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Bob dylan - blowin' in the wind, soffia nel vento




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BOB DYLAN



Bob Dylan è una delle figure più importanti e controverse della musica americana. In quasi quaranta anni di attività artistica, ha saputo conquistare i livelli più elevati del tempio della musica.


Gli anni '60

Bob Dylan nasce come Robert Allen Zimmerman, a Duluth, una piccola cittadina del Minnesota, quasi al confine con il Canada, il 24 Maggio 1941. Dopo pochi anni la sua famiglia si trasferisce nella vicina Hibbing, un centro minerario. Qui, decide di imparare a suonare il pianoforte e fonda il suo primo gruppo rock: I Golden Chords. Buddy Holly, Elvis Presley, Gene Vincent sono i suoi preferiti, gli stessi di alcune migliaia di giovani come lui.


Nel 1960 Dylan arriva a New York, per andare a trovare il suo idolo Woody Guthrie e soprattutto per cercare la strada del successo. Riesce a inserirsi in una cerchia di cantanti folk e inizia ad esibirsi nei locali del Greenwich Village. La voce di Dylan, aspra e tagliente, il suo stile rozzo ma efficace, colpiscono la critica.

È il folk, infatti, la forma musicale che il movimento giovanile ha scelto in quegli anni come bandiera. La politica si fondeva con il folk attraverso quelle canzoni dette 'di protesta', che proprio Dylan era destinato a far conoscere al mondo intero. In quei mesi, Dylan canta soprattutto composizioni di Woody Guthrie o comunque nel suo stile, e incide il primo LP per la Columbia, "Bob Dylan" (1962), che passa però quasi inosservato. Il suo secondo album, "The Freewheelin' Bob Dylan", invece, spopola con un brano memorabile come 'Blowin' in the wind', inno di pace per antonomasia, che lancerà Dylan nell'olimpo dei folk singer, con Pete Seeger, Joan Baez & C. In questo periodo Dylan incide alcuni dei suoi classici: 'A Hard rain's a-gonna fall', 'Masters of war', 'Don't think twice, it's all right'. La consacrazione avviene a Newport, nel 1963, dove Dylan verrà eletto praticamente come il Re del Folk.


La sua vita privata è segnata da un amore intenso e sofferto con Suze Rotolo, che però si conclude male. Seguono anni e album di grande successo: 'The times are a-changin'' è la conferma di Dylan come cantore della protesta. Le sue sono canzoni contro la guerra, contro le ingiustizie sociali, contro i vecchi borghesi bigotti.

Ma anche Dylan sta cambiando. Crescendo si fa più introspettivo. I suoi testi iniziano a parlare dell'aspetto interiore dell'uomo, oltre che del suo impegno sociale. In "Another side of Bob Dylan" non c'è più traccia dell'impegno sociale degli album precedenti.

Dylan si guarda dentro e scopre cose nuove. Incontra i poeti della 'beat generation', come Ginsberg e Ferlinghetti, che lo aiutano nella sua maturazione artistica. E le sue liriche ne risentono profondamente. L'anno successivo esce il nuovo disco "Bringing It All Back Home", che sancisce un ritorno al rock 'n' roll. Canzoni come 'Maggiès Farm', 'Subterranean Homesick Blues', 'It's all over now baby blue' sono una felice fusione di ritmi rock 'n' roll e testi 'impegnati' nello stile del folk. Una miscela che toccherà i vertici delle classifiche che verrà chiamata semplicemente 'folk-rock'.


Dopo un tour trionfale in Inghilterra, rigorosamente acustico, Dylan torna negli Usa e si esibisce al Newport Folk Festival, tempio della musica folk, imbracciando una chitarra elettrica, accompagnato da un gruppo rock. Il pubblico allibito, però lo fischia, reclamando il 'vecchio Bob' e la chitarra acustica.

Ma ormai Dylan sta cambiando di nuovo. E inizia così una nuova tournée in giro per il mondo che culmina con gli show alla Royal Albert Hall nel maggio del 1966. Concerti che suscitano entusiasmo nella prima parte, con Dylan solo sul palco, ma anche grida e fischi nella seconda, in cui il cantautore si fa accompagnare dal suo gruppo. Nel frattempo escono due album fondamentali: nel '65, "Highway '61 Revisited', con brani memorabili come 'Like a rolling stone' e 'Desolation row', e, l'anno successivo, il doppio "Blonde On Blonde", uno dei suoi capolavori, con gemme come 'Just like a woman', 'Visions of Johanna', 'I want you' e molte altre.


Al ritorno dall'Inghilterra, il cantautore americano è all'apice della popolarità.

Una mattina di luglio Dylan cade dalla moto e viene ricoverato in ospedale. Per più di un anno, nel quale viene dato per morto, o impazzito, orrendamente mutilato, Dylan non si fa vedere in giro. Scopre così la famiglia (si era sposato in gran segreto nel 1965), si rinchiude con i suoi amici della Band, in una cantina e registra decine e decine di canzoni, di cui solo poche vedranno la luce, nel 1975, nel doppio "The Basement Tapes".


Nel 1968, pubblica "John Wesley Harding", un disco di canzoni-parabola, con molti riferimenti alla Bibbia, musicalmente molto semplice, un basso acustico, una batteria e la sua chitarra, proprio nell'anno della nascita del nuovo rock che lui stesso aveva contribuito a creare. L'album fra l'altro, contiene la famosissima 'All Along The Watchtower'. L'anno seguente, Dylan collabora con Johnny Cash, il cantante country, accusato di appartenere a quella destra bigotta, che spesso Dylan aveva combattuto nelle sue canzoni. Subito dopo esce "Nashville Skyline", un disco in tutto e per tutto country.

Dylan si sta 'borghesizzando': un onesto padre di famiglia, amante dei dolci fatti in casa e della vita tranquilla. L'eroe visionario che solo un paio di anni prima calcava le scene con i capelli lunghi e spettinati, e le sue 'poesie della mente', era morto per sempre. Ma intanto il suo nuovo album e omonimo singolo Lay Lady Lay spopola, diventando tra i più venduti di sempre.


Gli anni '70

Il primo disco degli anni settanta è probabilmente uno dei più controversi della discografia dylaniana: "Selfportrait". Una raccolta di brani originali, di tradizionali come 'Blue Moon' o 'Let It Be Me', e di alcune vere perle come 'Copper Kettle'. Dylan dapprima si giustificherà, difendendo il suo disco, poi dichiarerà di aver fatto di proposito un disco orribile. Spaventato dalle critiche, il cantautore americano si affretta a far uscire a soli 4 mesi di distanza "New Morning", che viene valutato come il suo migliore album da anni.


Nel 1971, Dylan appare al concerto organizzato dall'amico George Harrison in aiuto dei popoli del Bangladesh. Quindi, compone la colonna sonora per il film "Pat Garrett & Billy The Kid", con la struggente 'Knocking On Heaven's Door'. Nello stesso anno vengono pubblicati una raccolta di testi delle sue canzoni, e quello che è a tutt'oggi l'unico libro scritto da Dylan: 'Tarantula'. Scritto verso la metà degli anni Sessanta e circolato per anni nel mercato clandestino, è un testo di difficile lettura, nello stile 'visionario' di quegli anni, e lo stesso Dylan è poco convinto della sua pubblicazione.

Il disco che esce nel gennaio del 1974 "Planet Waves" è il migliore dai tempi di "John Wesley Harding". Successivamente, arriva una nuova tournée americana, la prima dopo otto anni di assenza dalle scene. Al ritorno dai concerti, però, l'aspettano i problemi con Sara, la moglie e madre dei suoi cinque figli. Da questa situazione difficile nasce quello che probabilmente è il disco più profondo di Dylan: "Blood on the Tracks"

Eccitato da questa 'seconda giovinezza' artistica, torna in studio e incide l'album di maggior successo della sua carriera: "Destre", che ritrova anche a tratti, la vena protestataria degli esordi grazie al singolo 'Hurricane', dedicato al pugile nero Rubin Carter, detenuto in carcere per un omicidio non commesso. Il rinnovato successo spinge Dylan a fare una cosa che meditava sin dai tempi del tour del '66: mette in piedi una specie di carrozzone, chiamando a sé molti suoi amici musicisti, come Joan Baez, Joni Mitchell, Mick Ronson, Roger McGuinn, e parte per gli Stati Uniti, in una tournée fatta di concerti a sorpresa, senza pubblicità, in piccole sale di provincia. Ma, ancora una volta, al suo ritorno a casa, il cantautore deve affrontare nuovi problemi familiari: la moglie Sara scopre il suo ennesimo tradimento e chiede il divorzio che avviene l'anno dopo.


Sempre più scosso dai tumulti della sua vita privata, Dylan passa tutto il 1977 a montare il suo film, girato durante il tour del '75. Inframmezza scene di recitazione, spesso improvvisate, con canzoni dal vivo. Il risultato è un film, per lo più incomprensibile, di 4 ore di durata: 'Renaldo e Clara'. La critica questa volta è feroce. E nel mirino finisce anche il nuovo disco, "Street Legal".


Alla fine del 1978, Dylan sta malissimo. Non è un problema fisico: qualcosa deve cambiare a livello interiore. Dopo essere stato ebreo per tutta la vita, cerca nella religione un 'riparo dalla tempesta': si converte al Cristianesimo. L'anno successivo pubblica "Slow Train Coming", il più intransigente dei suoi album 'religiosi'.


Gli anni '80

Nel triennio '79-'81 Dylan canta quasi esclusivamente Cristo e la salvezza divina. Nascono così album come "Saved", intriso di gospel-rock, e "Shot of love", con l'ottima 'Every grain of sand' in chiusura.

Ma nel 1983, "Infidels" segna un altro cambio di rotta. E una della canzoni del disco, 'Neighborhood Bully', è chiaramente dedicata a Israele. Il sospetto di un ritorno alla religione ebraica viene alimentato dallo stesso Dylan.


Intanto, Dylan partecipa al progetto "Usa for Africa" e al concerto-evento "Live Aid", lanciando l'idea per il "Farm Aid" in aiuto dei contadini americani. Proprio in occasione del "Farm Aid", Dylan decide di farsi accompagnare da Tom Petty & the Heartbreakers, con cui inizia una proficua collaborazione. La sua carriera cinematografica, avviata con un cammeo in 'Pat Garrett & Billy The Kid', lo vede ora protagonista in una nuova pellicola, 'Hearts Of Fire', che la critica però stronca senza pietà, definendola 'il peggior film rock di sempre'.


Dopo un breve tour insieme ai Grateful Dead, Dylan torna in studio per incidere "Down In The Groove", altro disco destinato a non lasciare il segno, e per lavorare, insieme agli amici George Harrison, Tom Petty, Jeff Lynn, Roy Orbison, al progetto "Travelling Wilburys", che frutta un omonimo album di successo.

Nell'ultimo anno della decade, Dylan sembra aver ritrovato la sua ispirazione, come conferma la pubblicazione di "Oh Mercy", che si rivela come uno dei migliori lavori in studio dai tempi di "Blood on the tracks".


Gli anni '90

Gli anni Novanta hanno significato soprattutto concerti per Bob Dylan. Il tour che era iniziato nel 1988, continua ancora oggi: il "Never Ending Tour", il tour senza fine appunto.


All'inizio della decade, comunque, Dylan torna in studio per registrare "Under The Red Sky". Ma non sarà certo uno dei suoi dischi da ricordare. Sempre nel 1990, il cantautore di Duluth ottiene il Grammy alla carriera, e in piena crisi del Golfo, si presenta davanti a milioni di americani, cantando 'Masters of War'. In questa fase, Dylan rispolvera il suo spirito più 'acustico', pubblicando due dischi: "Good As I've Been To You" e" World Gone Wrong". Il suo tour infinito, intanto, prosegue e affronta anche le sessioni acustiche di Mtv per la serie" Unplugged".


In occasione dei 50 anni di Dylan, la Sony pubblica un cofanetto di tre cd, contenente solo brani inediti: "The Bootleg Series vol. 1-3". Il 16 ottobre 1992 il gotha della musica gli rende omaggio con un concerto in suo onore. Esce il cd-rom multimediale "Highway 61", che contiene tantissimo materiale, anche inedito, tra cui alcuni spezzoni di video e una discografia con gli album ufficiali e tutti i testi.


La morte di Jerry Garcia, il chitarrista-leader dei Grateful Dead, scuote Dylan, suo grande amico. E un omaggio a Garcia non mancherà quasi mai nei suoi successivi concerti. Poi all'improvviso si diffonde la notizia che Dylan è ricoverato, gravissimo, in ospedale. Una forma di istoplasmosi ha colpito il suo cuore.

Sono momenti realmente tragici. Inoltre, la proverbiale difesa della privacy di Dylan, non fa filtrare nessuna notizia. Dylan è costretto ad un lungo periodo di convalescenza a letto. Pian piano cominciano a circolare voci sulla sua possibile guarigione. Passano solo due mesi e Dylan torna già a suonare dal vivo. E sono show bellissimi, con Dylan che a volte sussurra le parole, dando una connotazione quasi intima alle sue interpretazioni. Un repertorio che il cantautore di Duluth decide di presentare anche davanti al Papa, in un mega-concerto a Bologna.


Poi quattro show in Inghilterra e soprattutto l'uscita dopo sette anni di un suo disco di nuove canzoni: "Time Out Mind". Un album che si aggiudica tre Grammy e diventa disco di platino. Bob Dylan, che ha appena compiuto sessant'anni, ha effettuato di recente un lungo tour, che ha toccato anche l'Italia. Nel 2001, alla sua quinta decade di musica, ha pubblicato il suo nuovo album, "Love and Theft", che possiede ancora molta energia e qualche sprazzo della vecchia classe.


Nel 2005 è uscito "No Direction Home: The Soundtrack", colonna sonora dell'omonimo documentario su Dylan diretto da Martin Scorsese.



BLOWIN' IN THE WIND


How many roads must a man walk down
Before you call him a man?
Yes, 'n' how many seas must a white dove sail
Before she sleeps in the sand?
Yes, 'n' how many times must the cannon balls fly
Before they're forever banned?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.


How many times must a man look up
Before he can see the sky?
Yes, 'n' how many ears must one man have
Before he can hear people cry?
Yes, 'n' how many deaths will it take till he knows
That too many people have died?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.


How many years can a mountain exist
Before it's washed to the sea?
Yes, 'n' how many years can some people exist
Before they're allowed to be free?
Yes, 'n' how many times can a man turn his head,
Pretending he just doesn't see?

The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.


SOFFIA NEL VENTO

Traduzione:

 


Quante strade deve percorrere un uomo
prima che possiate chiamarlo uomo?
E quanti mari deve sorvolare una colomba bianca
prima di dormire sulla sabbia?
E quante volte devono volare le palle di cannone
prima di venir proibite per sempre?
La risposta, amico mio, soffia nel vento,
la risposta soffia nel vento.


E quante volte un uomo deve guardare in alto
prima di vedere il cielo?
E quanti orecchi deve avere un uomo
prima di sentir piangere gli altri?
E quante morti ci vorranno
prima che capisca che troppa gente è morta?
La risposta, amico mio, soffia nel vento,
la risposta soffia nel vento.


E quanti anni può esistere una montagna
prima di essere dilavata, fino al mare?
E quanti anni può esistere un popolo
prima di essere lasciato libero?
E quante volte può un uomo volgere il capo
e fingere di non vedere?

La risposta, amico mio, soffia nel vento,
la risposta soffia nel vento.




La canzone, che divenne, alla metà degli anni sessanta, l'inno dei militanti per diritti civili, affronta una tematica politica e sociale: l'autore si chiede quanto tempo dovrà passare prima che nel mondo regnino la pace, la libertà, il rispetto dell'uomo, ma le sue domande restano senza risposta.

La risposta- egli dice - soffia nel vento.

Le parole chiave sono due: before e wind.

Before, prima, segna il confine tra il mondo reale, in cui l'uomo viene umiliato in cui le palle di cannone fischiamo nell'aria, e il mondo sognato dall'autore, nel quale l'uomo sarà considerato uomo e i cannoni banditi dalla terra.

Wind, vento, rappresenta invece lo svanire delle speranze dell'autore.

Le domande che Dylan scrive e canta, hanno lo scopo di far riflettere sugli aspetti negativi del mondo e creare all'interno della singola persona speranza di poter trasformare in positivo questi aspetti. Dunque si tratta di un tema che, insieme ai temi delle altre sue canzoni, suscita un particolare interesse nelle persone che come lui vorrebbero un mondo migliore. Infatti, in quegli anni, i giovani hanno preso questo testo come bandiera per le loro proteste e rivolte.









La canzone è costituita da tre strofe seguite dal ritornello The answer, my friend, is blowin' in the wind, The answer is blowin' in the wind.

Ciascuna strofa  è formata da tre domande, ognuna delle quali coincide con una frase musicale. Vi è dunque una perfetta corrispondenza tra la sintassi del linguaggio verbale e quella della partitura musicale.

Le parole più significative del testo sono quelle poste alla fine di ogni verso (man, sand, banned, sea, free, sky, cry, died). Queste vengono messe in rilievo dalla maggiore durata del suono e dalla coincidenza dell'accento tonico delle parole con l'accento metrico della musica.

La stessa tecnica viene utilizzata per dare risalto alle parole chiave: before e wind.

Il ritmo della strofa è costituito da un elemento del suo stile personale: il ritmo melodico, , cioè  una formula musicale di durata costante.

Quando si passa al ritornello, che contiene il tema principale della canzone, il ritmo cambia: in corrispondenza della parola blowin', esso diventa più rapido. Tale rapidità è resa anche dalla ripetizione dello stesso fonema, w, presente in tre parole successive: answer, bolwin' e wind.





Il rock è un genere musicale di origine afroamericana formato da differenti stili popolari sviluppatisi negli Stati Uniti a partire dagli anni Cinquanta.


Pur nella grande diversificazione delle sue correnti, la musica rock presenta alcune caratteristiche comuni: dal punto di vista musicale, soprattutto per quel che riguarda l'impostazione strumentale, prevalente è l'uso delle chitarre amplificate e delle tastiere elettriche; dal punto di vista dei contenuti, i testi delle canzoni sono ispirati a temi sociali e d'attualità.


Punto di partenza dello sviluppo del rock è il rock 'n' roll, genere musicale nato nella metà degli anni Cinquanta che, in seguito allo straordinario successo di Rock Around the Clock (1955) di Bill Haley, si affermò in tutto il mondo grazie a interpreti come Jerry Lee Lewis, Buddy Holly ed Elvis Presley.


Gli anni '60

Dopo la diffusione del genere dagli Stati Uniti verso il resto del mondo, negli anni Sessanta il suo rinnovamento prese la direzione inversa: dall'Europa, e in particolare dall'Inghilterra, gruppi come i Beatles, i Rolling Stones e gli Who invasero il mercato americano. Contemporaneamente, l'abbreviazione 'rock' iniziò a sostituirsi alla denominazione 'rock 'n' roll' e la musica stessa cominciò ad allentare i propri legami con la struttura formale originaria assorbendo influenze di svariata provenienza.

Verso la fine degli anni Sessanta il rock fu veicolo e punto di riferimento della contestazione giovanile: i testi divennero più impegnati, la varietà degli strumenti si ampliò, aumentò il peso dell'elettronica e la presentazione in scena dei gruppi si fece più accurata e scenografica.

Coesistevano fianco a fianco stili diversi: il soft rock (i Bee Gees, passati in seguito alla disco music), spesso accompagnato da un'orchestra, il blues rock, la musica con inflessioni country e il jazz rock di Frank Zappa, il folk rock (da Bob Dylan ai Jethro Tull)

I  cantanti folk iniziarono a parlare dei problemi del sistema nelle loro canzoni. I ragazzi che non si erano identificati con le storie di poverta' di Woody Guthrie, si identificarono invece con i testi sulla guerra in Vietnam e sui diritti civili. Bob Dylan fu probabilmente il musicista più influente di quel periodo, guidò l'assalto al sistema con canzoni semplici e testi poetici, un'intera generazione credette in lui e seguì i suoi sogni. La musica diventò espressione delle ambizioni dei giovani.


La fine degli anni Sessanta fu anche il periodo dei grandi concerti di massa all'aperto (negli Stati Uniti, Monterey Pop nel 1967 e Woodstock nel 1969; in Europa, l'isola di Wight nel 1970), che coincisero con una trasformazione radicale della cultura e dei costumi di un'intera generazione.


Gli anni '70

La vitalità del rock proseguì negli anni Settanta anche grazie a nuove ed elaborate contaminazioni con altri generi musicali.

Il rock degli anni Settanta sviluppò inoltre gli stili amplificati e fortemente ritmici dell'hard rock degli anni Sessanta. Un ruolo centrale a questo proposito ebbero gruppi come i Led Zeppelin e i Deep Purple, dai quali sarebbe nato l'heavy metal. Come forma di espressione estrema di protesta sociale, a metà del decennio nacque il punk rock, tendenza opposta e speculare all'emergere della disco music.


Gli anni '80 e '90

all'inizio degli anni Ottanta si affermarono le più morbide sonorità dei Dire Straits, la 'new wave' dei Cure e il rock venato dei Police; un fenomeno a sé fu lo sperimentalismo dei Talking Heads, che produssero testi e arrangiamenti più sofisticati, anticipando sonorità e ritmi della world music.

Sempre negli anni Ottanta guadagnò estrema popolarità, soprattutto tra i giovani neri, un vigoroso stile che oscilla tra il cantato e il parlato, il rap, mentre alcune rockstar si orientarono verso una produzione più commerciale, allargando ulteriormente il proprio pubblico. Negli anni Novanta l'anima del punk riemerse con il grunge dei Nirvana, mentre stili di dance music come la techno si frammentarono in un numero sempre più grande di sottogeneri nell'ambito della cultura rave.


Il rock in Italia

In Italia, la tradizione del rock, nata sul finire degli anni Sessanta con gruppi come i Camaleonti, i Dik-Dik, l'Equipe 84, i New Trolls e i Nomadi, si è consolidata nel corso degli anni Settanta. In seguito, grazie alla contaminazione con la canzone d'autore, il rock italiano di artisti come Vasco Rossi e Gianna Nannini prima, di Ligabue e dei Litfiba poi, ha raggiunto un sapiente equilibrio tra testo e musica, proiettandosi con successo anche nel panorama internazionale.




Con musica popolare o musica folk (letteralmente musica del/dal dal popolo) si indicano quei generi musicali che affondano le proprie radici nelle tradizioni di una determinata popolazione.


In generale, sebbene talvolta se ne sia persa memoria, ogni popolazione ha una propria tradizione di musica popolare, anche se non tutte queste tradizioni sono comunemente denominate 'folk'. La musica popolare di paesi dell'Africa, per esempio, viene più spesso indicata come etnica; mentre l'appellativo 'folk' (o anche popolare) viene in genere associato alla musica popolare degli Stati Uniti o delle nazioni europee (soprattutto Regno Unito, Germania).


L'origine della musica tradizionale, il più delle volte, va ricercata nella necessità di uno strumento di comunicazione che potesse essere più facilmente accettato nell'ambito di una comunità ristretta e spesso chiusa.

La musica popolare tende ad essere strettamente legata ad almeno due altri aspetti culturali di natura regionale: gli strumenti musicali con cui è eseguita e i balli che eventualmente la accompagnano.


La musica popolare è spesso concepita in modo da poter essere suonata da suonatori non troppo esperti e certamente non virtuosi; nella maggior parte dei casi, essa nasce o ha la sua principale espressione in momenti di aggregazione sociale come feste, sagre, o celebrazioni.


In Italia come in altri paesi, la musica popolare tradizionale ha ancora un ruolo importante e un vasto seguito, sebbene sia diffusa attraverso canali che solo in rari casi coincidono con quelli della musica pop, ovvero con la grande distribuzione. Molti sottogeneri di musica popolare italiana sono noti principalmente attraverso i balli a cui sono legati (per esempio il liscio) e difficilmente hanno visibilità al di fuori delle feste e sagre di paese.


Il folk è continuamente soggetto a contaminazioni con il pop. Fra i generi folk che hanno maggiormente influenzato la produzione pop vi sono la musica celtica e la musica country, che ha generato con il rock infinite combinazioni.


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