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L'addio monti. La voce desolata dell'esule costretto ad allontanarsi dalla sua terra - I promessi sposi - cap- VIII




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L'addio monti. La voce desolata dell'esule costretto ad allontanarsi dalla sua terra - I promessi sposi - cap- VIII



Senza aspettar risposta, fra Cristoforo, andò verso la sagrestia; i viaggiatori usciron di chiesa; e fra Fazio chiuse la porta, dando loro un addio, con la voce alterata anche lui. Essi s'avviarono zitti zitti alla riva ch'era stata loro indicata; videro il battello pronto, e data e barattata la parola, c'entrarono. Il barcaiolo, puntando un remo alla proda, se ne staccò; afferrato poi l'altro remo, e vogando a due braccia, prese il largo, verso la spiaggia opposta. Non tirava un alito di vento; il lago giaceva liscio e piano, e sarebbe parso immobile, se non fosse stato il tremolare e l'ondeggiar leggiero della luna, che vi si specchiava da mezzo il cielo. S'udiva soltanto il fiotto morto e lento frangersi sulle ghiaie del lido, il gorgoglìo più lontano dell'acqua rotta tra le pile del ponte, e il tonfo misurato di que' due remi, che tagliavano la superficie azzurra del lago, uscivano a un colpo grondanti, e si rituffavano. L'onda segata dalla barca, riunendosi dietro la poppa, segnava una striscia increspata, che s'andava allontanando dal lido.

I passeggieri silenziosi, con la testa voltata indietro, guardavano i monti, e il paese rischiarato dalla luna, e variato qua e là di grand'ombre. Si distinguevano i villaggi, le case, le capanne: il palazzotto di don Rodrigo, con la sua torre piatta, elevato sopra le casucce ammucchiate alla falda del promontorio, pareva un feroce che, ritto nelle tenebre, in mezzo a una compagnia d'addormentati, vegliasse, meditando un delitto.


Lucia lo vide, e rabbrividì; scese con l'occhio giù giù per la china, fino al suo paesello, guardò fisso all'estremità, scoprì la sua casetta, scoprì la chioma folta del fico che sopravanzava il muro del cortile, scoprì la finestra della sua camera; e, seduta, com'era, nel fondo della barca, posò il braccio sulla sponda, posò sul braccio la fronte, come per dormire, e pianse segretamente.






Addio, monti sorgenti dall'acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l'aspetto de' suoi più familiari; torrenti, de' quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio!


Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! Alla fantasia di quello stesso che se ne parte volontariamente, tratto dalla speranza di fare altrove fortuna, si disabbelliscono, in quel momento, i sogni della ricchezza; egli si maraviglia d'essersi potuto risolvere, e tornerebbe allora indietro, se non pensasse che, un giorno, tornerà dovizioso. Quanto più si avanza nel piano, il suo occhio si ritira, disgustato e stanco, da quell'ampiezza uniforme; l'aria gli par gravosa e morta; s'inoltra mesto e disattento nelle città tumultuose; le case aggiunte a case, le strade che sboccano nelle strade, pare che gli levino il respiro; e davanti agli edifizi ammirati dallo straniero, pensa, con desiderio inquieto, al campicello del suo paese, alla casuccia a cui ha già messo gli occhi addosso, da gran tempo, e che comprerà, tornando ricco a' suoi monti.


Ma chi non aveva mai spinto al di là di quelli neppure un desiderio fuggitivo, chi aveva composti in essi tutti i disegni dell'avvenire, e n'è sbalzato lontano, da una forza perversa! Chi, staccato a un tempo dalle più care abitudini, e disturbato nelle più care speranze, lascia que' monti, per avviarsi in traccia di sconosciuti che non ha mai desiderato di conoscere, e non può con l'immaginazione arrivare a un momento stabilito per il ritorno!


Addio, casa natìa, dove, sedendo, con un pensiero occulto, s'imparò a distinguere dal rumore de' passi comuni il rumore d'un passo aspettato con un misterioso timore. Addio, casa ancora straniera, casa sogguardata tante volte alla sfuggita, passando, e non senza rossore; nella quale la mente si figurava un soggiorno tranquillo e perpetuo di sposa. Addio, chiesa, dove l'animo tornò tante volte sereno, cantando le lodi del Signore; dov'era promesso, preparato un rito; dove il sospiro segreto del cuore doveva essere solennemente benedetto, e l'amore venir comandato, e chiamarsi santo; addio! Chi dava a voi tanta giocondità è per tutto; e non turba mai la gioia de' suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande.

Di tal genere, se non tali appunto, erano i pensieri di Lucia, e poco diversi i pensieri degli altri due pellegrini, mentre la barca gli andava avvicinando alla riva destra dell'Adda.




Nel famoso passo del capitolo VIII dei Promessi Sposi l' allontanamento forzoso dalla propria terra viene analizzato attraverso la psicologia dell'esule  nel momento dell'abbandono della sua terra. Soprattutto Lucia osserva attentamente ogni particolare del paesaggio con stati d'animo opposti. I palazzotto di Don Rodrigo, elevato sopra le casucce ammucchiate incute un particolare terrore. La casa che avrebbe dovuto essere la nuova dimora degli sposi viene osservata con grande nostalgia. Essa è pensata come il 'nido' dell'unione che sarebbe dovuta nascere.



1 ) Si vuol far notare soprattutto la condizione emotiva di Lucia che guarda dalla barca in movimento il suo paese  natio che piano piano si allontana, analizzando ogni particolare significativo che le riporta alla mente il tempo passato, vissuto nel paesello.



Manzoni, dopo l'accurata descrizione dei gesti di Lucia, approfondisce i sentimenti dei personaggi e li estende - in modo emblematico - ad ogni altra situazione di allontanamento dalla propria terra. E' il tema dell'esilio che si ripresenta in altra forma, approfondito nell'analisi delle reazioni spontanee dei singoli nel momento del doloroso distacco dalle cose e dalle persone care.



L'autore in questo passo ci presenta due situazioni di allontanamento differenti. La prima riguarda la partenza di chi lascia la propria terra volontariamente sognando una vita diversa, sperando di trovare fortuna altrove e pensando di ritornarvi da persona diversa.




La seconda situazione ci presenta invece la figura dell'esule che è costretto ad abbandonare il proprio paese, le proprie abitudini per cause di forza maggiore; paese nel quale aveva fatto progetti di tutta una vita, non pensando di doversene staccare. Ora lo aspettano un terra e persone che non ha mai desiderato di conoscere. Costui non riesce a pensare al momento del ritorno  nel suo paese tanto amato.



La conclusione del passo è comunque caratterizzata dalla fede nella Provvidenza divina. Non c'è dolore grande che Dio causi agli uomini se non per preparare una gioia altrettanto grande. Il dolore della partenza è dunque mitigato dalla fede cristiana di Lucia e Renzo.


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