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Il rapporto tra scienza e letteratura (o meglio tra la scienza e la cultura in generale) è cambiato molto nel corso della storia; negli ultimi due secoli l'uomo ha considerato la scienza come il campo in cui una comunità di studiosi cerca di scoprire ciò che ha valore generale nella natura, mentre ha considerato la letteratura come il campo in cui il singolo individuo cerca ciò che è unico: un'esperienza personale, un sentimento, un idea.
Ciò significa che si considerano la cultura umanistica e la ricerca scientifica due forme di conoscenza che sono diverse non solo per il fine e per l'oggetto di cui si occupano, ma anche per il metodo e il linguaggio, e perciò sono completamente indipendenti.
Non sempre però è stato così e anche oggi ci sono pensatori che cercano di ricreare una unità nella cultura dell'uomo, superando la frammentazione e la specializzazione del sapere; scrittori come Italo Calvino per esempio hanno cercato di riavvicinare e far parlare tra di loro i due modi di guardare il mondo, quello dello scienziato e quello dello scrittore.
Figura - Scienza o letteratura |
Vediamo un po' cosa è avvenuto nella storia
Nell'antichità la cultura era unitaria: lo stesso pensatore scriveva di filosofia e tentava di capire il funzionamento del cosmo: le osservazioni scientifiche si trasformavano così nella creazione dei miti; per fare solo un esempio ricordo le costellazioni dello zodiaco.
Il pensiero medioevale continua poi con questa unità del sapere, con in più la visione teologica cristiana: l'uomo è visto al centro della creazione di Dio e non come un osservatore distaccato di un universo razionale separato e indipendente da lui.
Se pensiamo a Dante, nella Divina Commedia sono presenti i suoi sentimenti, i suoi ideali, la storia e le conoscenze scientifiche del suo tempo, in una visione unitaria del sapere umano.
A cominciare dal Rinascimento però, partendo dalle università di Pisa, di Bologna e di Padova, e poi con pensatori come Galileo, la scienza si separa dalle altre forme di sapere e adotta metodi e strumenti propri, dimostrandosi molto più capace della letteratura nello studio del cosmo.
Si attua una divisione tra Uomo e Natura, e l'Uomo diventa un osservatore esterno della natura; letteratura e scienza non si parlano più.
Con Newton e con l'Illuminismo assistiamo al trionfo della scienza, che descrive il mondo con leggi matematiche universali: è l'epoca del determinismo, cioè le leggi fisiche sembrano in grado di spiegare tutto e di predire l'evoluzione futura di ogni cosa.
Nei primi decenni del XX secolo questa visione positivistica della natura è andata in crisi con il principio di indeterminazione e con la nuova concezione di spazio e di tempo; l'osservazione non è più oggettiva ma solo probabilistica: cade il concetto di un osservatore esterno e neutrale della natura.
Tutto ciò porta a ripensare al valore stesso della conoscenza scientifica e alla necessità di ricreare un'unità tra la scienza e le altre forme della cultura, e la letteratura stessa non deve ignorare i discorsi scientifici.
Calvino è stato forse lo scrittore che maggiormente ha sentito la necessità di conciliare la scienza con la letteratura: la letteratura ha il compito di superare la separazione tra scienza e umanesimo, ricreando l'unità del sapere.
Figura Le Cosmicomiche"(1965) In sopracoperta una celebre xilografia di Murits Cornelis Escher," Autre monde" |
Calvino scrive storie fantastiche in cui compaiono le teorie della fisica, la matematica, la genetica, le considerazioni sul tempo e sullo spazio, concetti e teorie che vengono raccontate attraverso le parole di strani personaggi umanizzati che hanno assistito alla nascita dell'universo.
Le opere più significative sono: Le Cosmicomiche, T con Zero, Le città invisibili, Palomar; lo scrittore mostra di conoscere in modo anche approfondito le teorie scientifiche più recenti e attraverso i racconti di Qfwfq, un essere che cambia aspetto ma profondamente umano, che ha assistito al Big Bang e tuttora abita a Manhattan, spiega al lettore non esperto di scienza le teorie e i concetti più complessi della fisica moderna.
Qfwfq conferma le teorie scientifiche dichiarando di essere stato presente alla loro scoperta o in occasione dei grandi eventi del cosmo.
Con questi racconti Calvino rende accessibile al lettore un mondo scientifico che prima era stato completamente inaccessibile per lui: la letteratura dopo secoli diventa di nuovo la fonte del sapere globale, ruolo che aveva perso con la separazione tra scienza e letteratura.
I racconti però oltre che a illustrare le teorie scientifiche contengono anche una critica del modo di pensare dell'uomo: nei racconti "Lo zio acquatico" e "I Dinosauri" l'autore parla di un passato che non vuole seguire l'evoluzione: uno zio di Qfwfq si rifiuta di passare da anfibio a vertebrato "perché quello che si conosce è più sicuro di quello che non si conosce" e così rimane indietro nella storia dell'evoluzione.
Lo stesso Qfwfq è l'ultimo dinosauro sopravvissuto ma ha seguito il processo dell'evo-luzione: quando però dopo tanto tempo sente i nuovi abitanti della Terra glorificare i dinosauri, lui li disapprova, poiché conosce la loro incapacità di evolversi e adattarsi al nuovo ambiente e i pregiudizi che li hanno portati all'estinzione.
E' chiara la critica a chi non sa o non vuole capire i cambiamenti che porta il pensiero scientifico e pensa di non subirne le conseguente semplicemente ignorandoli: l'uomo può essere pienamente uomo solo se i suoi interessi spaziano in tutte le direzioni: è il nuovo sapere globale che l'uomo deve riconquistare.
I racconti contenuti in "T con Zero" parlano di geometria, meccanica quantistica e genetica; in uno dei racconti il personaggio principale è un cacciatore di leoni che ragiona in modo matematico sulla probabilità di essere vittima o vincitore del leone, includendo le nuove idee di tempo e di spazio relativi.
Il periodo più importante per Calvino inizia con gli anni '60: il mondo letterario italiano si interroga sul ruolo del letterato nel mondo moderno che sta cambiando rapidamente, dopo il periodo del dopoguerra; in Marcovaldo Calvino dipinge la condizione dell'uomo in un ambiente sempre più difficile da capire e da vivere; i racconti sembrano ingenui, quasi racconti per bambini, ma esprimono la difficoltà dell'uomo a muoversi nel labirinto che è diventato il mondo del suo tempo.
Compito della letteratura è aiutare l'uomo a muoversi in questo labirinto; pur sapendo che questa ricerca sarà senza fine, l'importante però è continuare a cercare di comprendere il mondo in cui viviamo, compresi gli aspetti scientifici, in contrapposizione a una letteratura che pensa solo ad evadere da questo mondo.
Nelle sue opere Calvino riesce a conciliare la letteratura con la discussione dei problemi scientifici facendo di questi oggetto di letteratura. Occorre però anche dire che non ci sono stati poi altri autori che hanno seguito l'esempio di Calvino e che dopo di lui il rapporto tra scienza e letteratura è stato trattato solo con discussioni teoriche.
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BiografiaItalo Calvino nasce a Cuba nel 1923 da genitori di San Remo studiosi di scienze naturali; due anni dopo la famiglia rientra a San Remo nella villa 'la Meridiana', immersa in un giardino ricco di esemplari esotici. Dai genitori, entrambi di formazione laica, liberi pensatori, legati a tradizioni repubblicane e socialiste, riceve un'educazione tollerante e anticonformista. Negli anni del secondo conflitto mondiale, Calvino è di fronte a nette scelte politiche e morali e partecipa alla lotta partigiana; dopo la liberazione, si occupa di politica e frequenta gli ambienti della Einaudi dove conosce Pavese e Vittorini. Nel 1947 si laurea in letteratura. E' Cesare Pavese che lo esorta a scrivere e Calvino pubblica i primi racconti; fra il 52 e il 56 pubblica, fra gli altri romanzi Il visconte dimezzato. Il 56 segna anche una frattura storica: si allontana dal PCI a causa della crisi in Ungheria. Fino al 66 pubblica Fiabe italiane, Il barone Rampante, Il cavaliere inesistente, le Cosmicomiche. Nei suoi racconti si interessa di astronomia, biologia, cibernetica. Calvino si trasferisce poi a Parigi dove resta sino al 1980, pubblica Le città invisibili. Dal 74 Calvino avvia una discontinua collaborazione col Corriere della sera e poi con la Repubblica. Pubblica "Se una notte di inverno un viaggiatore". Nel 1980 dichiara chiusa la sua precedente esperienza di scrittore pubblicando tutti i suoi saggi con l'emblematico titolo Una pietra sopra. Nel 1980 torna in Italia e si stabilisce a Roma. Nell'estate del 1985, intento a preparare un ciclo di conferenze a Harvard, è colto da ictus muore a Siena il 19 settembre. |
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