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CANTO I PURGATORIO
È un canto introduttivo, il Purgatorio è un mondo diverso rispetto all'Inferno, vi scorrono due fiumi: il Lete e l'Eunoè; il custode di questo mondo è Catone l'Uticense [p1] , Dante lo premia per aver avuto il coraggio di assumersi le proprie responsabilità: gli affida infatti il compito di regolare la vita nel Regno del Purgatorio Dante si riconosce in parte in questo personaggio, egli infatti sostiene che se mai ritornerà a Firenze, lo farà a testa alta, con orgoglio, senza dover chiedere scusa a nessuno, e soprattutto senza cambiare i propri ideali.
Nella cantica del Purgatorio vengono fatti diversi tipi di rivalutazione:
Rivalutazione dell'uomo;
Rivalutazione dell'idea;
Rivalutazione classica.
Quando Dante esce dall'Inferno cammina su una spiaggia; questo regno ha una conformazione completamente diversa rispetto all'Inferno:
Spiaggia;
Montagna a gradoni: su ogni gradone c'è un angelo che trasporta le anime dal Tevere;
Antipurgatorio (valletta dei principi);
Scomunicati (che rimarranno nel Purgatorio trenta volte tante, quanto fu il tempo di scomunica);
Pigri a pentirsi (che rimarranno nel Purgatorio tanto tempo quanto vissero);
Morti di morte violenta (rimarranno nel Purgatorio tanto tempo quanto vissero);
Principi negligenti (rimarranno nel Purgatorio tanto tempo quanto vissero).
Ogni volta che Dante sale un gradone, l'angelo gli toglie dalla fronte una "P", che simbolizza appunto il Purgatorio.
Il canto si compone di cinque sequenze:
o Invocazione alle muse (Dante invoca la
o La vista delle quattro stelle;
o Catone;
o Il discorso di Virgilio a Catone;
o La purificazione di Dante.
Dante invoca la Musa del canto Calliope per scrivere la cantica del Purgatorio, i cui elementi fondamentali sono l'umiltà e la purificazione; Dante infatti qui elimina tutti i peccati, purificandosi da tutto.
Rispetto all'Inferno, lo stile è cambiato, è infatti medio, quasi elegiaco, come per rappresentare la gioia dello scampato pericolo, ma anche dalla sofferenza causata dalla vita brutta, è come appena uscito dal dolore (Cfr. Leopardi, secondo il quale, la felicità è come, quando dopo un temporale, torna il bel tempo, ma è solo un momento, perché dopo ci sarà senza dubbio un altro brutto momento: la pausa fra i temporali rappresenta la felicità della vita -la quiete dopo la tempesta-)
Qui Dante ritrova la via che aveva smarrito nel Primo Canto dell'Inferno.
[p1]Chiamato così perché morì ad Utica, dove fu perseguitato dalle truppe del II Triumvirato (Augusto-Antonio-Marco) perché parteggiava per Pompeo, facendo parte del partito anticesariano durante la dominazione di Cesare; si uccise per non cadere nelle mani del nemico; ha combattuto per la libertà della Repubblica Romana, e per portare a termine l'impegno preso e non rinnegare le proprie idee, ha sacrificato la propria vita.
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