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NEOREALISMO
Con il termine "neorealismo"si intendere il fenomeno culturale che in Italia va dal 1945 al 1960 e interessòla letteratura e soprattutto il cinema. Il Neorealismo cinematografico italiano è, tuttavia, un movimento eterogeneo, variegato e complesso, il cui elemento unitario di fondo è l'interesse a rappresentare la realtà (fatti storici, problemi sociali, situazioni 'vere') in modo oggettivo con riprese apparentemente documentaristiche, anche se i suoi prodotti non sono certo 'documentari'. I registi più rappresentativi del movimento, infatti, sebbene cerchino di occultare al massimo la loro presenza, riprendendo immagini e fatti come dal vero, fanno in verità proprie scelte stilistiche precise, talora molto raffinate, anche con riferimenti al cinema precedente. Nei contenuti, la grande novità del Neorealismo consiste nello scendere per le strade e privilegiare la vita quotidiana della gente comune come oggetto di interesse "morale". Il cinema neorealista descrive spesso situazioni di disagio socio-economico e politico, talora di degrado, ma con un'intrinseca prospettiva finale di speranza e di positivo riscatto.
Il neorealismo letterario nacque in Italia essenzialmente come reazione al disimpegno che aveva caratterizzato la letteratura, e la cultura in genere, durante il ventennio fascista e come ricerca di un più ampio, stabile contatto con la realtà sociale e politica del Paese. Il momento più autentico di questa corrente artistica è quello rappresentato dalla Resistenza e dall'immediato Dopoguerra, quando si diffonde un nuovo modo di rappresentazione della realtà popolare e si afferma in primo luogo il cinema neorealista. In questi anni si crea, in maniera quasi spontanea, un nuovo linguaggio che sembra quasi emanare da una voce anonima: è la voce di un popolo che agisce come protagonista ed esprime un nuovo bisogno di raccontare.
E' interessante ripercorrere brevemente la storia della parola 'neorealismo', perché ci permette di cogliere due aspetti fondamentali della natura di questo movimento: lo stretto legame che esso ebbe con il cinema, e da cui trae origine il titolo e il taglio del presente lavoro, e la problematicità che ha accompagnato fino ad oggi questo movimento culturale.
Anche il rapporto tra cinema e letteratura assunse caratteristiche particolari e significative a seconda dei diversi periodi del movimento neorealista. Il legame che unisce cinema e letteratura è ben più saldo e profondo ed è caratterizzato da una comune concezione dell'arte, da un medesimo sentire in un'osmosi creativa che in alcuni momenti vedrà l'attività cinematografica indirizzare quella narrativa. Il linguaggio cinematografico ha le stesse possibilità di espressione del linguaggio letterario e il regista usa la sua macchina da presa come lo scrittore una il foglio bianco. Questo è un pensiero molto sentito dai registi dell'epoca; tra essi, Roberto Rossellini, regista di "Roma, città aperta".
Roma città aperta (1945)
TITOLO ORIGINALE:
Roma città aperta
NAZIONE:
Italia
GENERE:
Drammatico
ANNO:
Durata: 98'
Regia:
Roberto Rossellini
Sceneggiatura:
Celeste Negarville,
Sergio Amidei,
Federico Fellini,
Roberto Rossellini
Fotografia:
Ubaldo Arata
Musica:
Renzo Rossellini
Montaggio:
Eraldo Da Roma
Prodotto da:
Roberto Rossellini, Ferruccio De Martino
Questo film è uno tra i più significativi, che riescono a trasmetterci tutt'ora il disagio sociale, politico ed economico dell'epoca. Primo episodio della trilogia neorealista di Rossellini, 'Roma città aperta' è universalmente riconosciuto come un capolavoro, una sorta di film-simbolo del Neorealismo. Accolto freddamente in Italia, il film ebbe immediato successo all'estero vincendo il Festival di Cannes nel 1946; ancora oggi, la scena della morte di Pina-Anna Magnani rimane nell'immaginario collettivo. Sceneggiato da Rossellini, Sergio Amidei, Federico Fellini e Celeste Negarville, il film si ispira alla storia vera di don Luigi Morosini, torturato e ucciso dai nazisti perché colluso con la Resistenza. Nella Roma del '43 e '44, si intrecciano le vicende di alcune persone, coinvolte nella Resistenza antinazista. Durante l'occupazione, don Pietro protegge i partigiani e, tra gli altri, offre asilo ad un ingegnere comunista: Manfredi. Nel frattempo, la popolana Pina, fidanzata con un tipografo impegnato nella Resistenza, viene uccisa a colpi di mitra sotto gli occhi del figlioletto mentre tenta d'impedire l'arresto del suo uomo, trascinato via su un camion. Poco più tardi, anche don Pietro e l'ingegnere - tradito quest'ultimo dalla propria ex-amante tossicodipendente - vengono arrestati. Manfredi muore sotto le atroci torture inflittegli dai tedeschi per ottenere i nomi dei suoi compagni della Resistenza. La sorte di Don Pietro è la stessa: il sacerdote viene fucilato davanti ai bambini della propria parrocchia, tra i quali il figlio ormai orfano di Pina.
Dopo il cinema, la letteratura:
Il sentiero dei nidi di ragno (1946)
Presentazione dell'opera
Calvino affiancò alla sua propria professione di scrittore una fervida attività nel campo dell'editoria e del giornalismo.
"Il sentiero dei nidi di ragno" è la prima opera letteraria di Calvino; scritta nel 1946. Già in questa prima apparizione, Calvino mette in luce una ricca predisposizione a mescolare fantasia e realtà in un insieme unitario e indivisibile.
Nelle opere successive questo suo stile viene ripreso con maggiore perizia; con il prevalere, di volta in volta, di uno dei due elementi sull'altro.
Analisi dell'opera
Questo è il primo romanzo di Calvino, è una storia "partigiana" nata dalla voglia di raccontare il periodo inerente alla Resistenza. In quest'opera l'autore si allonatana dalla propaganda politica, cui tendeva invece indirizzarsi gran parte della letteratura degli anni postbellici.
Come ho già detto è ambientato negli anni della Resistenza in Liguria; il romanzo ha per protagonista un bambino, Pin, che vive solo con la sorella, la quale per mantenere se stessa e il fratello si prostituisce. Pin trascorre le sue giornate all'osteria, affascinato dal comportamento dei "Grandi" dei quali non comprende le passioni e i desideri; questi lo accettato poiché il bambino li fa ridere con le sue battute. Pin conosce nella campagna circostante un posto segreto, dove i ragni fanno il nido ed è proprio in questo posto che nasconde un "Tesoro", la pistola rubata ad un tedesco, cliente abituale della sorella. In seguito a questo gesto, compiuto per sentirsi grande nei confronti dei compagni di osteria viene catturato ed imprigionato. In carcere fa conoscenza con un personaggio il giovanissimo Lupo Rosso e insieme a lui riesce ad evadere e trovare rifugio presso una brigata partigiana, costituita da sbandati che uniscono ai drammi personali, all'ignoranza e alla miseria una fede politica fondata sul sogno di una società più giusta e più felice. Con gli uomini della brigata instaura un rapporto simile a quello che aveva con i "Grandi" dell'osteria: li fa ridere, canta per loro e in cambio viene accettato malgrado la sua giovane età. Tra i partigiani si lega maggiormente con il grande e buon Cugino, il quale fa la guerra perché la moglie l'ha tradito e considera tutte le donne cattive tranne sua madre. Pin si sente sempre più estraneo al gruppo perché emarginato dall'azione di guerra perché era troppo piccolo. Decide di andarsene e recuperare la pistola per continuare la Resistenza da solo. Sul sentiero che porto al nascondiglio trova il suo grande amico Cugino e i due si allontanano nella campagna insieme.
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