umanitaria che contrasta con la sua intransigenza politica. È un ortodosso che impartiva ai suoi figli un'educazione piuttosto severa, cercando di inculcare in loro in modo rigido i principi dell'ebraismo. Nei confronti della moglie invece la preferisce casalinga,

DANIEL: è lo zio, un tipo stano che non annuncia mai il suo arrivo, appare e scompare con la sua motocicletta senza preavviso a seconda dei desideri, dei sentimenti e delle emozioni. Ha amici arabi, infatti non ha pregiudizi contro gli ebrei, perciò ha anche aiutato David ha coltivare l'amicizia nata con Ziad. È convinto che gli ebrei non hanno poche colpe, compresa quella di sfruttare la mano d'opera palestinese.


Esercizio pag. 161 n° 8


CAPITOLO 12


Era una bella giornata di sole quando Debora e i suoi figli, osservando uno strano via vai dalla casa di Abdallah, si incuriosirono e scoprirono che Abdallah era morto quel giorno nel luogo in cui desiderava morire e ora lo stavano riportando a casa.

Tutti rimasero sconcertati e perplessi, specialmente David.

Durante il pomeriggio ci fu il funerale e tanta gente si stava avviando verso la moschea per la celebrazione della messa, così Debora decise di unirsi alla massa, mettendosi proprio vicino a Ziad.

In quel modo pensava che i rapporti con gli arabi sarebbero con il tempo migliorati e che quello sarebbe stato l'inizio verso la pace, sapendo anche che se Abdallah fosse stato vivo lo avrebbe voluto e ne sarebbe rimasto fiero.

Durante il tragitto conobbe Ahmed, il fratello di Ziad, il quale durante la sua conoscenza rimase indifferente alla sua presenza.

La donna decise di entrare nella moschea, aspettò un po' poi decise di andarsene, ma prima di uscire Ziad, come se fosse in obbligo, volle mostragli da lontano suo padre che trasportava la bara, parlando di lui con molta fierezza.

Quando la donna se ne andò il fratello lo sgridò, ma la conversazione finì perché il rito li coinvolse.

Abdallah venne sepolto nel cimitero insieme a sua madre.



Questo è stato un capitolo interessante, ma non sorprendente in quanto leggendo il capitolo precedente avevo già immaginato dal comportamento e dalle parole di Abdallah che sarebbe morto.

Mi ha più stupito il fatto che Debora abbia partecipato al funerale, e che teneva quindi ad Abdallah più di quanto pensassi.



CAPITOLO 15


Ziad, incredulo guardava fuori dal finestrino, tutto era magnifico: le nuvole, le hostess, gli arabi e gli ebrei seduti insieme. Ma forse si stava sbagliando, probabilmente tutto era un sogno e a momenti suo padre sarebbe venuto a svegliarlo.

Grazie, però, al pizzicotto di David, capì che tutto era reale. La madre di Ziad era stata davvero in gamba nel convincere il padre a mandarlo.

Scoprendo di essere di nuovo incinta ne approfittò e spiegò a suo marito che se lo avesse mandato in Francia, avrebbe dovuto sfamare una persona in meno.

Fino all'ultimo monumento Ziad era insicuro se lo avessero fatto partire, ma ora si ritrovava su quell'aereo ad ammirare con David il panorama dal finestrino, insieme a Daniel.


Questo capitolo è stato davvero sorprendente perché non mi sarei mai aspettata che dopo tutti i problemi in corso sarebbero riusciti a partire. La fine non è tanto realistica perché non credo che nella realtà possa accadere una cosa del genere. Secondo me la scrittrice ha esagerato  e fantasticato un po' nel finale e lo ha quasi rovinato, da una storia che può sembrare veramente accaduta si è passato a un lieto fine simile a quello delle favole.

Esercizio pag. 161 n° 10


RIASSUNTO



"Il gioco rubato" è un romanzo che tratta la storia di un'amicizia nata per caso, a causa di un incidente con una palla, fra un ebreo di nome David e un arabo di nome Ziad.

Questa amicizia però è nata in un contesto ostile, pieno di pregiudizi e diffidenze di adulti che la rendono difficile, ma non impossibile.

Infatti la guerra, ma specialmente i padri dei due bambini creano un ostacolo insormontabile per mantenere la loro amicizia, ma grazie alle azioni di Abdallah, un anziano e saggio maestro arabo e di Daniel, lo zio di David, la loro amicizia riesce a mantenersi solida e piena di speranze.

Questa amicizia, nascosta alle famiglie, ad eccezione della madre di David che era al corrente di tutto e che li aiutava per nasconderlo al marito, riuscì ad essere ignota a tutti, fino a che un giorno il padre di David, Amos, dimenticandosi qualcosa a casa e tornò indietro, trovando così quel ragazzino arabo a lui sconosciuto nel suo giardino a giocare tranquillamente con suo figlio.

L'amicizia si complicò ancora di più quando David decise di andare di nascosto a trovare Ziad, incontrando sfortunatamente tutta la sua povera famiglia davanti, ma soprattutto suo padre, che appena ritornato da La Mecca, arrabbiato, non se lo aspettava.

Da quel giorno non si rividero più perché da quel momento tutti erano al corrente di ciò che stava accadendo, e quindi i due poveri ragazzi non si sarebbero più rivisti per andare a divertirsi, ma soprattutto per fare altre gite, che già in precedenza avevano fatto, con Daniel.

A Ziad tutto sembrava ormai terminato, ma non per David sapendo che in un modo o nell'altro avrebbe fatto un viaggio in Francia con Ziad grazie a Daniel.

Quando a Ziad venne riferito di questo viaggio tramite un amico di Daniel arabo di nome Jamil non rimase entusiasta, perché era convinto che con la severità di suo padre non ci sarebbe andato e che anche il padre di David non lo avrebbe permesso.

Ma inaspettatamente si ritrovò su un aereo diretto in Francia con David e Daniel perché quella sera provò a chiederlo a sua madre che riuscì a convincere il marito perché commosso scoprendo che sua moglie era di nuovo in cinta, acconsentì amaramente pensando che così avrebbe sfamato una bocca in meno.

David, invece, si trovava su quell'aereo grazie a suo padre, il quale dopo averci riflettuto, acconsentì perché sapeva che in Francia non ci sarebbero stati problemi a vedere un arabo e un ebreo insieme.


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