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Fin dai tempi più antichi, il gioco è stato un elemento importante.
L'attività ludica nasce dal bisogno di
divertirsi, di stare insieme, di sperimentare le possibilità del proprio corpo,
di cimentarsi con gli altri e di riconoscersi in un gruppo. La parola gioco
deriva dal latino IOCUS, secondo alcuni detto per DIOCUS (come giorno per
diorno), dalla radice DIU = giocare, esser lieto, scherzare. Probabilmente
deriva anche da una radice JAK = gettare, scagliare con il senso primitivo di
beffa, scherzo. Si può affermare che è una gara sottoposta a regole, nella
quale opera a volte
Si ricorda la presenza del gioco dei dadi nella mitologia di molte civiltà. Il mondo stesso è pensato come una partita di dadi; le stagioni sono ideate come sei uomini che giocano con dadi d'oro e d'argento.
Il concetto è ripreso anche nella mitologia germanica; dopo che il mondo fu ordinato, infatti, gli dei si riunirono per una partita di dadi. Il mondo, quindi, scaturisce da un semplice gioco e il vincitore impone il proprio ordine all'universo che nasce.
Forse l'accostamento tra gioco e mondo può a prima vista sembrare una provocazione, tuttavia su una qualunque enciclopedia alla voce "gioco" si può trovare la descrizione del "gioco del cielo e dell'inferno": i bambini, una volta disegnata un'elica a forma di spirale sul suolo, saltellano su un piede spingendo al centro un sassolino; un chiaro esempio di imitazione del corso del sole. Questo mi ricorda il comunissimo gioco del "mondo", a cui tutti noi abbiamo giocato, dove lo scopo è saltellare nelle caselle senza toccare le linee divisorie.
Anche la palla porta con sé un'antica tradizione di riproduzione del corso del cielo. I giochi con la palla rivestono un significato simbolico perché la palla è sempre associata alla sfera del sole che attraversa il cielo. Persino Omero parla del gioco; nell' Odissea descrive un rituale con la palla in forma di danza alla corte del re dei Feaci.
Mente, nell'usanza ecclesiastica si considerava la palla come il simbolo di Cristo.
Presso i Maya, il gioco della palla si ricollegava al racconto mitico della lotta tra le divinità terrestri e solari. Il gioco era associato al culto del sole; il campo da gioco rappresentava la terra, la palla simboleggiava il sole, pertanto, il giocatore che lasciava cadere la palla doveva essere sacrificato, poiché il suo errore impediva al sole di risorgere. Furono persino costruiti sui limiti nord e sud del campo due templi, dedicati al Sole e alla Luna.
Nella civiltà degli antichi Egizi ritroviamo tracce di un utilizzo non bellico dello scherma. Sono state scoperte alcune iscrizioni, risalenti al 1190 a.C. , ritrovate presso il tempio di Madinet-Habu (Luxor - Egitto) che descrivono un torneo di scherma organizzato dal faraone Ramses III per festeggiare la vittoria sui Libici. Non dimentichiamo, poi, i primi giochi olimpici del 776 a.C., Le Olimpiadi avevano un'importanza religiosa, in quanto si svolgevano in onore di Zeus, del quale una enorme statua si trovava ad Olimpia. I vincitori delle gare erano ammirati e immortalati in poemi e statue. I Giochi si tenevano ogni quattro anni e il periodo tra le due celebrazioni divenne noto come "Olimpiade". Per tutta la durata dei giochi venivano sospese le guerre in tutta la Grecia.
Il Gioco però, non fu sempre considerato come il miglior modo per divertirsi, nel Medioevo infatti, assunse una connotazione negativa, quando la Chiesa considerò il gioco come attività demoniaca, che distoglieva l'attenzione del credente da Dio e dalla preghiera.
Nel periodo dell'Umanesimo, dalla fine del XIV, vengono, poi, recuperate le tradizioni ludiche del mondo classico greco e latino.
E' soprattutto tra il Quattrocento e Cinquecento che il gioco raggiunge un'importanza straordinaria per la società, nel Rinascimento giocare diventa trendy. L'uomo è il nuovo centro dell'universo e con lui tutte le attività creative: le arti, la storiografia, la scienza, l'esplorazione, la cartografia, la botanica e la magia. Tra i più grandi artisti troviamo Leonardo Da Vinci, che, tra l'altro, disseminò i suoi codici di rebus, e Michelangelo Buonarroti, che invece inventava enigmi.
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