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Il sogno nella letteratura greca
La finezza e la complessa articolazione con cui i greci guardarono all'esperienza onirica ci sono innanzitutto testimoniate dai nomi assegnati a quanto noi chiamiamo, con termine di origine latina (somnium), << sogno >>.
La pluralità delle designazioni lascia immediatamente intendere che per i greci il sogno non aveva una funzione univoca, ma che al contrario al sognare erano associati modalità, tempi, significati e valori molto diversi.
Ciò si può riscontrare nell'opera di Artemidoro, uno dei più famosi esegeti del sogno del mondo antico, ma anche conoscitore di mantica e profezie; in essa egli distingue cinque diverse funzioni del sogno, cui assegna nomi diversi: οναρ, ενυπνιον, φαντασμα, οραμα, χρηματισμος. Le contrapposizioni principali sono tra οναρ e ενυπνιον: il primo è il sogno che anticipa gli eventi futuri, che quindi è profetico; il secondo è quello che la moderna psicanalisi definisce "residuo diurno", costituito cioè da immagini che nascono dai "resti" dei pensieri e delle azioni del giorno e risulta solo la realizzazione di un desiderio, senza alcun carattere premonitore.
I primi sogni della letteratura occidentale si trovano in Omero, a partire dal quale il fenomeno onirico assunse un significato particolare: visitazione di un dio o di un defunto, sogno profetico veritiero o falso e illusorio, funesto o benevolo e di aiuto.
Il sogno omerico si caratterizza anche per altri elementi, per esempio la sua funzione narrativa, che serve a promuovere lo sviluppo dell'azione ponendosi come cerniera tra fasi diverse della fabula. Per esempio il cosiddetto Sogno Funesto (ουλος ονειρος) nell' Iliade inaugura il momento più cruento della guerra di Troia dopo il ritiro di Achille; l'apparizione del fantasma di Patroclo ad Achille salda questa fase con il finale dedicato alle esequie di Patroclo stesso e di Ettore, e al compianto per i due eroi.
Da " Iliade " II vv. 1-41 :
<<.
5
10
15
20
25
30
40
.>>
Nell' Odissea la
visione consolatrice di Atena che visita Penelope conclude
L'espediente del
sogno fu anche utilizzato per indicare la contiguità dei fenomeni onirici con
la morte, come nel poeta di età arcaica Esiodo
che fa dei sogni dei figli "senza padre" della Notte, divinità pre-olimpica,che
abita nell'Occidente. Nella Teogonia
la dea è tutta caratterizzata negativamente ed è progenitrice di forze oscure:"Notte
poi partorì l'odioso Fato e
Ma molto più spesso il sogno è usato per indicare la manifestazione della volontà del dio di influenzare direttamente l'esistenza umana o , anzi, il corso della storia, come in Erodoto, che collega il sogno al divino,facendone importante indizio della volontà degli dei che gli esseri umani sono tenuti a non ignorare.
Per lo storico, quindi, saggio è chi non trascura i fenomeni onirici perché in tal modo non si macchia di υβρις, di << tracotanza >>. Tra gli episodi più significativi si ricorda il sogno di Serse e Artabano narrato nel VII libro delle storie (citato anche da Freud per mostrare la dipendenza del sogno dall'attività cosciente e diurna dell'individuo), dove
<< un uomo alto e bello >> compare
in sogno al re dei persiani per indurlo a effettuare la spedizione contro
In età ellenistica il τοπος del Sogno è ripreso in particolare da Callimaco, considerato sia il principale teorico sia il migliore esponente della poesia ellenistica stessa. Il grande poeta riprende negli Aitia, una delle sue opere più importanti per la definizione della sua poetica, questo τοπος, rielaborandolo e dandogli un suo preciso significato. Qui infatti il sogno è usato come mezzo attraverso cui viene dimostrata l'abilità poetica e le capacità del poeta ad assumersi il compito tanto grande di scrivere. Quest'opera è divisa in quattro libri in cui (nei primi due) il poeta era stato portato in sogno dalla sua Cirene fin sull' Elicona, dove le Muse gli conferivano l'investitura poetica e venivano interrogate da lui stesso sulle varie origini (aitia, appunto) di certe usanze. L' iniziazione è probabilmente connessa all'acqua delle Muse stesse, che nell'antichità era vista come simbolo d'investitura poetica.
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