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La produzione letteraria di Goldoni
La produzione di Goldoni abbraccia un periodo di circa cinquanta anni ed è vastissima (115 commedie, 18 tragicommedie, 55 melodrammi giocosi, svariati testi poetici e un epistolario).
La produzione comica, viene solitamente divisa in cinque fasi: la prima, arriva fino all'anno 1748, e comprende intermezzi, e due commedie, "L'uomo di mondo" e "La donna cortese".
Con queste due commedie, Goldoni si lascia dietro la tradizione, legata alla Commedia dell'arte, in cui gli autori scrivevano un soggetto di massima, lasciando le battute all'improvvisazione degli attori.
Goldoni si preoccupa sempre dei gusti del pubblico e dell'impresario, delle capacità degli attori, e quindi non può certo permettersi di lasciare troppo all'improvvisazione.
La riforma avviata da Goldoni è graduale, perché l'autore è consapevole delle resistenze degli attori e degli spettatori, e del tempo che serve perché le resistenze vengano superate.
Con la seconda fase della produzione, la riforma viene del tutto accettata e messa in pratica totalmente dall'autore, che dal 1748 al 1753 scrive solo per il teatro Sant'Angelo e per la compagnia Medebach. La compagnia è formata da ottimi attori, necessari per poter infrangere la schematizzazione stereotipata delle maschere della Commedia dell'arte.
I personaggi positivi sono figure di borghesi, discendenti dal Pantalone avaro e volgare, i nobili sono invece sempre rappresentati in chiave negativa, essendo parassiti e mediocri.
L'abbandono delle maschere permette a Goldoni l'invenzione di personaggi sempre nuovi ma sempre dotati di spessore psicologico, e di inserirli in un ambiente sociale realistico, di rappresentare virtù degne di essere imitate e vizi da evitare.
Goldoni, per quanto sostenitore dell'immibolità sociale, rappresenta la dinamica delle classi in tutta la sua caoticità, e mostra sempre la continua decadenza della società del settecento, crisi che a un certo punto colpirà non solo la nobiltà, ma anche la borghesia.
Per il 1751 Goldoni scrive sedici opere, la prima, "Il teatro comico", è una commedia manifesto attraverso la quale l'autore mostra il suo concetto della drammaturgia, e nella "Prefazione alla prima raccolta delle commedie" reclama la piena dignità del teatro.
Nello stesso periodo scrive anche numerosi drammi giocosi.
Dal 1753 al 1759 lavora per il teatro San Luca, mentre al precedente teatro gli subentra Chiari: si riaccende la polemica fra chiaristi e goldonisti, e Goldoni perde una parte del favore e del prestigio che aveva avuto fino a quel momento.
Nello stesso periodo scrive anche numerosi drammi giocosi.
Dal 1753 al 1759 lavora per il teatro San Luca, mentre al precedente teatro gli subentra Chiari: si riaccende la polemica fra chiaristi e goldonisti, e Goldoni perde una parte del favore e del prestigio che aveva avuto fino a quel momento.
In questo periodo tenta la via della commedia esotica, in parte perché i gusti del pubblico stanno variando, in parte per usufruire del vasto palcoscenico del nuovo teatro, e anche a causa degli attori, che non hanno mai interpretato la "commedia di carattere".
La quarta fase, che inizia con il secondo periodo di lavoro al San Luca, contiene le opere comiche migliori scritte dal Goldoni: grande spessore psicologico dei personaggi e moralità che scaturisce dalla scena sono le caratteristiche più importanti delle nuove commedie.
Paradossalmente questo è il periodo di minor fortuna per Goldoni, sottoposto agli attacchi della critica più tradizionalista.
La rappresentazione della borghesia cambia: gli ideali di onestà e dignità rimangono, ma la figura del borghese subisce una trasformazione, diventando la figura di un ceto meschino ed egoista; Goldoni riscopre il popolo e la sua vitalità.
La quinta, e ultima, fase di produzione letteraria del Goldoni è quella francese: in Francia si impegna nella scrittura di commedie per rivitalizzare il teatro italiano che lui stesso aveva messo in crisi.
Scrive anche alcune commedie in francese, che poi tradotte in italiano dallo stesso autore.
Nella sua autobiografia in francese, "Mémoires", Goldoni interpreta la sua riforma del teatro italiano come se fosse stato un percorso lineare, mentre è evidente che la riforma è stata il risultato di percorso complicato, pieno ripensamenti, in cui ogni variazione va ricondotta o ai mutati gusti del pubblico, o ai desideri degli attori e degli impresari, o ai suoi desideri personali.
Stile
Le commedie di Goldoni sono scritte usando un linguaggio quotidiano, teso a rendere verosimili le battute dei personaggi.
Modella il linguaggio in rapporto ai personaggi, e il suo italiano, distante da quello dei classicisti, è intriso di termini dialettali, veneziani e lombardi; il dialetto e la lingua non sono mai due entità in antitesi, ma sono sempre complementari.
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