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ILLUMINISMO INGLESE, ITALIANO E TEDESCO
L'illuminismo nasce e si sviluppa in Inghilterra, ma solo in Francia trova le sue manifestazioni più significative e brillanti.
Illuminismo francese temi storico-politici e la critica serrata alle istituzioni dell'ancien régim
Illuminismo inglese problemi sull'ordine morale e religioso
La polemica che si sviluppa in Inghilterra nel XVIII secolo si basa sul valore della religione naturale e della religione rivelata.
Religione naturale (deismo) fondata unicamente sulla religione o dalla ragione e che quindi si limita a insegnare quelle verità che la ragione può dimostrare o almeno comprendere.
I deisti o liberi pensatori cercano di razionalizzare la teologia.
John Toland: ["Cristianesimo non misterioso"]. Difende il materialismo e pone come fondamento della conoscenza la ragione, tutto ciò che può essere conosciuto deve essere intelligibile e chiaro.
Samuel Clarke:
["Una dimostrazione dell'essere e degli attributi di Dio"] diretta polemica
contro
Hobbes e Spinoza. Egli vuole costruire una conoscenza teologica che si basi su
verità intuitive, su dimostrazioni rigorose e che sia indipendente da ogni
rivelazione esterna. La dimostrazione dell'esistenza di Dio è ricavata dalla
prova cosmologica, cioè dall'impossibilità di ammettere una catena infinita di
esseri che dipendano l'uno dall'altro; al principio di questa catena vi sarà un
essere eterno. Tra gli attributi divini individua la libertà opponendo così la
sua tesi della libertà divina e umana a quella Spinoziana della necessità.
Matthew Tindal: ["Il cristianesimo vecchio come la creazione"]. Dio è infinitamente saggio, buono, giusto ed immutabile e la natura umana da lui creata è dunque egualmente immutabile. Una rivelazione sarebbe dunque superflua in quanto Dio si rivela alla ragione umana sin dal momento della creazione.
Religione naturale = religione rivelata
Unica differenza: nel modo di comunicazione, la prima è interna e la seconda esterna.
L'unico principio della vita è quindi l'obbedienza alla legge naturale e razionale e non c'è alcuna differenza tra religione e moralità se non nel senso che la moralità consiste nell'agire secondo la ragione delle cose, considerata in se stessa e la religione nell'agire secondo la stessa ragione delle cose considerata come legge di Dio.
Anthony Collins: ["Un discorso sul libero pensiero"]. Egli ipotizza che il libero pensiero non esiste in quanto tutti gli uomini, anche i pazzi e mascalzoni potrebbero esserli senza però che il loro ragionamento porti ad una conclusione.
Joseph Butler: è convinto che l'uomo sia misero e la natura umana sia corrotta; tuttavia l'uomo è dotato di un istinto (coscienza) che gli permette di riconoscere la sua situazione di miseria.
Un gruppo di illuministi sostiene che la condotta dell'uomo debba essere affidata ad un sentimento o ad un istinto (anche se razionale) piuttosto che alla ragione umana, troppo debole e soggetta all'errore.
Anthony Ashley Cooper (terzo conte di Shaftesbury), ["Caratteristiche di uomini, maniere, opinioni, tempi"] combatte il fanatismo = entusiasmo arroganza di chi crede di avere il monopolio delle verità e disposto a tutto per mantenerlo. Al fanatismo oppone l'ironia, l'irrisione, il sarcasmo, la fallacia, la superstizione e i pregiudizi. Shaftesbury pone alla base della vita morale un sentimento razionale che si oppone alle passioni e alle inclinazioni disordinate dell'uomo.
L'uomo è legato al mondo.
Mondo totalità armonica e perfetta che rivela la saggezza divina.
A causa di questo legame l'uomo si deve conformare al mondo stesso e facendole diventa un essere morale e religioso.
Francis Hutcheson: Egli sostiene che al di là delle percezioni fornite dai sensi ci sono percezioni più sottili che ci permettono di conoscere i valori interni e spirituali dell'uomo. Tra questi c'è il senso della bellezza e dell'armonia, l'immaginazione, il senso della simpatia, il senso che ci procura piacere nell'azione, il senso morale, il senso della convenienza e delle dignità, il senso familiare, il senso sociale e il senso religioso.
La vita morale dell'uomo si fonda sul senso morale tendenza al pubblico bene
approvazione dei sentimenti e di quelle azioni
che portano al pubblico bene ("la massima
felicità del maggior numero").
Dio garantisce che l'uomo sia inserito armoniosamente nel sistema del mondo.
Bernard de Mandeville : ["Favola delle api"]. Egli sostiene che il fondamento della società non è né il senso morale né la ragione, ma bensì il male; ed è proprio questo che rende l'uomo una creatura socievole e se il male dovesse cessare con esso cesserebbe la società. Secondo Mandeville è il lusso = tutto ciò che non è necessario all'esistenza di un "nudo selvaggio" a causare il male.
Virtù = rinuncia al lusso
Di conseguenza la virtù è contraria al benessere ed allo sviluppo della società civile.
Il suo ragionamento lo porta ad escludere l'esistenza di una vera e propria virtù nel mondo che spesso viene mascherata con l'egoismo.
Adam Smith: ["La teoria dei sentimenti morali"]. Spiega la vita morale dell'uomo con un principio di armonia e di finalità; Dio è visto come un Essere grande, benevolo e perfetto che preserva la felicità dell'universo.
Questo Essere pone nell'uomo una giuda che gli permette di dirigersi verso il bene e la felicità; guida = simpatia.
Simpatia dono di vedere noi stessi come gli altri ci vedono.
ordine o armonia provvidenziale che Dio ha stabilito tra gli uomini.
La simpatia serve come criterio di valutazione morale, ma solo se entrambi le parti sono in accordo. Smith teorizza che in determinati casi l'accordo possa mancare; in questo caso il giudizio della coscienza è oscurato o influenzato dal giudizio altrui. Questo imperfetto funzionamento rimane per Smith una sola ipotesi astratta in quanto è convinto dell'infallibilità dell'ordine prestabilito ordine divino. Questa teoria permea anche la dottrina politica di Smith che sostiene che la ricchezza della natura è fondata su di un ordine naturale per il quale l'interesse del singolo = interesse della collettività. L'individuo deve essere lasciato libero di perseguire i propri fini perché questi si coordinano al benessere della collettività. Egli riprende il principio dei fisiocrati francesi ogni regolamentazione statale in campo economico è illegittima.
I filosofi della scuola scozzese identificano la natura della realtà come un ordine infallibile.
Thomas Reid: ["Ricerca sullo spirito umano secondo i principi del senso comune"]. Fondatore della scuola scozzese, si contrappone allo scetticismo di Hume e tende a ristabilire i principi dell'esistenza della realtà esterna e la legge della causalità. Può ristabilire questi principi grazie al concetto di senso comune credenze tradizionali dell'umanità.
Riprende Cartesio sostenendo che l'unico errore di quest'ultimo è stato porre le idee come unico oggetto della nostra conoscenza: Reid nega questo presupposto e sottolinea che l'unico elemento della percezione sensibile è la cosa stessa e di conseguenza alla percezione è legata la convinzione dell'esistenza dell'oggetto. La realtà del mondo esterno è riconosciuta non grazie alla ragione, ma solo all'atto immediato della percezione ed è una credenza originaria dello spirito umano,stabilita dal creatore.
In Italia la cultura illuministica si sviluppa in ritardo rispetto agli altri paesi europei; ciò è dovuto al differente contesto storico-culturale italiano: l'arretratezza economica, instabilità politica e l'assolutismo delle dinastie regie producono una situazione di stasi sociale ed intellettuale.
I primi segnali di risveglio si hanno in campo politici a Milano, Parma, Firenze e Napoli le quali dinastie si ispirano al dispotismo illuminato europeo. Per ciò che riguarda la cultura si ha lo studio e la divulgazione di importanti opere non italiane (compresa l'Enciclopedia) e la fondazione del giornale milanese Il Caffè nel quale compare un libro di valore europeo: "Dei delitti e delle pene" di Cesare Beccarla.
Illuminismo italiano strettamente connesso a quello francese e si occupa di problemi morali, giuridici ed economici.
A Napoli l'illuminismo si diffonde grazie a:
Ludovico Antonio Muratori: molto importante per la polemica contro i ritardi della cultura italiana del tempo e per aver stabilito alcuni principi della metodologia storiografica critico-scientifica.
Pietro Giannone: mostra come il potere ecclesiastico abbia limitato ed indebolito il potere politico e come sia interesse di questo ridurre lo stesso potere ecclesiastico agli ambiti spirituali.
Ferdinando Galliani: economista, appartiene più all'illuminismo francese che all'italiano. Il suo studio è diretto a criticare le tesi del mercantilismo la ricchezza di uno stato si basa sulla quantità di moneta posseduta dallo stato stesso. Galliani critica quei filosofi che sostengono che se Dio avesse fatto il mondo questo sarebbe senza dubbio il migliore di tutti; ma non lo è, perciò Dio non esiste; egli risponde che Dio ha creato il mondo dal nulla quindi il mondo ha come padre Dio = perfezione e come madre il nulla = imperfezione. Il mondo ha caratteristiche sia del padre che della madre e per questo non può essere perfetto.
Antonio Genovesi: ["Meditazioni filosofiche sulla religione e sulla morale"]. Egli riconosce come principio motore, sia degli individui sia dei corpi politici, il desiderio di sfuggire al dolore che deriva dal bisogno inappagato e chiama tale desiderio interesse ciò che spinge l'uomo all'attività economica,alla creazione delle arti, delle scienze e delle virtù. Si rifà al percorso cartesiano ma pone come principio non il pensiero, ma il piacere di esistere.
Gaetano Filangeri: ottimista, pensa che il progresso del genere umano tenda verso la felicità e l'educazione del cittadino.
Mario Pagano: considera il mondo della storia come un mondo naturale, le cui leggi non sono diverse da quello fisico.
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