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Lo sviluppo scientifico e la Rivoluzione industriale producono, nei primi decenni del XIX secolo, trasformazioni profonde non solo nelle strutture economiche e sociali, ma anche nella cultura e nella filosofia, con l'affermarsi del Positivismo. Tale orientamento culturale è la risposta alle profonde discontinuità che il processo storico ha prodotto. Esso si configura come critica della cultura della restaurazione; tuttavia i Positivisti ritengono che sia necessario - non attraverso una rivoluzione, ma mediante graduali riforme - passare a un nuovo mondo, che non dovrebbe avere più come base la fede, ma la scienza. Da questa dovrebbe scaturire una politica positiva, capace di generare e garantire ordine e progresso. L'idea della scienza e di una visione positiva della società si contrappongono allo spiritualismo e al tradizionalismo filosofico, trasformandosi in polemica anticlericale, in lotta aperta contro l'influenza delle confessioni religiose nei diversi settori della società e della cultura.
Il Positivismo è un orientamento filosofico estremamente complesso e articolato, ma caratterizzato da alcuni tratti comuni:
la certezza che solo il sapere scientifico sia concreto e fecondo di risultati positivi;
la convinzione che sia necessaria una nuova divisione dei compiti tra scienza e filosofia, nella quale alla scienza sia attribuito il compito di fornire la conoscenza empirica della realtà e alla filosofia quello di analizzare e sistematizzare le leggi generali scoperte dalle scienze;
l'idea che la scienza debba diventare anche modello e strumento per una riorganizzazione complessiva della società.
In quanto concezione che riconosce come unica specie di conoscenza valida quella della scienza, la filosofia positiva vuole che ci si attenga solo a ciò che è osservabile; ne consegue una dura critica della metafisica, della quale viene proclamato il definitivo superamento.
AUGUSTE COMTE
Secondo Comte, dopo la Rivoluzione francese l'Europa è stata colpita da una grave crisi, che è possibile superare solo attraverso la costruzione di un nuovo ordine culturale, fondato sulla scienza. Solo un'azione razionale sui fenomeni umani e sociali può essere risolutiva; è quindi necessario che si affermino la scienza e il sapere positivo, e con essi una nuova politica positiva basata sulla scienza della società, la sociologia.
Il principio regolatore dello sviluppo dell'umanità è costituito dalla legge dei tre stadi, in base alla quale ogni campo del sapere è passato, nella storia della cultura e della società umane, attraverso tre stadi teorici: lo stadio teologico (considerazione dei processi della natura come prodotti di agenti soprannaturali), lo stadio metafisico (sostituzione degli agenti sovrannaturali con entità e forze astratte generatrici dei fenomeni) e infine lo stadio positivo o scientifico (fondato sulla razionalità scientifica).
Comte afferma un nuovo concetto di scienza: essa è costituita sia dall'osservazione che dal ragionamento, ed è in grado di individuare le leggi che regolano i fenomeni naturali. La filosofia, invece, ha sia il compito di contribuire a promuovere lo sviluppo scientifico cogliendone il senso, sia quello di studiare la rete di rapporti che sussistono fra le diverse scienze.
Nell'ultima fase della sua vita Comte trasforma la concezione progressiva e scientifica dell'umanità in una concezione religiosa: l'umanità è il Grande-Essere in cui si raccolgono le generazioni che si sono succedute nella storia; è cioè l'entità collettiva nella quale ogni individuo deve identificarsi, vincendo le tendenze egoistiche.
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