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Appunti su Ludovico Ariosto (1474/1533 d.C.)




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Appunti su Ludovico Ariosto (1474/1533 d.C.)


Vita: padre conte di origine Ferrarese madre nobildonna di Reggio, numerosi trasferimenti, studi giuridici & prime prove poetiche 1489/94 studi umanistici, fino '5oo 1^ produzione lirica volgare; dal 1497 alla corte estense; con la morte del padre va al servizio di Ippolito d'E. + prende gli ordini minori, attività politico~amministrative; 1508-9: prime commedie (Cassaria, Suppositi); 1515: relazione con A. Benucci (nozze 1528, segrete); dal 1518: al serv. di Alfonso d'Este, x cui compie frequenti viaggi; 1522-5: commissario ducale in Garfagnana.

Produzione lirica: latine (67) 1494~1503, fedeltà ai temi classici; volgari (87), modello: petrarchismo bembesco ma con rapporto originale e variato & ricco e produttivo con + aspetti della tradizione + legame con poesia cortigiana tardoquattrocentesca. Satire: (7) 1517/1525, sviluppo narrativo e articolazione logico~discorsiva lontani dalla purezza lirica, contaminazione linguistica; elementi autobiografici ben integrati NON incanalati; lungh. 181~328 vv., personaggi reali, struttura dialogico~teatrale; metrica quella della S.: ricorso alla terzina Dantesca e plurilinguismo, stilisticamente disimpegnato dantismo "colloquiale"; comunicazione autentica non idealizzata.    Produzione teatrale: A. diventa un modello x la commedia del teatro successivo, è un vero uomo di teatro, consapevole della propria funzione culturale; tenta di innalzare il decoro letterario delle rappresentazioni senza rinunciare a vivacità & immediatezza; recupero della commedia classica latina (Plauto e Terenzio) e della novellistica volgare (x le opere originali); linguaggio spesso basso gergale e dialettale; metro: endecasillabo sdrucciolo (x sim. a trimetro giambico); denuncia dei brutali rapporti umani nelle corti. [Satira I: 1517, al fratello Alessandro & Ludovico da Bagno; A. espone i motivi che lo hanno indotto a rifiutarsi di seguire il cardinale Ippolito in Ungheria x ragioni, rivendicazione della propria dignità]


Focalizzazione sul Furioso


A.     Inizio stesura 1505; 3 edizioni: 1^ 1516, 2^ 1521, 3^ 1536 (leggiamo oggi); progetto encomiastico (cfr. Boiardo); titolo: omaggio a B., di cui sviluppa i suggerimenti radicalizzandoli & facendone oggetto di riflessione. Struttura del poema: molti protagonisti & intreccio complesso, ognuno ha una sua storia in parte // in p. intersecata coll'altre; primo filone della vic.: racconto d'armi, 2°: le vicende romanzesche di Orlando, follia di, Rinaldo & Astolfo, Ruggiero, Bradamante, nozze di. 1° canto: Angelica è l'emblema dell'amore irrealizzabile e della passione irrazionale e impossibile da soddisfare, con la guerra santa solamente sullo sfondo, tutti sono vittime di A.; modelli x cortigiani cinquecenteschi (cfr. Rinaldo & Ferraù). Palazzo di Atlante: allegoria del destino umano, vano affaticarsi. Pazzia di Orlando: trama bretone (cfr. Tristano & Isotta) pretesto x studio sulla gelosia in A., sviluppa la fonte in chiave psicologica; l'amore è visto come furia devasatrice; intensificazione di Boiardo. Astolfo sulla luna: S. Giovanni, colloquiando con A. sulla luna mentre recuperano il senno di O., polemica la corte: dice ceh la letteratura è asservita al potere; Ariosto passa in rassegna la follia umana, + precisamente la corte; l'ironia non smorza i toni, il canto ha un'insolita pregnanza, si trasforma in satira.

B.     Tradizione cavalleresca fino al "Furioso": 2 filoni: armi & amore; 1°: epico della tradizione carolingia (cfr. Chanson de Roland), il cui successo cresce col 4oo ( prod. di cantari, ecc.), il poema cavalleresco diventa il genere popolare, concepito x1 pubblico analfabeta (Pulci prende le distanze dai canterini e alla fine del M. recupera ideali cristiani & populisti: ritorna all'antico spirito carol.); l'Innamorato riempie la forma del poema cavalleresco di contenuti cortigiani, e, col progetto encomiastico, si avvicina al modello epico classico virgiliano e alterna al racconto carolingio quello 2°: romanzesco d'amore, così come il Furioso, nato nel sec. XII (cfr. romanzi arturiani); qui è in gioco la sorte di un singolo cavaliere, e troviamo l'entrelacement (:intrecciare + storie con protagonisti + cavalieri). La Poetica: linguaggio epico nel 4oo: popolare dei cantari, nel 5oo: imitazione, + s'è consolidata una lingua aulica;Tlasciando sullo sfondo il ling. canterino, A. rispetta la teoria classicistica dei 3 generi (umile mediocre sublime); Furioso: stile epico illustre, reso possibile da un avvicinamento ai modelli epici (Omero & V.), appartiene a una tradizione (ciclo carolingio & trad. classica = autorità letteraria ed ideologica), ed è dunque epico xché: sia afferma l'individualità dello stato estense, sia si presenta come un poema leggibile in tutta Italia: A. dà alla nostra letteratura un'opera "nazionale"; però l'etica 500esca è individualistica e legata alla classe dei cortigiani, mentre i valori dell'epica sono collettivi & popolari; nel Furioso dovremmo avere proposti i valori della lotta vs. Saraceni, mentre passa in primo piano il versante romanzesco per quel che riguarda la narrazione. Le vie del romanzo: esprime valori individuali, tende al decentramento e al dinamismo (Tquete romanzesca (contribuisce alla sua struttura aperta), diviene inseguimento di un fantasma interiore; quella che compie O. è una pazzia=esistenza umana, sul suo stesso piano stanno tutte le forme proprie della cult. rinascimentale [cfr. canto XXXIV funz. contraria a quella dell'epica]); il F. è un poema della consapevole rinuncia a lle illusioni rinascimentali; il modello positivo di cortigiano è Ruggiero, che compie un cammino di formaz. positivo e consapevole, la sua conversione è una scelta della maturità & rinuncia a un'avventurosa indeterminazione; la logica del romanzo prevede il rimandare il compimento di fatti decisivi; l'epica ha una forza centripeta, il romanzo centrifuga l'equilibrio rinascimentale non accetta fino in fondo la tragicità degli eventi. La voce del narratore: è un narratore onnisciente, + è DEMIURGO (: non crea dal nulla, si alimenta su altra letteratura, utilizza FONTI, non ricerca l'originalità); A., proseguendo l'opera del Boiardo, assume spesso un atteggiamento ironico, può essere addirittura autoironia (: la storia di A. che scrive il romanzo è essa stessa un romanzo, il solo non toccato dagli affanni e sofferenze dei personaggi del rom.); già dalle 1e ottave, A. è un personaggio a causa della sua storia d'amore. [A. DEMIURGO cfr. il passaggio da una vicenda all'altra, un proemio, il paradosso della letteratura, la narrazione coma "quéte", A. furioso come O., A. pentito]. Armonia e ironia: A. ha un distacco dagli sconvolgimenti storici del suo tempo, ma è un letterato di corte, e quindi deve piegarsi alle direttive del signore e eseguire anche menzioni "disonorevoli" x 1 intellettuale: la sua arma è l'ironia (v. sopra) satirica sottile e immediata, coinvolge l'universalità della vita umana ma s'indirizza alla corte (cfr. "corte & viaggio di A. sulla luna": condizionamento reciproco tra arte e potere, tutto è sempre stato una menzogna A. ironizza su questo e guarda con un sorriso scettico persino la sua stessa opera). [cfr. A. & S. Giovanni: la posiz, del letterato di corte]. Paradossi del razionalismo 500esco: il magico è un espediente letterario, e A. gioca su questo carattere: la serietà diventa scherzo & la magia sapere profondo (cfr. TURPINO (cfr. cronache di roncisvalle), emblema della tradizione cavalleresca, invocato come autorità); il F. si presenta come un'opera di fantasia e gioco, dunque metaletteratura; infine, x A. tutta la trad. rischia di diventare un mucchio di "belle favole", ma comunque sempre esemplare sul piano formale. [cfr. l'Ippogrifo]. Lingua & varianti delle 3 edizioni: dopo 1516, lunga revisione; 1532 (3^), canti 40 46, per avere: - scompensi e + significato, x passare da un'ottica cortigiana a un'ottica europea; revisione linguistica: i suoi modelli sono autori toscani, con le edizioni succ. s'adegua ulteriormente al toscano letterario; PROPOSTA DI BEMBO: tornare al fiorentino 300esco:A. aderisce a B. in maniera personale: corregge tutto ciò che si scosta dalle regole, ma lingua e stile non si irrigidiscono sulle sue norme; A. è guidato anche dal criterio del gusto, oltre che grammaticale; il F. ha anche contribuito alla unificazione linguistica nazionale, anche letteraria, tutta la cultura impegnata di inizi 500 va verso il toscano (: lingua di vasta circolazione); il pubblico si allarga a quello cortigiano & borghese e non solo regionale: 1^ opera x l'ITA dell'età moderna. La ricezione: il F., espress. di un classicismo libero e sperimentale, precede il diffondersi dell'aristotelismo in ITA. I critici del F.: DeSanctis: "disprezza" l'opera di A., xché non è un'opera omogenea, la vede come superamento della civiltà medievale, considera il F. in modo - xché lo considera un'opera di forma, senza contenuto e rappresenta l'incapacità dell'intellettuale italiano ad affrontare la storia e la società a lui contemporanee; disimpegno dell'A. contrapposto all'impegno di Machiavelli; Croce: il F. deve essere valutato come la rappresentazione di un mondo in sé concluso e dov'è presente il dominio dell'arte; in tal modo il F. diventa simbolo della Poesia e una specie di manifesto della propria estetica.



PERCORSI ARIOSTO


Labirinto temporale e spaziale del F.: la geografia è varia, mobile ed aperta, l'ampiezza di scenari è strettamente collegata al suo versante romanzesco, in cui i cavalieri percorrono distanze illimitate inseguendo il loro oggetto del desiderio; ma il vero spazio dell'azione è una geografia ideale piena di suggestioni simboliche: su tutti domina la selva (emblema del' "errare" & "errore" dei cavalieri), comunque, tutti i luoghi sono centri temporanei della vicenda scompare la geografia teocentrica medievale e ne compare una mobile con + centri; ma la dimensione temporale è molto meno controllabile: A. conduce //ente storie diverse, è anche il padrone del tempo, ke maneggia come vuole; Tnessuno trova ciò che cerca, tutti trovano quello ke non cercano. Passione & ragione: bellezza del corpo specchio della nobiltà dell'anima; A. insiste sul tema dell'irrazionalità dell'amore e sulla vanità e il rischio dell'inchiesta amorosa; dietro l' "errore" c'è la follia Orlando impazzisce xché eccede l'idealizzazione della donna amata e diviene incapace d'accettare & vedere la realtà; razionalità, follia, vanità della azioni umane sono una cond. diffusa a tutti gli uomini. L'amore~follia: x A. l'amore è follia, tuttavia è il motore, attiva un processo di conoscenza, ke però può portare alla follia; Angelica rappresenta la bellezza eccessiva ke scatena in tutti un desiderio incontrollato, sconvolge l'ordine & mette in crisi l'etica guerriera, la sua realtà s'identifica col desiderio maschile; Alcina rappresenta la sedusione, il sesso, esperienza di formazione x Astolfo & Ruggiero; A., difronte alle donne, lascia aperte le + prospettive ke mette a confronto. La guerra: A. non celebra lo spirito bellico, di cui restano l'ammirazione x le virtù cavalleresche, la generosità, l'onore, la fedeltà al signore valori tipici del perfetto cortigiano; la guerra è lo scenario di grandi azioni individuali; anche in guerra deve sopravvivere un senso di cortesia; A. pone un abbassamento dei valori della civ. cavalleresca xché è consapevole della loro perdita: il movente delle azioni dei cavalieri è nei sentimenti privati & nell'amore; la guerra del F. è una guerra "ideale", in genere A. depreca le guerre & l'imbarbarimento della guerra nella sua epoca.



APPUNTI NEOPLATONISMO


1)Nicola Cusano: concetto di infinito come attributo fondamentale di Dio, che non può dare origine a un universo infinito; le cose sono solo contrazioni di Dio, ke compendia in sé posse e esse possest, poiché la sua attualità è identica alla possibilità di essere tutto, Dio è un infinito che si finitizza; COINCIDENTIA OPPOSITORUM: all'infinito i limiti scompaiono e i contrari coincidono, soprattutto in Dio, di fronte al quale il massimo e il minimo s'annullano nella totale infinità; DOCTA IGNORANTIA: Dio è al di sopra delle nostre capacità conoscitive e la conosc. di dio è D.I.; l'uomo è un microcosmo, partecipe dell'infinito colla sua soggettività; x comprendere il mondo si deve abbandonare la logica tradizionale e giungere con gli studi matematici alla visione dell'infinito (nuova logica).

2)Marsilio Ficino: nella sua dottrina s'armonizzano i motivi classici & cristiani; la religione è concepita come naturale, preesistente a tutte le altre; Cristiani possono considerarsi colore ch'accettarono il principio d'immortalità dell'anima, la trascendenza e la provvidenzialità di Dio (come Platone & Plotino); l'uomo è un microcosmo centro del mondo, creato da Dio che l'ha posto intermediario tra sé e le creature inferiori, può forgiare il proprio destino e abbassarsi o elevarsi; è quasi un artefice libero e sovrano.

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