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TITOLO : Don Chisciotte della Mancia
AUTORE : Miguel De Cervantes
Scrittore spagnolo nato nel 1547 ad Alcalà de Henares (Spagna). Di lontane origini ebraiche, la sua famiglia non godeva di alcun prestigio sociale considerata la situazione degli ebrei nella Spagna di Carlo V e durante il lungo regno di Filippo II . Nel 1569 ricercato dalla polizia Cervantes fuggì in Italia dove trascorse sei anni prima a Roma, poi al sud. Il 7 Ottobre 1571 prese parte alla battaglia di Lepanto nella quale perse parzialmente l'uso della mano sinistra. Tornato in Italia soggiornò tra Napoli e Messina fino al 1575 quando decise di tornare in Spagna dove però non arrivò che cinque anni dopo poiché fu catturato da alcuni pirati presso Marsiglia e tenuto prigioniero finché la sua famiglia non poté pagare il riscatto. Nel 1580, finalmente in Spagna, Cervantes cercò di aprirsi varie strade senza successo e pubblicò alcune opere che vide rappresentate ma delle quali ce ne pervengono solo due: "El cerco de Numancia" (L'assedio di Numanzia) ed "El trato de Algeri" (Il mercato di Algeri). Le altre opere andarono perdute e tra queste la "Batalla naval" l'opera narrante la battaglia di Lepanto. Nel 1585 un modesto editore permise a Cervantes di pubblicare la prima parte di un romanzo, "La Galatea", che però egli non riuscì mai a completare nonostante avesse promesso più volte di farlo. Nel 1615 pubblicò "Ocho comedias y ocho entremeses nuevos nunça representados " (Otto commedie e otto intermezzi nuovi mai rappresentati) che però non riuscì mai a vedere. Miguel de Cervantes morì a madrid nel 1616.
Oltre al Don Chisciotte (1597), Cervantes scrisse moltissime opere minori mantenute nell'ombra addirittura per secoli proprio dalla grande creazione del Don Chisciotte.
TRAMA :
"L'età rasentava i cinquant'anni: era di corporatura vigorosa, secco, col viso asciutto, molto mattiniero e amante della caccia". Così viene presentato dall'autore Alonso Chesciana, piccolo proprietario terriero residente in un borgo della Mancia, in altre parole il protagonista del racconto. La storia inizia improvvisamente e in modo alquanto singolare: si dice che egli si dilettasse nella lettura di libri di cavalleria, e che passasse talmente tanto tempo a leggerli che stava per perdere la ragione. Capita quindi che nel protagonista si accende come una scintilla l'idea di farsi cavaliere errante e di ergersi in difesa dei deboli contro gli oppressori, di vendicare torti e di appianare liti. Come ogni cavaliere che si rispetti, ha bisogno di un'amata e decide che Aldonza Lorenzo, una contadina che vive in un villaggio lì vicino, possa essere la donna ideale per ricoprire tale ruolo e decide inoltre di ribattezzarla Dulcinea del Toboso. E' a costei che saranno rivolte tutte le future imprese. Sale quindi su un suo vecchio ronzino, che ribattezza Ronzinante, e parte in cerca di avventure.
Nella prima uscita si fa armare cavaliere da un oste e cambia nome in Don Chisciotte, ma per essere in regola con quanto sostengono i suoi libri, manca ancora uno scudiero. Assolda per questo un villano, il cui nome è Sancio Panza, con la promessa di dargli in cambio il governo di una delle tante isole che conquisteranno strada facendo.
A questo punto i due vivono una serie incredibile di avventure, in cui spesso hanno la peggio, che vedono sempre Don Chisciotte credere che oggetti o persone siano in realtà giganti, mostri e maghi, protagonisti dei suoi romanzi. Gli avvenimenti accadono molto rapidamente, all'improvviso, e oltretutto non sembra esserci un ideale filo che li collega; non è presente uno che abbia abbastanza "peso" da orientare la narrazione verso una determinata direzione, o che attiri a sé tutti gli altri. Tuttavia, sullo sfondo, i due personaggi si muovono, anche se le avventure che essi vivono, che in teoria dovrebbero essere di relativa importanza, costituiscono la spina dorsale della storia.
Successivamente il protagonista, arrivato in Sierra Morena, incontra Cardenio. Questi racconta di nascondersi per quelle montagne per via del tradimento dell'amico Don Fernando, che ha sposato con l'inganno la sua amata Lucinda. Per la rabbia vive quindi nascosto per quelle valli vivendo d'elemosine e di ciò che la natura gli offre.
Don Chisciotte decide quindi di imitarlo, e riesce a convincersi di essere impazzito d'amore per Dulcinea del Toboso. Le scrive una lettera nella quale parla dello stato d'alienazione mentale in cui si trova, e incarica Sancio di recapitarla. Sulla strada del ritorno, però, Sancio Panza incontra in un'osteria due compaesani: il curato e il barbiere. A loro racconta tutte le sue avventure e dove si trova Don Chisciotte. I tre a questo punto progettano un piano, secondo il quale uno di loro fingerà di essere una regina bisognosa del suo aiuto, per riportare a casa il cavaliere.
Chisciotte, anche con l'aiuto di Cardenio, viene riportato al suo paese con facilità.
Qui finisce la prima parte del romanzo, e ne inizia una nuova in cui il suo scopo è recarsi a Saragozza dove si dice che si stanno radunando i più valorosi cavalieri del tempo. In tale impresa è spinto da un nuovo personaggio, il baccelliere Sanson Carrasco, che oltre a questo gli riferisce della pubblicazione di un libro, ormai divenuto famosissimo, in cui si narrano le sue gesta; inoltre è a conoscenza di un secondo volume che sta per essere pubblicato, e il cui autore si crede sia un moro.
Galvanizzato dalla presunta immortale fama che ha ormai raggiunto, Chisciotte parte con Sancio alla volta della città. Tuttavia, i due personaggi non sono più quelli del primo volume, ma, grazie all'esperienza accumulata, hanno imparato a vivere, a riconoscere i pericoli e quindi a muoversi meglio nella realtà, anche se gli oggetti dei desideri che inseguono sono gli stessi (ricchezza e potere per lo scudiero e fama per l'altro).
Durante il loro cammino, incontrano un cavalleggero che ha intenzioni bellicose. In realtà, il "Cavaliere del Bosco" cui si trova far fronte il protagonista, altri non è che Carrasco travestito, che pensando di vincere a duello, crede di poterlo convincere di tornare a casa e rinunciare al viaggio.
Sfortunatamente Chisciotte vince, vanificando l'intento del baccelliere, e prosegue lungo la sua strada, affrontando immaginari pericoli e vivendo le più strane e comiche avventure. Il racconto continua in questo modo fino a quando i due personaggi principali arrivano a Barcellona: qui c'è un altro cavaliere che attende di affrontare Don Chisciotte: "Il cavaliere della Bianca Luna" (si tratta sempre di Sanson Carrasco). A differenza del primo duello, però, è quest'ultimo ad avere la meglio, e impone allo sconfitto di rinunciare al suo sogno di paladino errante e di fare ritorno al proprio paese.
A contatto con una triste realtà, ormai stanco di combattere Don Chisciotte tornato nella sua terra natale, si ammala, e sul letto di morte rinnega tutto ciò in cui ha creduto: dal nome, che ridiventa Alonso Chesciana, a tutte le sue eroiche imprese, e dà l'addio ad una vita che gli ha conferito gloria e immortalità.
PERSONAGGI :
I personaggi sono descritti in modo diretto dal narratore mediante precise indicazioni sulle loro caratteristiche fisiche, culturali, psicologiche e sociali.
I personaggi principali sono:
Don Chisciotte: galantuomo alto, asciutto, secco, difensore di grandi ideali, colto e intelligente. Alla fine solo lui sarà il personaggio vero, autentico mentre tutti coloro che hanno interagito con lui hanno fatto finta di essere ciò che non erano solo per deriderlo cinicamente. Hanno avuto una doppia faccia osi come la realtà.
Sancio Panza: basso, tarchiato, ingenuo, credulone e materialista. Lui aiuta il cavaliere con l'unico scopo di arricchirsi e di ottenere il governo di un isola.
Altri personaggi di rilevante importanza sono:
Dulcinea, l'oste,il curato, il barbiere, Sanson Carrasco, il duca e la duchessa.
I personaggi secondari sono:
Tutti coloro che il cavaliere incontra nei suoi viaggi (i caprai, Marcella, Dorotea, Camaccio, Basilio, il cavaliere del bosco, il cavaliere della bianca luna, ecc.)
TEMA :
Il tema principale è la follia, la sola scappatoia che ci sottrae alle regole che governano la società e alla realtà, di cui sono sottolineate mutevolezza e ambiguità, in cui l'ipocrisia la fa da padrona. I valori predominanti interessano la sfera materiale, e rifuggono da quegli ideali d'onestà, liberalità e magnanimità in cui credeva il protagonista.
Infatti finché Don Chisciotte vive nel suo mondo, nel mondo in cui si identifica, vive felice la sua esistenza ma è proprio quando viene a contatto con la dura realtà, quella che ha spazzato via le sue teorie, le sue certezze, quella nella quale tutto e tutti hanno una doppia faccia che si ammala e muore: per l'amarezza di non poter vivere una vita come avrebbe voluto che fosse.
INDICAZIONI SPAZIO-TEMPORALI :
Lo spazio è vastissimo e vengono date alcune indicazioni di carattere generale: ci si trova in Spagna, nella Mancia, e le azioni si svolgono tra Barcellona, Saragozza e nei piani di Montiel, le vicende si svolgono prevalentemente in spazi aperti.
Nel romanzo non si trovano indicazioni temporali specifiche ma si può intuire da alcuni elementi di carattere storico (il declino della Spagna dopo Carlo V e Filippo II) che le vicende sono collocate all'inizio de XVII secolo.
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