La peste
Lucrezio - De rerum natura (II-I secolo a.c.)
Tucidide - La guerra del Peloponneso (V
secolo a.c.)
De rerum natura è
un testo formato da 6 libri scritti in versi. Lucrezio era un seguace
dell'epicureismo: la felicità si può raggiungere solo tramite le conoscenza. La
peste non è descritta in modo oggettivo, ma molto letterario. Dá molta enfasi
alla peste e la fruizione del testo non è immediata (si avvale di paragoni,
metafore, .). Non vi erano mai state a memoria d'uomo pesti così tragiche: le persone,
senza conoscenze mediche, si amputavano gli arti credendo di poter prevenire la
malattia. L'igiene era nulla e gli uccelli che mangiavano i cadaveri o i
moncherini concorrevano a diffondere piú rapidamente l'epidemia. L'idea
dell'allontanamento dall'epidemia è ripresa anche da Boccaccio e Poe. I riti
della sepoltura cadono in disuso: i cadaveri sono ammucchiati e viene dato
fuoco alla massa. La peste non distrugge solo l'uomo ma anche la cultura. A
contatto con la peste si distruggono corpo e anima.
Tucidide descrisse la peste scoppiata durante la Guerra del
Peloponneso (peste del Norico): ribadisce che la medicina era impotente di
fronte all'epidemia e che gli stessi medici ne morivano. Il testo è molto piú
rigoroso, scientifico e tecnico di Lucrezio. La peste del Norico entrò ad Atene
dal Pireo e proveniva dall'Egitto; lo stesso Tucidide ne fu contagiato.
Riprende il concetto che la peste attaccasse prima gli organi piú esterni, poi
la bocca e infine gli organi piú interni. I malati si gettavano nei pozzi per
calmare il prurito: ecco un altro veicolo di contagio. L'igiene era nulla e per
questo la malattia era assai forte. L'abbandono dei riti funebri è evidenziato
anche in Tucidide e alla perdita della cultura si affiancò la perdita della
legge. La peste ad Atene durò circa un anno.
Allan Poe focalizza
l'attenzione sul tentativo di isolarti e allontanarsi dalla "morte rossa". Il
principe Prospero vorrebbe negare l'esistenza della peste e si barrica in un
castello con amici e cortigiani. Il racconto ha un forte significato simbolico:
è il tentativo dell'uomo di isolarsi dal male del mondo.