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AUTORE:Marco Polo
TITOLO:Il Milione
DATA DI COMPOSIZIONE
DATA DI PUBBLICAZIONE
Messer Niccolò Polo e messer Matteo Polo, partirono per un lungo viaggio per commerciare, che prevedeva come meta Soldaia. Arrivati a Soldaia vi rimasero per un paio di mesi, dopodiché decisero di spingersi più avanti e arrivare alle terre di Barca Kan, un signore che possedeva alcune regioni della Tartaria. Egli accolse Niccolò e Matteo con grande piacere e ricevette con grande piacere tutte le gemme che gli furono regalate. Più tardi scoppiò una guerra tra Barca Kan e Alau, un signore che possedeva le regioni dei Tartari di Levante, e questa guerra costrinse i due fratelli a scappare e a dirigersi verso Bucara una regione a cui si poteva arrivare attraversando il deserto. Rimasero a Bucara per tre anni e conobbero bene il posto. Lì regnava un monarca che si chiamava Barac, era la terra più grande della Persia, ed è lì che incontrarono un messaggero che li diresse dal Gran Kan che aveva voglia di incontrare persone straniere e in questo caso latine. Arrivati furono accolti e chiacchierarono con il Gran Kan che gli chiese notizie sulla religione cristiana e sulle loro culture. Il Gran Kan, così, decise di approfittare e di mandare, tramite un barone chiamato Cogatal, i due fratelli Polo dal Papa con la nomina di ambasciatori e di chiedere al Papa 100 uomini esperti della religione cristiana e capaci di far convertire altre persone che credevano in altre religioni e non in quella cristiana. Prima di partire però, il Gran Kan consegnò ai tre messaggeri una piastra d'oro che una volta data al Papa gli assicurava alloggio e vitto. I due fratelli e il barone partirono, ma nel cammino Cogatal morì, così Niccolò e Matteo proseguirono il viaggio ed arrivarono ad Acri dove sentirono la triste notizia che il Papa Clemente era morto. Decisero, quindi di andare a Venezia, la loro città nativa, e alla loro partenza portarono con loro Marco, figlio di Niccolò. Arrivarono a Gerusalemme dove presero un olio che il Gran Kan chiese di portargli, ma prima di ripartire seppero che era stato eletto Papa Gregorio,così si recarono dal Pontefice che li accolse molto bene e ricambiò i doni del Gran Kan con vasi e oggetti preziosi e fece viaggiare insieme ai Polo due frati esperti della religione cristiana. Ripartirono e andarono dal Gran Kan che ricevette con entusiasmo i regali del Papa e rimase colpito dall' intelligenza di Marco Polo, tanto che dopo aver scoperto che già si era adattato al posto e già conosceva lingue e usanze, lo nominò subito suo ambasciatore e gli commissionò subito un' ambasceria. Con il passare del tempo Niccolò, Matteo e Marco chiesero al Gran Kan di avere un congedo, ma il Gran Kan accettò solo a una condizione che portassero al re Argon, Cocacin una dama della stessa stirpe della regina Bolgana ormai morta. I fratelli Polo accettarono e partirono, ma una volta arrivati seppero che il re Argon era morto così Cocacin dovette sposare il suo erede. Quando i Polo arrivarono a Venezia, Marco fu arrestato e lì scrisse il Milone con l'aiuto di un suo compagno di carcere.
il narratore non coincide con l'autore
la narrazione avviene in terza persona
il narratore è estraneo alla vicenda
il narratore esprime giudizi sui fatti
il narratore è onnisciente
a. personaggi
i personaggi vengono descritti basandosi su caratteristiche psicologiche;
i personaggi vengono presentati attraverso le loro gesta e i loro costumi;
Il ruolo dei personaggi
Marco Polo: viaggiatore veneziano;
Niccolò Polo: mercante veneziano;
Matteo Polo: mercante veneziano;
Gran Kan: uno dei più potenti imperatori mongoli;
Relazioni fra i vari personaggi
Marco Polo: figlio di Niccolò Polo, nipote di Matteo Polo, ambasciatore del Gran Kan;
Niccolò Polo: padre di Marco Polo, fratello di Matteo Polo,
ambasciatore del Gran Kan;
Matteo Polo: zio di Marco Polo, fratello di Niccolò Polo,
ambasciatore del Gran Kan;
b. spazio e tempo
Luoghi
esterni
reali
Descrizione
analitica
effettuata dal narratore
Tempo in cui si svolge la vicenda
Riferimenti storici precisi
1271 sotto il papato di Gregorio X
Kublai Khan(1279-1294)
Il rapporto tra il periodo in cui si svolge la vicenda e quello in cui opera
opera l'autore
La vicenda si svolge dal 1271 al 1295, mentre il libro viene scritto da Rustichello da Pisa, compagno di cella di Marco Polo, nell'1298.
c. fabula e intreccio
Intreccio
1. Niccolò Polo e Matteo Polo partono per Soldaia
2. Decisero di arrivare a Barca Kan
3. Arrivati, andarono dal Gran Kan che gli chiese di svolgere
un ' ambasceria dal Papa
4. I fratelli Polo partono e arrivati aspettarono l'elezione di Papa Gregorio X e portarono con loro Marco Polo
L'intreccio si articola secondo una processione logica (causa-effetto)
d. lingua e stile
il genere:racconti di viaggi
le tecniche narrative: discorso indiretto, descrizioni
il registri stilistico:medio, descrittivo
il lessico:basso, semplice, comune, forestierismi
4. MESSAGGIO
Marco Polo ci ha voluto trasmettere la bellezza delle terre d'Oriente e di tutte le terre da lui visitate.
Il messaggio è un messaggio definitivo.
Vita
Marco Polo nasce a Venezia da Niccolò Polo.
Niccolò Polo e il fratello minore Matteo partono da Soldata (oggi Sudak) in Crimea, diretti verso i territori del basso Volga, portando con sé un carico di pietre preziose; dopo essersi fermati a Sarai (l'odierna Astrachan), e poi a Bolgara, si recano a Bucara, ove si trattengono tre anni.
I fratelli Polo giungono, dopo un anno di viaggio attraverso l'Asia centrale, fino a Ciandu (l'odierna Shantou), ove risiedeva la corte di Kublai Kan.
Con un lungo viaggio di ritorno i fratelli Polo rientrano a Venezia: Niccolò incontra il figlio Marco, che ora ha quindici anni.
Il giovane Marco, il padre di Niccolò e lo zio Matteo partono da Laiazzo (oggi Layas), porto nel golfo di Alessandretta, in Armenia, diretti nuovamente verso la Cina, portando con sé lettere e doni da parte del nuovo pontefice Gregorio X per Kublai Kan. Marco viene incaricato di compiere numerosissime missioni in terre lontane dell' impero mongolo.
I Polo tornano in patria. Marco viene faatto prigioniero, forse in uno scontro con navi mercantili genovesi (o forse nella battaglia di Curzola del 1298, vinta da Lamba Doria, alla quale Marco potrebbe aver partecipato in una galea armata dai Polo).
Marco ha un compagno di prigionia (forse nelle carceri di palazzo S. Giorgio a Genova), lo scrittore Rustichello da Pisa, e a lui detta o racconta, o affida da traduree, le memorie dei suoi viaggi, il cui titolo originario era probabilmente Divisament dou monde, cioè "la descrizione del mondo"
Marco viene liberato e torna a Venezia dove continua a dedicarsi al commercio di stoffe preziose, gioielli e spezie. Si occupa anche della diffusione del suo libro. Si è sposato con Donata Badoèr e ha avuto tre figlie, Fantina, Bellela e Moreta.
Marco muore a settant'anni. Il testamento e l'inventario dei suoi beni attestano la proprietà delle case prospicienti la Corte del Milion, di grande quantità di stoffe preziose e di oggetti orientali, e delle tavole d'oro del Gran Kan Kublai.
Opere
Il Milione
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