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Letteratura latina: già nell'antica Roma le forme di letteratura rispecchiavano una crisi delle certezze e della società
Da sempre la produzione letteraria è specchio delle condizione della società.
Abbiamo analizzato come le scoperte scientifiche e filosofiche hanno influenzato l'arte e la narrativa novecentesca, ma nella storia di Roma imperiale, moltissimi anni prima, altri avvenimenti hanno dato origine a nuovi generi letterari e forme di scrittura.
Nel 1 secolo a.c. si vive un periodo di crisi dovuta ai continui mutamenti sociali, alla creazione di latifondi e alle innovazioni in ambito culturale: cresce il senso dell'individualismo con l'affermarsi della poesia nugatoria in opposizione a quella tradizionale.
I carmi sono brevi e riflettono lo stato d'animo di autori che vivono la crisi dei tempi ormai corrotti e straziati dalle guerre civili.
In un contesto tale, l'uomo, che si rifiuta di descrivere e glorificare il suo imperatore e i suoi tempi, si sofferma più su se stesso e sui propri sentimenti. Nasce la poesia elegiaca il cui massimo esponente è Catullo.
Catullo
Catullo, poeta veronese, si differenzia dai poeti elegiaci per l'approccio più emotivo che usa per esprimere con vigore e immediata forza il proprio tormento.
Nella sua produzione prevale la tematica dell'amore per Lesbia, pseudonimo della donna amata, alla quale indirizza gran parte dei suoi carmi.
Il suo amore è sofferto ed è motivo esistenziale della sua vita tanto da fissare i modelli e le linee generali del discorso amoroso.
Descrive l' amore come un "dissidium" nato dal tradimento che implica quindi la separazione che però non avverrà mai perchè l'amore che lo lega alla donna è troppo forte.
L'amore nasce solo se sono state costruite basi solide come quelle della fiducia, l'amore implica il "foedus amoris" ovvero il patto dell'amore, con cui si giura fedeltà e amore eterno, protetto dagli dei a cui il poeta si rivolge per assicurarsi che l'amata non lo tradisca. Ma anche quando scoprirà dei numerosi tradimenti affermerà che il suo amore continua a crescere pur essendo crollate le basi della fiducia
"quod amantem iniuria talis cogit amare magis sed bene velle minus"
Concentra tutta la sua passione e l'ardore nei confronti della donna nel famoso epigramma "Odi et Amo"
" Odi et amo. Quare id faciam fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior"
"ti odio e ti amo. Forse mi chiedi perchè lo faccia.
Non lo so, ma sento che avviene e (mi) tormento.
L'uso del perfetto logico nei verbi "odi" e "amo", da tradurre usando il tempo del presente, indica come l'intento dell'autore sia quello di mettere in evidenza il fatto che il suo amore durerà per sempre nel tempo (anche grazie alla pubblicazione dei carmi); il soggetto è omesso ma facile da riconoscere in Lesbia. Di notevole importanza è l'uso della prima persona nei cinque verbi (odi, amo, nescio, sentio, excrucior) che sottolinea il carattere introspettivo del carme. La domanda introdotta dal verbo "requiris" è probabilmente rivolta da Catullo a se stesso: l'io razionale che parla all'io travolto dalla compresenza di odio e amore.
"Fieri" è invece tempo infinito del verbo "fio" (sentire), regge una preposizione infinitiva retta dal "sentio" e il cui soggetto "id" è stato omesso, rendendo l'idea dell'azione istintiva e incontrollata; al contrario, il verbo "excrucior", indica un'azione consapevole e volontaria, designando quello che è lo stato d'animo del poeta innamorato e al tempo stesso tormentato. Fra le figure retoriche ritroviamo l'allitterazione della lettera "f" in "faciam fortasse" e l'ossimoro in "odi et amo".
E' quindi dimostrato come le forme d'arte e letteratura, da sempre, rispecchiano la società, i cambiamenti dovuti alle nuove scoperte e la conseguente crisi di certezze. Autori e artisti come J. Joyce,V. Woolf,L. Pirandello,I. Svevo e U. Boccioni altro non fanno che guardare la realtà con occhi diversi e più analitici ed esprimerla o raccontarla.
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