Mario Luzi
Mario Luzi nasce a Firenze nel 1914 dove vive
con brevi eccezioni, fino al 28 febbraio 2005 giorno della sua morte. È considerato
uno dei maggiori poeti contemporanei e uno dei fondatori dell'ermetismo.
I suoi esordi letterari si svolgono agli anni
'30 quando frequenta altri giovani poeti della scuola ermetica e collabora con
la rivista d'avanguardia come "campo di Marte".
Nel 1935 è pubblicata la sua prima raccolta di
poesie "la Barca".
E' questa la fase "ermetica" della sua poesia che dura fino al dopoguerra,
anche se la scelta dell'ermetismo rimarrà sempre nella sua produzione poetica
con gli approfondimenti e l'evoluzione dei periodi successivi. Le liriche di
questo periodo sono caratterizzate da un forte simbolismo e da un linguaggio
prezioso e cifrato che rappresenta "l'essenza spirituale dell'universo" per via
intuitiva, indipendente dalla storia umana con la sua realtà contingente e con
i suoi avvenimenti passati. Molti vedono in questo periodo la volontà di Luzi
di estraniarsi dal mondo assumendo, nei confronti dello stesso, un
atteggiamento passivo e rinunciatario. Stilisticamente il poeta appare gia
molto maturo e perfettamente padrone di una tecnica che gli consente di
utilizzare l'endecasillabo con grande maestria. Il secondo periodo della sua
esperienza poetica inizia nei primi anni '50. molto ritengono questo il periodo
migliore della sua poesia. La protagonista in questa fase è l'esperienza della
sua esistenza. L'atteggiamento passivo e rinunciatario nei confronti della
realtà, del periodo precedente, lascia il posto ad un'inquietudine profonda che
si traduce in paesaggi tetri ed aspri, perennemente scossi dal vento, e nella
ricerca continua di ciò che unisce l'essere ed il divenire, il tempo e
l'infinito, l'identità e il suo mutarsi, nella speranza tenue che tale ricerca
possa far scoprire la ragione per allentare la pena che produce il non senso
della vita. Nella ultime opere Luzi ha ulteriormente modificato sia lo stile
che i contenuti. Quest'ultimi si sono aperti alla vita quotidiana, alla memoria
della sua adolescenza, ai ricordi dei suoi viaggi, ma resta sempre presente il
sentimento di una vita priva di senso anche se si manifesta la speranza che
dopo la morte del corpo l'anima possa salvarsi e sopravvivere. Questa speranza si
rifà ad un sentimento di cristianesimo molto profondo, che se spesso molto
tormentato, è presente sin dalle prime liriche del poeta.