NOVELLA DEGLI SCACCHI
L'autore di questo libro è Stefan Zweig, lo scrisse
nel 1941, pochi mesi prima di suicidarsi. E' una novella incentrata sugli
scacchi, dove personaggi e vicende sono introdotte nella storia, come in una
giostra il cui perno è il gioco, tanto che il racconto termina nel momento in
cui viene effettuata l'ultima partita. È un libro molto interessante, in quanto
l'autore ha saputo trattare e unire in un'unica trama i diversi significati di
questo gioco. Viene rappresentato come
segno d'intelligenza, per connotare situazioni e personaggi; come situazione
complessa, a carattere strategico, indicando un problema, un enigma; risulta
anche un conflitto, una contrapposizione di forze ma anche una vera e propria
ossessione. Gli scacchi infatti possono portare all'autodistruzione, ma non per
fattori sociali, esterni dall'individuo - come per il gioco d'azzardo - ma per
l'intensità interiore della partecipazione della propria personalità nel gioco
stesso. Questo rischio di autodistruzione è stato utilizzato da Beckett e ha avuto influenza anche in altri
campi, come ad esempio Marcel Duchamp, che utilizza l'approdo scacchistico per
rappresentare il destino dell'arte. Come infatti egli nelle sue opere lascia
indizi, giocando anche con le parole, così Zweig compie lo stesso gesto,in attesa
del clamoroso scacco finale. La vicenda si ambienta su una nave, dove è
presente il più grande scacchista mondiale, Czentovic. Un gruppo di amici
decide di sfidarlo; naturalmente il gioco è a favore del campione, che
nonostante tutto verrà messo in difficoltà da uno strano personaggio che si
unirà al gruppo solo successivamente. Si può dire che è a questo punto che
inizia il libro, quando si confrontano il rozzo, ignorante ma forte campione
indifferente a tutto, contro il colto, raffinato ma debole dottore travolto
dalla tragedia del mondo. Perché quella che ha vissuto è una vera e propria
tragedia, da cui è stato salvato proprio dal gioco degli scacchi, più
precisamente da un manuale degli scacchi. Durante il periodo nazista, il
protagonista filo-ebreo, per essere costretto alla confessione viene rinchiuso
per un tempo interminabile in una stanza in cui vi è solo un letto, non ha
strumenti da toccare, non può fare nulla, solo pensare. la peggiore delle
torture, in quanto, sebbene non agisca sotto il profilo fisico, è
traumatizzante sotto il profilo psicologico, dove l'unica fine possibile
risulta la pazzia. La salvezza? Un libro trovato per caso durante uno dei tanti
interrogatori. Non un libro qualunque che sarebbe stato solo un sollievo
momentaneo ma un manuale di scacchi, Imparare le mosse, seguire i loro
movimenti su una scacchiera immaginaria, giocare mentalmente con il suo stesso
io, ha fatto in modo che la mente rimanesse sempre allenata. Le infinte mosse
possibili lo hanno accompagnato durante il periodo di prigionia, fino a
diventare qualcosa di assillante, che da una parte l'hanno salvato, dall'altra
non gli hanno più permesso di distinguere il filo sottile che separa la realtà
dalla simulazione di gioco. Il giocare poi davanti ad un vero avversario sarà
per lui sconvolgente, tanto da obbligarlo ad abbandonare, seppure in netto
vantaggio, una partita imposta per scommessa contro il più grande giocatore.
Non bisogna quindi sottovalutare gli effetti del gioco che può diventare anche
pericoloso quando si verificano gravi scompensi, soprattutto a livello
psicologico. In questo caso il gioco non è più visto come un divertimento, ma
diventa una vera e propria ossessione. Pensiamo al gioco d'azzardo o alle
slot-machine. Quante persone giocando innocuamente finiscono per diventare
dipendenti di questi giochi, in cui perdere significa continuare a giocare per rimediare. Il gioco d'azzardo
può diventare per alcune persone una vera e propria patologia,
curabile solo attraverso un'adeguata psicoterapia,
che le spinge a giocare per vivere l'emozione del rischio, tanto più forte
quanto più alta è la posta. Anche se queste persone sanno perfettamente come
funziona il mondo del gioco d'azzardo, continuano a giocare senza fermarsi, che
stiano vincendo o perdendo. Molto spesso si dice che chi è malato di gioco
d'azzardo in realtà non gioca per vincere, ma per perdere. Il gioco poi diventa
molto più interessante, quanto più la posta è alta. Questo è ciò che accade nel
libro " La variante di Luneburg", dove attraverso una semplice scacchiera si
decidono le sorti di migliaia di persone.