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"La coscienza di Zeno" di Italo Svevo
AUTORE: Italo Svevo
TITOLO: "La coscienza di Zeno"
DATA 1^ EDIZIONE: 1923
AUTORE:
Biografia
Nato nel 1861 a Trieste, allora città dell'impero asburgico (il suo vero nome è Hector Schmitz), di famiglia altoborghese egli compie parte degli studi in Germania. A causa del tracollo finanziario dell'azienda paterna, è costretto a impiegarsi in banca, dove lavorerà per 18 anni, continuando però a coltivare vari interessi culturali. Sposatosi con Livia Veneziani, figlia di un ricco industriale, collabora alla conduzione dell'impresa dello suocero, per la quale compie numerosi viaggi all'estero. A Trieste conosce Joyce, e stringe con lui un legame d'amicizia. A partire dal 1910 si interessa di psicoanalisi. Con "la coscienza di Zeno", pubblicata nel 1923, si fa conoscere a livello nazionale e internazionale. Muore nel 1928 in seguito a un incidente automobilistico.
Opere principali
"Una vita" [romanzo, 1892]
"Senilità" [romanzo, 1898]
"La coscienza di Zeno" [romanzo, 1923]
Stile
SCELTE DELL'AUTORE:
* periodare talvolta complesso
* ironia
* linguaggio non ricercato
MOVIMENTI DI APPARTENENZA:
* Decdadentismo : movimento del primo Novecento, che interessò soprattutto le aree di cultura francese, inglese, tedesca, caratterizzato dalla caduta del positivismo. L'antiromanzo si contraddistingue per il prevalere della soggettività e per l'interesse verso i risvolti psicologici dell'individuo.
INNOVAZIONI:
La singolarità dell'opera di Svevo sta nel suo spiccato interesse per la psicoanalisi ma soprattutto nel sapiente utilizzo che fa vena della vena umoristica: l'autoironia del narratore rende la lettura più accattivante e al contempo contribuisce a "scagionare" il protagonista dalla colpa dei propri vizi agi occhi del lettore.
OPERA ANALIZZATA:
Trama
L'autore immaginario del libro è Zeno Cosini, che vive a Trieste all'inizio del 1900. Egli racconta le vicende salienti della sua vita perché così gli viene chiesto di fare dallo psicoanalista da cui è in cura per disintossicarsi dal fumo, vizio da cui non è mai riuscito a liberarsi. Zeno racconta il burrascoso rapporto col padre, al quale si è avvicinato soltanto prima che morisse; rimasto solo, Zeno decide di costruirsi una famiglia, così sposa Augusta, una delle figlie di Giovanni Malfenti, dopo essere stato rifiutato dalla secondogenita Ada, verso cui ha nutrito un amore fortissimo. A dispetto di qualche iniziale perplessità, Augusta si rivela un'ottima moglie. Dopo essersi sposato, Zeno intrattiene per qualche tempo una relazione con Carla, una ragazza povera, ma ciò non lo appaga perché è troppo oppresso dai sensi di colpa verso Augusta. L'unica cosa da cui trae soddisfazione è l'associazione commerciale istituita con Guido, marito di Ada, che finirà però per suicidarsi col veleno. Nell'ultima parte del racconto, scritta sotto forma di diario, si avverte lo scoppio imminente della prima guerra mondiale.
Personaggi
ZENO COSINI:
* Timido
* Bizzarro ed intelligente
* Poco pratico
* Pigro e scostante
* Ha il vizio del fumo
Zeno è il protagonista del romanzo, caratterizzato da una profonda contraddizione interna. Il suo modo di vivere si basa su una comoda e tutta interiore disponibilità a più destini che non vuole mai tradursi in una scelta definitiva. Zeno non vuole solo "guarire" dai suoi mali: la sua inettitudine e il suo continuo posticipare la soluzione dei propri conflitti psicologici sono un modo per garantirsi di poter soddisfare, nel loro continuo alternarsi, i propri desideri contrastanti, nel momento in cui essi si manifestano.
AUGUSTA MALFENTI:
* Dolce
* Rispettosa
* Fedele
* Timida
* Ingenua
Augusta è la moglie di Zeno, ed è un personaggio opposto rispetto al marito: tanto più lui è "malato", tanto più lei è l'impersonificazione della salute. E' una donna molto semplice, che nutre un'ingenua e gioiosa fede nella vita, che le permette di saper vivere nel presente, al contrario di Zeno. Augusta è molto devota a Zeno, e il centro del suo mondo è la famiglia, cui dedica tutta se stessa.
GUIDO SPEIER:
* Cortese
* Disinvolto
* Testardo
* Apparentemente molto sicuro di sè
* In realtà debole, falso e simulatore
Appena Guido compare sulla scena, colpisce la sua disinvoltura e la sua naturalezza, che contrastano con la personalità timida ed impacciata di Zeno. E' un uomo molto presuntuoso, che non perde occasione per dar sfoggio delle sue abilità: apparentemente questo è indice di sicurezza di sé, in realtà nasconde una profonda debolezza d'animo. Si rivela man mano una persona vile, testarda, che pur di cavarsi dagli impicci è disposta a mentire e umiliarsi.
Tematiche
LA MALATTIA:
La malattia è il corrispondente concreto a un malessere astratto: il male di vivere. La malattia infatti simboleggia l'insoddisfazione e l'inettitudine dell'uomo del '900, che non sono in grado di accettare e di integrarsi nella realtà sociale che li circonda.
LA PSICOANALISI:
La psicoanalisi è lo strumento con cui l'autore può indagare il mondo interiore dell'individuo, facendone emergere le ambiguità, le ipocrisie e le giusitificazioni che gli uomini si affannano a trovare.
IL MALE DI VIVERE:
Il male di vivere è la vera malattia che affligge l'umanità: purtroppo per questo malessere non c'è antidoto, anzi la conclusione cui giunge il narratore al termine del romanzo è che la vita stessa è malessere, quindi il male di vivere è condizione ineliminabile dell'esistenza.
Stile
* narrazione in 1 persona ("vedere la mia infanzia?più di dieci lustri me ne separano." cap. 2)
monologo interiore ("subito vedo un bambino in fasce, ma perché dovrei essere io quello?"cap.2)
* discorso diretto libero ("il dottore al quale parlai mi disse d'iniziare il mio lavoro con un'analisi storica della mia propensione al fumo: <<scriva!scriva!vedrà come arriverà a vedersi intero>>" cap.3)
* discorso diretto legato ("<<solo i vivi ne soffrono!>>esclamai " cap. 3)
* prevalenza della paratassi
* ironia ("cioè. rubai ancora, ma senza saperlo. " cap.3)
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