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ANALISI DI UN ROMANZO - Il Cavaliere inesistente di Italo Calvino




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ANALISI DI UN ROMANZO

Il Cavaliere inesistente

di Italo Calvino


LA STORIA

Fabula e Intreccio


Il romanzo è presentato attraverso un flashback e solo verso la fine del libro il tempo della storia e quello del racconto coincidono quando suor Teodora rivela di essere Bradamante.


  1. A Parigi, Carlo Magno stava passando in rassegna alle sue truppe fino a quando arriva da Agilulfo e quando gli chiese di sollevare la celata dell'elmo si accorse che dentro non c'era nessuno.
  2. All'accampamento Agilulfo non mangiava, non beveva, non dormiva e tutto questo non lo faceva perché non ne aveva bisogno.essendo un uomo che non c'è! Di notte mentre gli altri dormivano lui passeggiava e quella sera incontrò Rambaldo che voleva vendicare suo padre, che era stato ucciso in guerra dall'Argalif Isoarre.
  3. Il giorno dopo i cavalieri s'incamminarono verso gli infedeli, fino a che non sentirono degli strani versi, emessi da un certo Gurdulù, un pazzo in cerca della sua personalità, che a volte credeva di essere un animale o un oggetto. Il Re colpito da quest'individuo l'assegnò ad Agilulfo come suo scudiero.
  4. La mattina dopo, mentre tutti i cavalieri si stavano preparando per andare in guerra, Rambaldo aveva un solo scopo: uccidere l'Argalif Isoarre. Dopo averlo cercato a lungo lo sconfigge e si sente così forte da ucciderne altri cento e così ne segue uno cadendo in un'imboscata. Rambaldo non sapeva dove guardare perché erano due contro uno finché non arrivò un cavaliere a soccorrerlo, solo dopo scopre che è una donna..Bradamante.
  5. Rambaldo era perdutamente perso d'amore per Bradamante, ma si accorse presto che il suo amore non era corrisposto, infatti, lei era innamorata d'Agilulfo, così Rambaldo segue gli altri cavalieri e incontra Torrismondo, un giovane guerriero convito che la guerra per la santa fede fosse inutile e che solo i cavalieri del San Gral si sarebbero salvati.
  6. Agilulfo anche se non mangiava, partecipò lo stesso al banchetto imperiale assieme agl'altri paladini, questi ultimi si vantavano delle loro gesta che tante volte erano false e Agilulfo li correggeva sempre assicurando che lui aveva le prove. A quel punto Torrismondo disse che Agilulfo aveva una piccola macchia poiché la donna che aveva salvato da due briganti non era vergine come lui sosteneva, ma in realtà era Sofronia, sua madre, che lo aveva dato alla luce vent'anni fa, ancora tredicenne, e temendo le ire dei genitori era scappata nei boschi. Agilulfo non lo accettò e partì subito per provare la verità, Torrismondo dal canto suo non poteva più essere un cavaliere perché non era di stirpe nobile e così anch'egli partì per trovare i cavalieri dell'ordine del San Gral e farsi riconoscere come figlio in generale.

Per facilitare la comprensione divido il viaggio d'Agilulfo e quello di Torrismondo.


7. Durante il viaggio Agilulfo incontra Priscilla, una dama che s'innamora di lui e con la quale trascorre una notte bellissima. Poi approda finalmente in Inghilterra, dove risiede il convento di Sofronia: purtroppo però il convento era stato distrutto da un gruppo di pirati, che avevano deportato le monache in Marocco come schiave. Allora Agilulfo s'imbarca per il Marocco. Giunto in Marocco chiese notizie ad un gruppo di pescatori di perle e scoprono che Sofronia era stata destinata in sposa al sultano: giunto all'interno della stanza in cui alloggiava Sofronia, la prese e fuggì con lei inseguito dalle guardie saracene.

8. Torrismondo, invece, cavalcando per foreste e boschi, raggiunse la terra di Curvaldia, dove apprese che i cavalieri dell'ordine del San Gral erano nella foresta. Finalmente li incontrò, ma purtroppo non vollero riconoscerlo loro figlio. I cavalieri gli promisero però di rimanere con loro e di entrare a far parte dell'ordine. Per molti giorni si concentrò, pensando solamente alla natura e alla fede. Ma quando giunse il giorno della riscossione dei tributi e i cavalieri si accanirono senza motivo sui contadini che non avevano nulla da dare a loro, Torrismondo si schierò dalla parte dei contadini. Lasciò allora i cavalieri e fuggì a cavallo. Scorse una grotta e si recò al suo interno per riflettere. Proprio lì si nascondeva Sofronia con la quale s'intrattenne piacevolmente. Ma ecco che all'improvviso giunse Carlo Magno e i due furono scoperti. Scoprendo dunque che Sofronia non era vergine, Agilulfo vide svanire il suo titolo di paladino, nonché la sua personalità. Rambaldo cercò Agilulfo ma al suo posto trovò solo la sua armatura.

9. Sofronia quindi non era la madre di Torrismondo ma la sorellastra, così loro due si sposarono e divennero conti di Curvaldia.

Rambaldo continua a cercare Bradamante e la trovò nel convento e così scapparono insieme. Si scopre così che Bradamante era suor Teodora.



FABULA

INTRECCIO

STRUTTURA DI BASE DEL TESTO


ESPOSIZIONE: i paladini sono di fronte a Carlo Magno

ESORDIO: quando Carlo Magno arriva da Agilulfo e gli chiese di aprire l'elmo si scopre che dentro non c'era nessuno.

PERIPEZIA: Agilulfo cerca Sofronia per provare che lui aveva salvato una ragazza vergine e si meritava di essere un cavaliere.

SPANNUNG il momento di massima attenzione è quando Agilulfo e Torrismondo litigano durante la cena e partono per il viaggio, anche quando suor Teodora rivela d'essere Bradamante.

SCIOGLIMETO: alla fine Agilulfo si dissolve.


RITMO NARRATIVO


In questo romanzo le sequenze principali sono quelle riflessive, quelle narrative e descrittive. Quelle dialogate sono in minoranza.


I PERSONAGGI


Gerarchia dei personaggi


Il personaggio principale è Agilulfo Emo Bertrandino dei Guildiverni e degli Altri di Corbentraz e Sura, Cavaliere di Selimpia Citeriore e Fez, e i personaggi minori sono il novizio Rambaldo di Rossiglione, Bradamante, Torrismondo, Sofronia, Gurdulù, Carlo Magno.



Ruoli e funzioni


PROTAGONISTA: Agilulfo.

OGGETTO: Agilulfo cerca Sofronia.

AIUTANTE: Rambaldo

ANTAGONISTA: l'antagonista non è presente in questo racconto anche se per certi versi può riconoscersi in Torrismondo, poiché egli è la causa di gravi conflitti interiori d'Agilulfo e della sua scomparsa.


In questo romanzo non c'è la presenza di nessun antagonista, oggetto magico.



Presentazione dei personaggi


I personaggi vengono presentati dal narratore in modo indiretto, cioè che si realizzano nel corso della vicenda attraverso dialoghi, azioni, riflessioni.


Caratterizzazione dei personaggi


AGILULFO, IL CAVALIERE INESISTENTE:

Agilulfo, un valoroso cavaliere di Carlo Magno, sempre pronto a combattere "per la santa causa", cioè per cristianizzare il mondo attraverso le Crociate. Indossa una lucida armatura bianca, è incline alla perfezione e alla nobiltà d'animo, sempre pronto a risanare i torti, pieno di spirito e razionalità che però ha un unico difetto: non esiste. Ha una voce metallica, è molto freddo, pignolo e abbastanza impaziente e dice sempre la verità poiché non riesce a dire il falso. Agilulfo rappresenta il traguardo irraggiungibile per l'uomo che vuole e deve misurarsi e competere l'uno contro l'altro, proprio perché simbolo di perfezione e virtù, Agilulfo non potrà mai esistere se non nella fantasia umana o nelle leggende di paladini, per questa ragione sotto l'armatura non c'è alcun cavaliere, si avverte la sua presenza ma lui non esiste e non esisterà mai. È l'ideale e l'obiettivo d'ogni combattente diventare come lui, ma è il tipico sogno che rimarrà sogno e basta perché nessuno è perfetto.


RAMBALDO:

Rambaldo è un giovane inesperto andato in guerra per vendicare il padre ucciso. Ammira Agilulfo per la sua perfezione e spesso, forse per i caratteri opposti, cerca in lui aiuto quando è in difficoltà. È inoltre un giovane passionale, infatti, si innamora di un cavaliere donna; alla fine del romanzo indossa l'armatura bianca lasciatagli da Agilulfo che, naturalmente, si sporca e si graffia subito, poiché indossata da un normale cavaliere.


BRADAMANTE:

Bradamante è un cavaliere donna, innamorata della perfezione, quindi d'Agilulfo; anche se non sembra è molto disordinata e poco fine. Dopo la scomparsa d'Agilulfo, si rinchiude in un convento, si fa monaca e passa le sue giornate a scrivere un romanzo nel quale racconta l'avventura di un cavaliere inesistente. Ma all'arrivo di Rambaldo al convento, si svela e scappa con lui.




TORRISMONDO:

Torrismondo è un cavaliere che mette in discussione l'onore d'Agilulfo dicendo che la presunta vergine, cioè Sofronia, salvata dal cavaliere sarebbe in realtà la madre di Torrismondo. Questo giovane ragazzo sembra essere un cavaliere fiero e impassibile, ma quando incontra Sofronia, che, in realtà non è la madre ma bensì la sorellastra, si innamora perdutamente.


SOFRONIA:

Sofronia è la ragazza vergine che era stata salvata da Agilulfo, e grazie alla quale era diventato cavaliere. E' la sorellastra di Torrismondo, anche se è stata come una madre per lui.


GURDULÙ:

Gurdulù è lo scudiero pazzo d'Agilulfo, leale e fedele verso il proprio padrone, ragiona molto d'istinto e vede le cose da un punto di vista diverso dal resto delle persone lasciando a volte l'impressione che sia un malato incurabile eppure nasconde sotto la sua maschera di demenza una forma strana di lucidità e intelligenza che lo fanno apparire ambiguo e molto strano.


CARLO MAGNO:

è il Re, ma viene rappresentato come un vecchietto un po' pazzo, svogliato e sempre pronto a divertirsi.






SPAZIO


I luoghi


Le vicende prendono vita in Francia, tra le sue montagne e le sue foreste, in Marocco e nelle coste africane sino ad arrivare in Gran Bretagna.


TEMPO


Collocazione cronologica


Il periodo non è indicato, ma siccome la storia è ambientata ai tempi di Carlo Magno e le vicende parlano di cavalieri e paladini, possiamo dedurre che la storia si svolge nel medioevo.



Arco cronologico


TS: è la durata reale degli avvenimenti cioè tutte le vicissitudini che compie Agilulfo, nel testo sembra che durino quattro o cinque giorni anche se nella realtà ci avrebbe messo più tempo con tutti quei viaggi, anche uno o due mesi, poiché all'epoca non c'erano i mezzi d'oggi.

TR: è in quanto tempo il narratore racconta ciò che accade.


NARRATORE


Ci sono due punti di vista: uno è quello del narratore ESTERNO, quell'altro è del narratore INTERNO. Il primo punto di vista è quello di Suor Teodora che racconta le vicende e che quindi si esprime in 3° persona: qui il narratore è esterno. Il secondo è quello di Suor Teodora che si rivolge al lettore, facendo delle riflessioni sullo scrivere, e che quindi si esprime in 1° persona: qui il narratore è interno. Secondo me la focalizzazione è variabile perché suor Teodora a volte conosce già ciò che accade quindi la focalizzazione è ZERO altre volte si sofferma a riflettere e la focalizzazione diventa ESTERNA.














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