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Il romanzo fu scritto da Luigi Pirandello nel 1904, in un momento di precaria situazione economica e uscì precisamente tra l'aprile e il giugno del 1904 sulla rivista e nel 1910 a Milano in volume.
Una delle novità presentate dall'opera pirandelliana è proprio quella del narratore, un narratore in prima persona che racconta da sé i fatti di cui è stato protagonista e testimone.
Narratore che a sua volta si scinde in due differenti personaggi: Mattia Pascal e Adriano Meis. Riesce molto difficile immedesimarsi nel racconto di Mattia-Adriano, nonostante egli sia ormai completamente estraneo alla vicenda narrata, resta pur sempre la sua una visione estremamente soggettiva e limitata della realtà. L'ordine cronologico è regressivo, cioé lo scrittore ricorda fatti avvenuti in precedenza e va a ritroso nel tempo, salvo tornare al presente alla fine del racconto.
L'avventura di Mattia-Adriano si svolge principalmente a Miragno, paesino della Liguria vicino a Genova, e a Roma, dove egli affitta una stanza; il protagonista compie inoltre un lungo viaggio che lo porta a visitare Torino, Milano, Venezia, Firenze e poi Colonia, ecc.
Nonostante il gran numero di luoghi citati, l'autore non si sofferma mai a descriverli, lasciando che sia il lettore a immaginarli. Evidentemente per Pirandello gli scenari dove le sue marionette agiscono passano in secondo piano, né egli se ne serve per caratterizzare i personaggi, come invece fa la maggior parte degli scrittori.
Per quanto riguarda il tempo mancano del tutto riferimenti cronologici precisi ed espliciti; si può però dedurre, dalle notizie che Mattia legge su un giornale, che la vicenda si svolga tra la fine del secolo scorso e i primissimi anni del nostro. Ecco due tratti in cui si riesce a dedurre il periodo storico in cui è ambientato il romanzo:
<<Lessi che l'imperatore di Germania aveva ricevuto a Potsdam, a mezzodì, l'ambasciata marocchina, e che al ricevimento aveva assistito il segretario di Stato, barone di Richtofen>>;
<<Anche lo zar e la zarina di Russia avevano ricevuto a Peterhof una speciale missione tibetana che aveva presentato alle LL. MM. i doni del Lama>>.
Come per i luoghi, Pirandello non ha intenzione di esplicitare il tempo in cui si svolgono i fatti, perché questa vicenda può accadere in qualsiasi epoca e paese. Come lo stesso autore ribadisce in una nota alla fine del libro, anni dopo la stesura de Il fu Mattia Pascal un uomo, che era stato rinchiuso in carcere, quando fu liberato scoprì che per legge egli era morto, riconosciuto erroneamente nel cadavere di un suicida, e nel frattempo sua moglie si era risposata.
Abbiamo già anticipato che il personaggio principale del romanzo è Mattia Pascal anche se sono presenti molti altri personaggi di minor importanza.
In questo libro ci sono circa trenta personaggi, ciascuno diverso dagli altri, ciascuno rispecchiante un modello diverso di vita; molti compaiono solo per una pagina, ma restano ugualmente negli occhi del lettore, perché sono descritti in un modo davvero originale e, il più delle volte, intervengono per ravvivare il racconto con battute di spirito e scene tragicomiche. Con i suoi personaggi Pirandello intende rappresentare una piccola parte dell'umanità, quella più rappresentativa. Per quanto Mattia Pascal egli si sente oppresso e schiacciato dalla vita che ogni giorno lo mette a dura prova, e l'unica cosa che desidera è quella di trovare una via di fuga che gli permetta di essere di nuovo libero. Detto, fatto: il destino decide di dargli questa opportunità e lo rende completamente indipendente, gli offre del denaro così che non si debba preoccupare del pane e del letto, lo libera da ogni legame con il suo passato, gli permette di far quel che vuole senza dover rendere conto a nessuno, unica controindicazione: per tutti egli non esiste più, non ha più passato e non può avere un futuro. Alla fine vivrà sulla propria pelle le conseguenze della sua scelta. Mattia è un tipico personaggio della letteratura dell'inizio del novecento: egli è un personaggio moderno, e per questo egli è un personaggio complesso, diviso, sdoppiato: in lui coesistono diversi uomini con diverse personalità che non riescono a trovare un punto d'armonia tra loro. E' un uomo debole, che commette inconsapevolmente diversi errori di valutazione ma i suoi errori, sono indispensabili e necessari nel suo processo di maturazione: Mattia infatti cresce, e il corso del romanzo descrive appunto la sua sempre più grande autocoscienza. Un altro personaggio del romanzo è Adriana: il vero amore di Mattia. Egli è timida, gentile, educata, riservata, tenera come il pane ma allo stesso tempo dura come la roccia regge da sola le sorti di un'intera famiglia, e si oppone accanitamente alle sue nozze forzate: lo stesso Mattia la chiama la 'mammina di casa'. E' un personaggio quindi, del tutto positivo, anche se, purtroppo, destinato ad una sorte infelice, di sofferenza, che deve, e sa, affrontare senza l'aiuto ed il sostegno di alcuno, ma unicamente con la propria forza e la propria fede. Adriana riesce a sopportare nel silenzio il suo dolore, e nel silenzio vive la sua storia d'amore con Adriano. La loro relazione è infatti fatta di sguardi, dolci allusioni, comprensione e solidarietà, è una relazione perfetta "tra anime". Adriana trova nel suo compagno un alleato ed un difensore contro le bassezze del cognato, Papiano, un alleato che però non potrà sostenerla a lungo e che presto fuggirà un'impossibile storia d'amore con lei per non renderla ancora più infelice. Tra i personaggi con una certa importanza nel libro c'è anche Paleari. Egli è il personaggio più singolare dell'intera vicenda, cui Pirandello affida tuttavia un ruolo importantissimo. La sua presenza all'interno del romanzo non è molto influente per quanto riguarda lo svolgersi dei fatti della narrazione, egli contribuisce solo con "l'avvenimento" della seduta spiritica, ma per quanto riguarda la riflessione filosofica del romanzo stesso. Per mezzo di lui, infatti, parla spesso Pirandello per porre considerazioni, insinuare dubbi, ed esporre teorie sulla vita e sull'uomo, al suo protagonista Mattia ed al lettore. Il Paleari, convinto seguace di Epicuro, è all'apparenza un personaggio quasi comico, con il suo ciabattare per la casa, i suoi continui strampalati discorsi sulla morte e certe noiose conversazioni che impone a Mattia, ma con le sue parole egli espone molte delle considerazioni filosofiche dell'autore stesso, come la teoria del "lanternino" come sentimento della vita, o le osservazioni che egli fa relativamente allo "strappo nel cielo di carta" del teatro delle marionette ed altre ancora.
Lo stile di questo libro è libero da ogni vincolo e ogni preconcetto. Pirandello conduce la storia con un lessico colloquiale, arrivando al contatto diretto col lettore e creando in ogni periodo attesa per ciò che segue. Il suo stile rende una storia che già di per sé interessante ancora più stimolante per il lettore infatti accanto ai semplici fatti raccontati ci sono le battute di spirito, le riflessioni filosofiche e le caratterizzazioni di numerosi personaggi. Quest'ora ci permette di poter interpretare i personaggi pirandelliani: tutti potrebbero immedesimarsi in Mattia, perché non si sa mai che cosa la vita ci prospetterà, e l'abilità dell'autore sta proprio nell'eliminare ogni barriera tra Mattia e il lettore, facendone un unico personaggio.
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