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Il gioco di regole




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IL GIOCO DI REGOLE



Generalmente il gioco di regole viene utilizzato per quelle attività regolamentate che possiedono delle regole esplicite.

I giochi di gruppo, pur essendo un settore limitato del gioco in generale, sono molto interessanti per i bambini, soprattutto per quelli della fascia di età quattro otto anni, periodo in cui cominciano a definirsi i concetti di regola, di accettazione del ruolo, di funzioni diversificate nel giocare.

Si è visto che il gioco di regole offre infinite possibilità per quanto riguarda educazione motoria, sul piano relazionale e  affettivo, soprattutto se utilizzato con coerenza e continuità.


Il gioco non ha bisogno di grandi giustificazioni teoriche, l'attività ludica da sempre fa parte della vita dell'uomo, nasce dal bisogno di divertirsi, di stare insieme, di sperimentare le possibilità del proprio corpo, di cimentarsi con gli altri e di riconoscersi in un gruppo.

Il gioco rappresenta uno dei mezzi più importanti che il bambino utilizza per la conoscenza del mondo e della propria realtà interna.


Nei giochi spontanei e in quelli simbolici, gli elementi psicologici prendono spesso il sopravvento e le esperienze vissute a casa o a scuola trovano un loro concreto spazio di rielaborazione.

Nell'ambito della programmazione educativa e didattica, anche il gioco dovrebbe trovare una sua giusta collocazione, ad esempio i giochi di canto, di movimento, al chiuso.., così da costruire un itinerario sempre più articolato e coinvolgente.

Soprattutto per i bambini più piccoli, sono molto importanti e hanno molta presa  su di loro certi giochi che evocano principi, cavalli, re, ma anche personaggi che ormai fanno parte di un mondo passato, come il mugnaio, la lavanderia ecc.


Tutto questo per i più piccoli rappresenta il mondo magico, l'irreale, quell'elemento che sta dietro alle fiabe, un mondo incantato rievocato non solo dalla breve filastrocca, ma anche dai movimenti richiesti che si snodano come in un rituale.

Dal punto di vista cognitivo, attraverso il gioco, i bambini acquisiscono il concetto dell'esistenze di una sequenza temporale, (prima si fa il cerchio, poi  ci si ferma, poi si canta..); che esiste uno spazio organizzato da rispettare ( la fila, il cerchio.); che ci sono delle regole, senza le quali il gioco stesso non può esistere.


Alcuni punti di riferimento per i giochi di regole:


i punti di riferimento che stanno alla base dei giochi con regole sono legati allo sviluppo degli aspetti più importanti dei giochi:

  • Il movimento; camminare, saltare, correre, scivolare.., sono importanti per scoprire il proprio corpo,
  • La percezione; tenersi con la mano, riconoscere un segnale uditivo, visivo., riconoscere gli oggetti e gli spazi ad occhi chiusi, sono attività utili per imparare a riconoscere l'ambiente in cui viviamo e a sviluppare la nostra percezione sensoriale;
  • Le relazioni socio - affettive; rispettare le regole, aspettare il proprio turno, accettare il proprio ruolo, accettare i compagni e i loro ruoli, fondamentali per costruire le relazioni con le persone che ci circondano,
  • Il ritmo e la musica; apprendere le melodie dei giochi cantati, percepire il ritmo attraverso il movimento corporeo, adeguare il movimento al ritmo, sono utili per imparare a coordinare quei movimenti a volte eccessivamente sgraziati e scoordinati tra loro,
  • Il tempo e lo spazio; la percezione della sequenza temporale entro lo spazio di movimento, la previsione delle distanze in rapporto al tempo necessario per percorrere determinati spazi,
  • Le regole; assumere un ruolo, riconoscere le regole, inventarne di altre, scegliere le strategie, sono aspetti fondamentali per una buona riuscita, in particolare, dei giochi di gruppo
  • Il linguaggio; sviluppare il linguaggio mimico- gestuale, usare segnali., sono queste capacità importanti anche per eventuali giochi teatrali e di ruolo.



Alcuni aspetti metodologici


Affinché un gioco possa essere apprezzato e gustato, occorre proporlo nella maniera più appropriata.

Prima di tutto va tenuto conto dell'età a cui ci si rivolge e quindi occorre che il gioco sia adeguato alle possibilità motorie e percettive del gruppo. Bisogna tener presente il numero dei partecipanti, non troppi per non  creare tempi di partecipazione e di attesa troppo lunghi, ne troppo pochi per non impoverire troppo il gioco stesso.

Infine non bisogna dimenticare di creare la giusta atmosfera, in particolare per la presentazione, senza esporre al gruppo un interminabile e noioso elenco di regole, ma anzi stimolando e sollecitando per l'evento che sta per iniziare, magari anche con un po' di suspence.

Nella presentazione è di fondamentale importanza che l'adulto abbia giocato in precedenza al gioco che sta proponendo e che a sua volta lo abbia trovato divertente e coinvolgente; questo è il primo presupposto che può condizionare la partecipazione dei bambini ed il loro divertimento, loro sono i primi a capire se l'adulto non si sente coinvolto e divertito da ciò che sta proponendo.

La presenza dell'adulto risulta essere fondamentale per l'organizzazione e la riuscita del gioco, questo fino al momento in cui il gruppo non dimostra di essere autonomo e autosufficiente nell'organizzazione e nella conduzione.

In un secondo momento il ruolo dell'adulto può diventare quello di osservatore dei comportamenti infantili che si rivelano attraverso il gioco, più che in qualsiasi altra attività; queste osservazioni ci danno una buona indicazione delle relazioni sociali, degli scambi verbali, dello sviluppo dei linguaggi non verbali, della capacità di organizzazione, di riflessione sulle regole, di progettazione, di elaborazione di strategie che si sviluppano all'interno del gruppo.

Tramite il gioco possiamo farci un quadro completo di un bambino sia come individuo sia nelle sue relazioni con il gruppo, inoltre l'adulto può cogliere eventuali spunti di lavoro da sviluppare in altri momenti.





Un curricolo per la continuità educativa dai quattro agli otto anni,  parte II, cap. II, a cura di C. Pontecorvo, ed. La

Nuova Italia, 1989, Firenze

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