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SCHEDA DEL LIBRO:
Titolo: Fontamara genere: La condizione contadina
Notizie sull'autore
Ignazio Silone, pseudonimo di Secondo Tranquilli, nasce a Pescina dei Marsi, in provincia dell'Aquila, il 1 maggio del 1900. Ben presto si ritrova orfano e indigente; deve abbandonare gli studi e guadagnarsi da vivere. Ancora giovanissimo partecipa alle lotte contadine e operaie; aderisce entusiasta al Partito Comunista fondato da Gramsci nel 1921 e ne diviene membro dell'Ufficio stampa. Nel 1926, quando vengono aboliti tutti i partiti politici tranne quello fascista, Silone fugge all'estero, stabilendosi in Svizzera. In quello stesso anno esce dal Partito, di cui non condivide l'adesione allo stalinismo. L'impegno politico dell'autore continua attraverso le sue opere ('Fontamara', 'Vino e pane', 'Il seme sotto la neve', 'Il segreto di Luca').
Ignazio Silone muore a Ginevra il 22 agosto del 1978.
Sintesi del racconto
Fontamara è un piccolo paese situato nell'aspro Appennino abruzzese; qui i cafoni, braccianti ignoranti e indigenti, vivono di stenti lavorando l'arida terra. Il fascismo è salito al potere, ma i Fontamaresi non ne vengono informati finché, un giorno, al villaggio arriva il cav. Pelino, un graduato della Milizia che raggira i cafoni e li convince a firmare un foglio bianco. Quel foglio diverrà in seguito un documento legalmente valido che permetterà al podestà di appropriarsi del ruscello di Fontamara, privando i contadini dell'acqua necessaria alla coltivazione. Troppo tardi i cafoni comprenderanno il tranello e potranno solo rassegnarsi al proprio misero destino: per i cafoni mai nulla è cambiato, né mai muterà. Nel corso della loro storia essi hanno sempre subito i soprusi dei potenti, ma mai si erano trovati di fronte a un regime tanto autoritario; non possono nemmeno ricorrere all'aiuto delle autorità, servili nei confronti del podestà. Il prete don Abbacchio, l'avvocato don Circostanza e tutti coloro che l'autore definisce ironicamente 'galantuomini' stanno dalla parte del più forte. Di fronte agli inganni, i cafoni non sanno come reagire; vorrebbero ribellarsi, ma ne temono le conseguenze e soprattutto non si uniscono in un'azione comune, perché ciascuno pensa ai propri interessi e non vuole compromettersi. Solo Berardo Viola, il cafone più forte, è dinamico e lotta contro le istituzioni per il bene di tutti, ma i Fontamaresi non lo seguono fino in fondo. Una sera gli squadristi giungono a Fontamara e compiono ogni sorta di violenze, senza che nessuno si ribelli; in seguito i Fontamaresi sono chiamati a discutere per una nuova distribuzione dei terreni fertili, ma vengono nuovamente truffati dal podestà che se ne appropria in nome del regime; perfino il prete deruba i poveri contadini facendosi pagare per dire una messa Ma quando questi sarebbero disposti a lottare, il loro capo Berardo rinuncia perché ha i suoi interessi da difendere: si è innamorato di Elvira, desidera sposarla ma per farlo deve prima trovare un lavoro. Egli si reca allora a Roma per accumulare un po' di denaro; nonostante la sua buona volontà, parecchi ostacoli burocratici glielo impediscono; Berardo è arrestato insieme a un facinoroso, l'Avezzanese; da Roma giunge la notizia della morte di Elvira e proprio quando la vita di Berardo pare un fallimento, egli dà una svolta decisiva e coraggiosa alla sua vita: si sacrifica perché le vicende dei cafoni siano rese note a tutti dai giornali clandestini, diretti appunto dall'Avezzanese. Berardo muore atrocemente in carcere, divenendo il simbolo dei Fontamaresi; essi prendono finalmente un impegno politico denunciando i soprusi del regime fascista, ma la loro azione è subito stroncata nel sangue dai militi. Molti muoiono, tuttavia una famiglia si salva, e dopo un lungo pellegrinaggio raggiunge Silone per raccontargli la triste avventura dei cafoni di Fontamara..
Nuclei tematici
La situazione contadina al sud
La falsa religiosità
L'abuso sui più ignoranti
Personaggi
Non si ha un protagonista principale nel racconto; nel testo si raccontano le vicende di una intera comunità; l'unico personaggio che spicca anche se in maniera lieve è Berardo
Berardo è l'unico personaggio che possiede una coscienza collettivistica e che quindi cerca per di far cambiare la situazione di soprusi per dare la felicità al popolo intero.
Collocazione spazio - temporale degli avvenimenti
Il racconto è ambientato a Fontamara, un paesino della Marsica (in Abruzzo), che è anche la regione natale dell'autore. Fontamara si trova in montagna, isolata dal resto del mondo e quindi da tutti gli avvenimenti che coinvolgono i cittadini; ogni innovazione giunge al paese anni dopo (come dimostra l'assenza di energia elettrica) e le notizie che arrivano sono spesso errate o male interpretate
Anche se all'interno dell'opera non troviamo precisi riferimenti cronologici, è possibile collocare le vicende narrate nel 1929. L'ambientazione cronologica dei fatti è dunque all'epoca del fascismo e tutto il racconto si basa sui ricordi che una famiglia Fontamarese narra minuziosamente a Silone.
Ideologia dello scrittore
Silone descrive la situazione di ignoranza e di miseria dei cafoni, i contadini meridionali; agricoltori che, abbandonati dalle istituzioni, non sanno mutare la propria condizione. L'arretratezza che attanaglia Fontamara non può essere attribuita a nessuno se non agli stessi cafoni; essi, come afferma lo stesso Silone, preferiscono vantaggi personali immediati a miglioramenti futuri dell'intera società. Sono una massa che non sa né vuole agire, perché teme di subirne le conseguenze. L'autore era un cafone, ma aveva una capacità critica superiore agli altri; il suo coraggio, dimostrato nella resistenza al regime fascista, lo rende diverso dai pavidi cafoni. L'autore mette in luce anche l'importanza della cultura come mezzo di difesa contro i soprusi delle persone dotte ed approfittatrici: se i Fontamaresi avessero compreso fin dall'inizio l'inganno, avrebbero agito diversamente.
Inoltre non appoggia l'atteggiamento della Chiesa, remissiva di fronte ai potenti; simboleggiata da don Abbacchio, un personaggio vile che tradisce quelli che dovrebbero essere i suoi principi morali per usufruire dei privilegi che solo chi stava con i potenti poteva godere; nelle mani del prete anche i sacramenti diventano una merce, spesso troppo costosa per i cafoni; ed è per questo che lo scrittore invita i lettori alla vera cristianità, che si dimostra aiutando la gente come i suoi poveri compaesani.
Silone riesce con il suo testo a raccontare la situazione del tempo in maniera esauriente ma senza annoiare il lettore.
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