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"Il deserto dei Tartari"
di Dino Buzzati
Tempo
Non è stato scritto il periodo esatto in cui si svolge il racconto, ma, approssimativamente, possiamo collocarlo nell'800, grazie alla presenza delle lampade ad olio e delle carrozze e l'assenza delle automobili. Molto particolare è che nei primi ventuno capitoli vengono trattati solo quattro anni della sua vita, mentre nei restanti sei, gli altri venticinque anni. I primi quattro anni sono descritti in modo ampio e dettagliato per molti capitoli, per far capire al lettore la monotonia del posto e la lunga attesa di Drogo che poi si trasforma in abitudine e il tempo passa più velocemente.
Il tempo è scandito dal giorno e la notte, dalle stagioni e dall'invecchiamento del protagonista.
Spazio
Drogo, uscito dalla sua città, si trova in un ambiente rurale caratterizzato da prati, campi di granturco e da una strada bianca, che si trasforma in una montagna rocciosa e scoscesa descritta come sinistra e sospetta. L'autore descrive l'ambiente attraverso il realismo, ma con elementi quasi fantastici, come per esempio alla fine del primo capitolo con la frase "Come uscito da un incantesimo". La maggior parte del racconto si svolge nella fortezza Bastiani, una roccaforte descritta, a primo impatto, come una "striscia rettangolare di colore giallastro" e inseguito molto più dettagliatamente in tutti i suoi particolari. Il colore giallastro o giallo è molto ripetuto nel testo perché, siccome l'autore lo considera associato all'angoscia e alla minaccia, serve a caratterizzare il luogo in modo più psicologico. Nessuno riesce ad andare via dalla fortezza perché diventa un'ossessione per tutti perchè la vita dei soldati all'interno di essa ha un senso, cioè quello di combattere i Tartari, mentre al di fuori non hanno uno scopo, si coglie il vuoto esistenziale.
Il deserto, luogo molto importante nel testo, rappresenta il futuro, la speranza e il posto da dove dovrebbe arrivare un'opportunità.
La città, infine, è il luogo degli affetti che con il tempo diventa un posto estraneo, della solitudine e rappresenta ciò che Drogo ha perso.
Personaggi
Il protagonista è Giovanni Drogo, è un personaggio statico che attende l'evento per dare senso alla sua vita, senza pensare al tempo che passa.
Gli altri personaggi secondari non sono descritti dettagliatamente e rappresentano ognuno un modo diverso di vivere. Ortiz è il personaggio che può essere considerato l'amico di Drogo e può essere considerato la proiezione di Drogo stesso.
Stile
Lo stile è di tipo giornalistico con aperture liriche che gli conferiscono una maggiore elevatezza.
Sintassi: lineare, piana e giornalistica ricca di frasi ellittiche.
Lessico: è colloquiale e comune con l'uso di termini del linguaggio specifico, per lo più tratti del gergo militare, alpinistico. Sono presenti parole semplici, ma usate in costruzioni particolari che elevano lo stile. Le figure retoriche più frequenti sono la metafora, l'anafora e la personificazione.
Ritmo narrativo: all'inizio del racconto è lento, ma con il susseguirsi degli anni aumenta di velocità. Nell'ultima parte sono presenti molti flash back per spiegare alcuni fatti imprecisati.
Narratore: è una voce esterna e onnisciente per sottolineare il senso di mistero; interviene nel racconto incoraggiando il protagonista e dandogli consigli.
Commento
Mi piace molto come scrive Buzzati perché il libro nonostante sia lento e molto descrittivo, è scorrevole da leggere senza essere noioso.
Tuttavia non mi è piaciuta moltissimo la trama perché ha un contesto militare, argomento e ambientazione che generalmente non mi piacciono e neanche in questo caso ho riscontrato spunti di qualche interesse. Lo svolgimento della storia è complessivamente monotematico: il lungo scorrere del tempo in attesa di un evento che non accade mai, ma anzi quando accade vede il protagonista lontano dagli eventi è decisamente triste.
Avevo già letto un libro di Buzzati, a mio giudizio molto più bello e interessante, "Il panettone non bastò", una raccolta di racconti sul tema natalizio.
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