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Scheda libro: "SIDDHARTA" di Herman Hesse
Siddharta: figlio di un Brahmino (sacerdote di Brahma), viene considerato un saggio nonostante sia ancora molto giovane. La sua sete di sapere lo porta a compiere numerosi viaggi e cambiamenti che lo separeranno dalle persone amate.
Giovinda: è il migliore amico di Siddharta e si conoscono dalla nascita. Prova per l'amico una profonda stima e sogna di poter restare sempre al suo fianco.
Brahmini: casta sociale a cui appartengono Siddharta e Giovinda. Sono i sacerdoti di Brahma, dedicano la loro vita a fare riti sacrificali e ritengono di essere gli unici intermediari fra Dio e l'uomo.
Samana: gruppo per il quale Siddharta abbandona la famiglia. Sopravvivono mendicando e passano la loro vita a meditare.
Gotama: viene soprannominato "il Buddha" (l'illuminato). Si dice che egli sia riuscito ad arrestare il Samsara (ciclo della reincarnazione) e che abbia raggiunto il Nirvana (stato in cui si annienta la legge della trasmigrazione dissolvendosi nell'anima dell'universo).
Vasudeva: è il barcaiolo che traghetta sull'altra sponda del fiume Siddharta dopo che ha abbandonato i Samana. Si rincontrano dopo molti anni e Siddharta passa con lui la vecchiaia, in questo periodo impara ad "ascoltare il fiume".
Kamala: insegna a Siddharta l'arte dell'amore e lo inizia alla vita agiata e all'ozio.
In seguito ha un figlio da lui.
Kamaswami: è il mercante che offre lavoro a Siddharta, con il quale egli riesce ad ottenere le tre cose che Kamala gli ha chiesto.
La storia si svolge in India. Parte dal villaggio di Siddharta e Giovinda , poi passa tra le montagne, arriva in città e si conclude poi sulle sponde del fiume.
Il romanzo è ambientato nel sesto secolo a.C.
Siddharta è un Brahmino, fin da piccolo è considerato un genio per la sua grande intelligenza e intraprendenza. Egli ha un amico inseparabile, Giovinda, il quale prova una profonda ammirazione per il saggio compagno d'infanzia. Siddharta non si ferma all'apparenza, ma cerca la strada per poter reprimere il suo Io e sa che per riuscire in questo proposito deve fare molte nuove esperienze; decide così di abbandonare il villaggio per diventare un Samana. Con suo grande stupore Giovinda gli confida che lo seguirà ovunque e rallegrato da questa notizia va ad informare il padre della sua decisione. L'uomo inizialmente si infuria, ma poi è costretto ad arrendersi alla tenacia del figlio. Nel periodo che i due giovani trascorrono presso i Samana imparano molte cose, ma Siddharta non si ritiene soddisfatto: la sua sete di sapere è incontenibile; sente la necessità di un cambiamento. L'occasione giusta giunge con l'arrivo di Gotama, soprannominato "il Buddha", del quale si dice abbia raggiunto l'illuminazione. Siddharta e Giovinda partono alla sua ricerca, dopo un lungo pellegrinaggio riescono a raggiungere il bosco dove lui diffonde la sua parola. Siddharta lo nota fra le centinaia di tonache gialle: a distinguerlo è la pace che esprime con ogni gesto. Siddharta è molto interessato alla dottrina del "perfetto", ma capisce che nessuna dottrina può donargli il segreto dell'illuminazione, invece Giovinda è letteralmente rapito dagli insegnamenti del "sublime"; decide così di separarsi da Siddharta per seguire la sua nuova strada. Siddharta, prima di partire ha l'opportunità di scambiare qualche parola con Gotama, il quale riesce nuovamente ad affascinare il giovane Brahmino. Il ragazzo ha intenzione di andare in città, ma il fiume gli intralcia il cammino. Giunge un barcaiolo che gli offre il suo aiuto; Siddharta risponde che non ha niente per ripagarlo, ma l'uomo profetizza che come il fiume tutto ritorna e che anche lui un giorno ritornerà. Alle porte della città incontra una stupenda cortigiana di nome Kamala, la quale gli dice che per averla egli deve trovare del denaro, ripulirsi e portare vestiti da gran signore. Il ragazzo le chiede dove trovare tutto questo, ma la donna risponde che saper aspettare, pensare e digiunare non gli basterà. Siddharta ha però la capacità di leggere e comporre versi, che gli faranno guadagnare un bacio da Kamala, ma anche un lavoro presso un mercante di nome Kamaswami. Grazie a lui si arricchisce, riesce ad ottenere le cose che Kamala gli ha chiesto e a diventare suo allievo nell'arte dell'amore. Gli anni passano in fretta e Siddharta ha sperperato un sacco di denaro e tempo, perdendosi nel vizio. Intanto Kamala si accorge di aspettare un figlio da Siddharta.Un giorno fugge via e nella corsa si ritrova al fiume dove anni prima ha incontrato il barcaiolo. In quel momento medita la morte, ma a salvarlo è la parola che esprime la perfezione: il sacro Om. Al suo risveglio si trova di fronte un seguace di Gotama nel quale riconosce Giovinda, ma l'amico non lo riesce a riconoscere a causa dei bei vestiti e dei segni del tempo. Il monaco ha vegliato per salvaguardare il sonno dell'uomo che si è addormentato in una zona piena di serpenti velenosi. Siddharta si fa riconoscere e Giovinda, stupito, manifesta tutta la sua gioia e la sua perplessità per la ricchezza degli abiti di Siddharta. Le loro strade si dividono nuovamente, ma sono destinate a riunirsi. Siddharta trova nuovamente ospitalità dal generoso barcaiolo, Vasudeva, che anni prima gli ha dato ospitalità. Decide di restare con lui, nei lunghi anni che seguono Siddharta ha modo di imparare ad ascoltare il fiume e si rende conto che il suo più grosso errore è stato proprio quello di cercare, perché chi cerca è concentrato su un obbiettivo e non vede il mondo che lo circonda, è necessario lasciare che le cose ti vengano incontro senza forzature. In quel momento tutto fu chiaro, tutto fu illuminato.
Vasudeva a quel punto va all'interno della foresta per non tornare più, dal momento che il suo compito è finalmente concluso. La morte di Gotama è ormai prossima e i fedeli accorrono per assistere "il Buddha". Fra di loro c'è Kamala che, dopo essere diventata una seguace di Gotama, muore morsa da un serpente e lascia il loro figlio alle cure del padre. Purtroppo il figlio è viziato e rifiuta l'amore del padre. Un giorno il bambino scappa per tornare a casa sua, Siddharta lo insegue, ma rinuncia a riportarlo al fiume e se ne torna a casa. Intanto si sparge la voce che al fiume ci sia un nuovo "Buddha", giungono molte persone curiose di conoscerlo e fra di loro c'è Giovinda. Subito non capisce di trovarsi faccia a faccia col suo amico d'infanzia, ma si rende conto di essere al cospetto di un altro "illuminato". Quando poi scopre che si tratta di Siddharta, Giovinda vede nel volto del vecchio tutte le reincarnazioni da lui passate prima di fermare il Samsara, prima di raggiungere la perfezione.
Herman Hesse scrive "Siddharta" non per passare per filosofo, ma nella speranza che sia arte. I suoi personaggi sono sempre individui alla ricerca di se stessi. Allo stesso tempo però il suo romanzo insegna ad affrontare la vita su un piano più spirituale e di non perdersi nel materiale e nel consumismo.
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