Canto dei bevitori
Nel
Medioevo vi erano degli studenti che andavano nelle città di università in
università e nelle piazze per studiare e per esporre proprie opere di carattere
ironico, satirico, che molte volte schernivano i dogmi della chiesa; queste opere
venivano chiamate Carmina Burana. Il Canto dei bevitori è una di queste, è una
poesia di carattere ironico, dove il significato principale è quello del
divertimento; questa poesia descrive il comportamento delle persone che si
trovano nella taverna: questo luogo può essere visto come un estraniazione dal
mondo esterno pieno di leggi e di regole da rispettare. Nella poesia il luogo
della taverna viene concepito come il Carnevale nelle piazze dove per almeno
una volta tutti avevano gli stessi diritti ed erano considerati uguali, era il
momento del divertimento, dei giochi, dei giullari, non vi era la presenza
oppressiva della chiesa. Nella taverna spiega l'autore si possono trovare
persone che giocano, altre che bevono, altre che si divertono 'senza decenza':
'Quando siamo alla taverna, non ci curiam più del mondo.....c'è chi gioca,
c'è chi beve, c'è chi vive senza decenza....c'è chi viene denudato, chi al
contrario si riveste, chi di sacchi si ricopre.'. Una frase molto
importante a mio avviso è quella che dice: 'Qui nessuno teme la
morte...', infatti in quel periodo vi era una grande paura del futuro, che
veniva concepito come la fine di tutto e quindi con la morte, questa frase
invece ci spiega come quelle persone non avessero dei pensieri negativi e non
si ponevano neanche il problema dei dogmi religiosi da rispettare; a mio parere
è proprio grazie a quest'ultima ragione che le persone possono divertirsi e
giocare senza alcuna paura come c'è scritto nella poesia. Così si rispecchia
anche la funzione che avevano i clerici vagantes che con le loro opere
portavano a riflettere il popolo e i problemi che lo riguardavano.