Pirandello nichilista o relativista?
Da 'Novelle per un anno': 'Il treno ha
fischiato.'.
Nel 1922 Pirandello decise di riorganizzare tutta la sua produzione
novellistica e di elaborare un nuovo progetto artistico che avrebbe riunito
tutti i racconti (sia quelli già pubblicati sia quelli in fase di elaborazione)
sotto il titolo 'Novelle per un anno'. La raccolta avrebbe dovuto
essere composta da ventiquattro volumi contenenti quindici novelle ciascuno,
per un totale di trecentosessanta, all'incirca una novella per ogni giorno
dell'anno. La morte impedì a Pirandello di completare l'opera che attualmente
comprende duecentoventicinque racconti; in più ci sono altre ventisei novelle
rimaste estranee al progetto: in totale, dunque, la produzione novellistica Pirandelliana
ammonta a duecentocinquantuno racconti.
La struttura narrativa della raccolta è caratterizzata da un preciso
ordine, segnalato da leggi numeriche e norme costanti (una novella al giorno,
quindici novelle a volume, tante novelle quanti sono i giorni dell'anno). Se
però si considera la disposizione delle novelle, si nota subito che non esiste
né un ordine cronologico, né un ordine tematico, come se i racconti fossero
stati disposti casualmente. L'opera appare così un'allegoria della varietà
della vita e del suo carattere frantumato e insensato. La concezione negativa
dell'esistenza umana da parte di Pirandello arriva a sfiorare il nichilismo in
una novella intitolata 'Il treno ha fischiato.'. Si narra di un
impiegato modello, Bellucca, che si ribella al capo-ufficio e viene portato in
manicomio. La ribellione viene provocata dall'intuizione di un'altra vita,
diversa rispetto a quella monotona e caratterizzata dalla routine di ogni
giorno. Il titolo del racconto è dato dal fatto che proprio il fischio di un
treno spinge l'impiegato alla fuga dal mondo reale, scatenando un processo
d'immaginazione che lo porta in una nuova realtà fantastica. Nella novella sono
presenti due diversi punti di vista: quello del capo-ufficio e dei medici (che
rappresenta l'opinione comune) e quella della voce narrante (che coincide con
l'opinione di Bellucca). Stando al primo, Bellucca rientra in un caso di
«alienazione mentale», stando al secondo, Bellucca rientra in un «naturalissimo
caso». Insomma ogni verità è relativa. Non si può parlare di vero e proprio
nichilismo in quanto, a mano a mano che il racconto procede, il punto di vista
della voce narrante appare più convincente, anche se la verità che espone è
indubbiamente parziale. Nonostante l'opinione espressa dal narratore sia
comunque relativa, essa descrive in maniera più appropriata il comportamento di
Bellucca di quanto non facciano i giudizi convenzionali del capo-ufficio, dei
colleghi e dei medici.