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IL TITOLO: Il Barone rampante
AUTORE: Italo Calvino
EDIZIONE: scritto e pubblicato nel 1957, edizione del 1993
GENERE: Romanzo storico-fantastico
CASA EDITRICE: Mondadori
GENERE LETTERARIO: racconto storico-fantastico
LA STORIA: dopo l'ennesima monelleria, Cosimo viene costretto dal padre a mangiare un piatto di lumache, si rifiuta, scappa in giardino, sale su un albero e promette che non scenderà più. Vive così fino alla morte, senza mai toccare terra, guardando dall'alto la vita che scorre
UNA VICENDA: Cosimo vede nel XXI capitolo un cavaliere< il cavallo aveva in sella un cavaliere con un mantello, no: una gonna; non era un cavaliere, ma un' amazzone []> cosimo incontra, per meglio dire vede e osserva un'amazzone che lui definisce bionda e carina, lui spera all'inzio che lei si accorga di lui in modo da scoprire la sua bellezza ma la donna improvvisamente cambia direzione una volta , poi due, tre, quattro cercando di seminare due cavalieri, per poi arrivare in una casa che sembrava disabitata mentre invece era pienamente abitata da servi che in quel momento stavano eseguendo gli ordini di pulizia che l'amazzone gli dettava. questo episodio mi ha colpito perchè c'è la comparsa di una donna di cui lui spera di conoscere e magari qualcosa di più, ma la cosa ancora più interessante è che lei sembra prendere in giro il protagonista perchè si allontana e si avvicina, con il suo continuo cambio di direzione, a lui, che spera in una nuova amicizia.
I PERSONAGGI: Personaggi principali: Cosimo (protagonista), Biagio, il cane Ottimo Massimo, Viola, E.S. Carrega, famiglia di Cosimo.
Personaggi secondari: Ursula, Gian dei Brughi, l'abate, famiglia D'Ondariva, Battista, conte D'Estomac.
Cosimo, primogenito della nobile famiglia Piovasco di Rondò, un tipo ribelle e stravagante. Ruotano intorno a lui, il fratello, narratore interno alla vicenda, il padre, la madre, la sorella Battista, l'abate Fauchelafleur, il Cavalier Avvocato. Il protagonista del romanzo è Cosimo, figlio primogenito del Barone Arminio Piovasco di Rondò e fratello di Biagio, il narratore del racconto. Anche se del suo aspetto fisico l'autore non scrive niente, il suo comportamento e il suo carattere vengono riportati nel romanzo con estrema cura.
L'aspetto più importante del suo carattere è sicuramente il grande anticonformismo e la grande avversione nei confronti delle regole del suo ceto sociale: infatti questi determinano il litigio con i suoi genitori, litigio che lo porta a prendere la difficile decisione di abbandonare la terra per andare a vivere tutta la sua vita sugli alberi, già dall'età di 12 anni.
Nonostante questo suo stranissimo modo di vivere, il protagonista rimane legato allo stile di vita precedente, cercando di procurarsi tutte le comodità che possedeva durante la vita con i piedi per terra, ma soprattutto cerca di rimanere un uomo civile pur vivendo sugli alberi come le scimmie; infatti, oltre a procurarsi un caldo giaciglio, un fucile per cacciare e un modo per potersi lavare senza scendere dalle piante, cerca di mantenere inalterati i rapporti di amicizia che aveva con molte persone e ne inizia di nuovi.
Anche se all'apparenza Cosimo ha un carattere molto forte e deciso, in realtà si rivela alla fine del racconto un uomo molto fragile; infatti, quando Violante lo abbandona, cade di uno stato di tristezza che lo spinge a rifiutare il cibo e a piangere tutto il giorno; alla fine riesce ad uscirne, ma solo grazie all'obbligo verso i pastori di Ombrosa di difendere le loro pecore dai lupi, obbligo che lo costringe ad occuparsi di qualcosa di serio per il bene del suo paese.
Un aspetto molto importante del carattere di Cosimo è di sicuro il fatto di voler sembrare migliore di quello che è veramente: infatti per questo ogni volta che racconta agli abitanti di Ombrosa le proprie avventure, ingigantisce enormemente i propri meriti e le proprie capacità.
Quest'ultimo aspetto porta anche a comprendere la grande umanità di Cosimo e soprattutto il suo bisogno di essere amato; infatti, il voler sembrare migliore di quello che è, indica il bisogno del protagonista di essere accettato dagli altri nonostante la sua stranezza. E' quindi per questo, che dopo essere stato lasciato da Violante, entra in quello stato di tristezza che ho già descritto prima. La figura di Cosimo è anche avvolta in un mistero, che credo sia una delle componenti più importanti del personaggio: infatti come spesso il narratore afferma, molte cose raccontate su di lui sono soltanto supposizioni e informazioni raccolte dalle numerose versioni dei racconti del protagonista, che sono spesso lontani da come i fatti si sono svolti realmente. A mio parere, è proprio per questo alone di mistero che lo circonda e per la difficoltà a comprenderlo pienamente che alla fine risulta così interessante.
Comunque sia, è incredibile che riesca a portare il suo ideale di vita al limite estremo e a non tradire il giuramento fatto a 12 anni di non scendere più con i piedi per terra, neanche dopo la morte, avvenuta dopo 65 anni di vita senza aver mai toccato la terra con i piedi per più di 50 anni.
Ho scelto Cosimo perchè è il protagonista a cui storia si svolge attorno, inoltre perchè è un personaggio molto insolito e allegorico.
Insolito perchè a mantenuta il giuramento di quando aveva 12 anni.
IL TEMPO: l'autore ci fornisce una data precisa sull'inizio della vicenda: 15 giugno 1767. La sua durata è di circa 55 anni; quindi il tempo della storia è molto più lungo rispetto al tempo del racconto.
IL LUOGO: La vicenda si svolge principalmente ad Ombrosa, un paese immaginario della riviera ligure; spesso però il luogo della narrazione cambia per spostarsi in altri paesi della Liguria o addirittura a Parigi, dove il fratello di Cosimo, si recava per affari.
La narrazione si svolge nell'epoca direttamente successiva alla Rivoluzione Francese.
IL MESSAGGIO: Secondo me, l'autore, utilizzando l'allegoria dell'uomo che vive sugli alberi distaccato da tutti e da tutto ciò che accade, ha voluto raccontare il suo stato d'animo e specialmente la condizione propria di ogni uomo. Infatti Calvino vuole mettere in evidenza la condizione di estrema solitudine di ogni uomo durante la sua breve vita. Quindi, con questo racconto, il poeta vuole affermare che, nonostante la vita di un uomo possa essere felice e ricca di avvenimenti, ognuno è comunque solo e chiuso in se stesso, come Cosimo, che, nonostante conservi un gran numero di amicizie ed una vita avventurosa e ricca di movimento, è comunque distaccato dalla realtà perché vive sugli alberi, lontano da tutto e da tutti.
Inoltre la fragilità e la corruttibilità della condizione umana sono messe in luce dal fatto che Cosimo vive su sostegni fragili come i rami degli alberi; che sembrano forti all'apparenza, ma che si rivelano poi vulnerabili ad ogni genere di pericolo.
INDICE DI GRADIMENTO: è un libro divertente, originale, ricco di riferimenti indiretti alla realtà nella quale noi viviamo.
PER CHI: è un libro sia per chi vuole dedicarsi ad una lettura disimpegnata sia, al contrario, per chi vuole meditare sui grandi problemi dell'uomo come quello dell'esistenza.
Recensione de "Il barone rampante"
Le pagine de "Il barone rampante" sono riportate con gli occhi del fratello minore, Biagio. Dopo il litigio, la vita del protagonista si svolgerà sempre sugli alberi, prima del giardino di famiglia e, in seguito, nei boschi del circondario, inframmezzati da parentesi in terre lontane seppur collegate per "via vegetale" alla tenuta del barone (Francia). Durante questi viaggi Cosimo conoscerà degli esiliati spagnoli e si innamorerà di Ursula che però, terminato l'esilio, ritornerà in Spagna mettendo fine alla loro storia.
Cosimo è forte, testardo, introverso e scontroso ma onesto e dotato di forza di volontà, fatto che gli consente di non venire mai meno ai propri ideali. Mantiene una normale vita di relazione, prosegue gli studi, impara a cacciare, consolida amicizie e segue la vita di famiglia. Ciò contribuisce sensibilmente a renderlo strano ma anche affascinante agli occhi della società.
La sua fama si diffonde con rapidità e toni impensabili per l'epoca d'ambientazione del racconto. Se all'inizio Cosimo diviene famoso come fenomeno da baraccone e la sua famiglia quasi se ne vergogna, in seguito interagisce anche con personaggi come Diderot, Rousseau, Napoleone e lo Zar di Russia, stratagemma che Calvino usa probabilmente per conferire dignità e importanza a un personaggio in parte autobiografico. Cosimo scrive anche un "Progetto di Costituzione di uno Stato ideale fondato sugli alberi", opera che contribuisce alla fama e al rispetto di cui sopra.
Il ritorno di Viola, suo primo amore, fa esplodere un sentimento reciproco in realtà sempre esistito, che si concluderà drammaticamente per una serie di equivoci e cose non dette. La morte di Cosimo non viene descritta, vecchio e stanco, un giorno si aggrappa a una mongolfiera di passaggio scomparendo nel nulla. I personaggi più importanti che lo affiancano, oltre ai componenti della famiglia, sono: Viola d'Ondariva, bellissima smorfiosetta che si "impossessa" del suo cuore fin dalla più tenera età, il cane Ottimo Massimo, bastardino ricordo di Viola e inseparabile compagno di caccia, il brigante Gian dei Brughi che Cosimo inizia ai piaceri della lettura, l'abate tutore Fauchelafleur e il Cavalier Avvocato.
Esistono sicuramente dei paralleli con "Il visconte dimezzato": la leggerezza del linguaggio, lo sguardo ironico che impedisce anche ai momenti drammatici di gettare un'ombra triste sull'opera, l'ambiguità dei personaggi, siano essi protagonisti principali o comparse relegate a ruoli di secondo piano, che Calvino mette in luce: il barone Cosimo, nobile che vive sugli alberi come un selvaggio, la nobile Viola che alimenta il suo rapporto amoroso ingelosendo l'amato e non preoccupandosi della reputazione che ne deriva presso le corti europee, i suoi due spasimanti, valorosi e coraggiosi guerrieri, ma zuccherosi e ridicoli come pretendenti.
Particolarmente importante anche ne "Il barone rampante" la visione dell'autore che si conferma poco incline a giudizi e opinioni ottusi e assoluti. Il comportamento stesso di Cosimo si rifà a un'idea di rifiuto delle regole preconcette e di accettazione delle diversità. Ancora una volta Calvino si dimostra precursore, illuminato ed estremamente attuale, soprattutto riguardo a tematiche più ampie come la paura e l'avversione per ciò che si discosta dalla cosiddetta "normalità".
BREVE SINTESI: la vicenda narrata ha inizio il 15 giugno 1767, nella cittadina ligure di Ombrosa, paesello inventato dall'autore profondamente legato alle sue origini. Tutto cominciò, quando il Baroncino Cosimo Piovasco di Rondò, a soli dodici anni, decise, per protesta di salire su un elce (albero simile alla quercia), e di non scendere più. Questa forte dimostrazione di coraggio impulsiva, ero però stata causata da numerose controversie del giovane e di fratello Biagio con il padre Arminio e la sorella Battista. I genitori si accorsero ben presto che l'atto del figlio non era solo una ribellione, ma molto di più: Cosimo, infatti, decise che non avrebbe mai più messo piede a terra. Da questa profonda convinzione e testardaggine fu condizionata tutta la sua vita, trascorsa sino al giorno della sua morte sugli alberi.
Nei primi giorni della sua nuova vita, saltando da un ramo all'altro, nel giardino dei vicini, Cosimo conobbe Viola, una bimba dispettosa ma intrigante agli suoi occhi, verso la quale provò un sentimento molto forte, sebbene la giovane età, che con gli anni, nel suo cuore divenne amore, nonostante l'amata, pochi mesi dopo il loro incontro se ne andò. Di Viola gli rimase, inconsapevolmente, solo un buffo cane bassotto, che chiamò Ottimo Massimo.
Qui iniziò il suo lungo viaggio pieno di avventure, per il quale si spostò, per gran parte del territorio ligure spostandosi da ramo in ramo divenendo sempre più abile, e cercando di migliorare la sua condizione con comode invenzioni o accorgimenti; sempre in compagnia del fedele Ottimo Massimo che lo aiutò nella caccia seguendolo da terra.
Cosimo conobbe le bande di ragazzi ladri di frutta, che lo credettero uno strano animale; salvò da una cattura certa e istruì alla lettura il pericoloso brigante Gian dei Brughi, diventandone poi un grande amico; sconfisse pirati, spense incendi; si interessò alle correnti di pensiero europee leggendo svariati testi ed enciclopedie dategli in prestito dal fratello Biagio; conobbe degli esiliati spagnoli costretti a vivere sugli alberi ad Olivabassa, tra cui Ursula, di cui si innamorò ma che fu costretto a lasciare terminato il periodo di esilio.
Da adulto ricevette il titolo di Barone dal padre e trascorse la sua vita procurandosi cibo e interessandosi di tutto ciò che potesse sviluppare la sua cultura, fino a quando un bel giorno tornò l'amata Viola, cresciuta ma non cambiata nel carattere: da quel momento i due trascorsero giornate felici fatte d'incontri amorosi, ma anche litigi e scontri, che li portarono alla separazione definitiva. Da questa vicenda Cosimo uscì distrutto e segnato profondamente e per un lungo periodo si ammalò rischiando la vita.
Una volta ripreso entrò a far parte della Massoneria, e di altre congregazioni segrete, attraverso le quali combatté i gesuiti e scrisse una specie di quaderno di doglianza.
Tutto ciò, lo portò ad entrare attivamente nella vita politica incontrando Napoleone Bonaparte e successivamente lo zar di Russia, partecipando agli scontri nella boscaglia in favore dei francesi; scrisse addirittura un "Progetto di Costituzione per Città Repubblicana con Dichiarazione dei Diritti degli Uomini, delle Donne, dei Bambini, degli Animali Domestici e Selvatici, compresi Uccelli Pesci e Insetti, e delle Piante sia d'Alto Fusto sia Ortaggi ed Erbe".
Ora mai dopo anni, Cosimo non fu più in grado di spostarsi agilmente da un albero all'altro, e la vecchiaia si faceva sentire piuttosto pesantemente, e la sua fama era dilagata in tutto il territorio europeo. Egli decise così di trascorre quel poco che gli restava da vivere sull'albero al centro della piazza di Ombrosa, fino a quando, un giorno, una mongolfiera passò vicino alla cima dell'albero e Cosimo con un balzo vi si attaccò, facendo perdere per sempre le sue tracce.
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