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Es e Super-io: l'equilibrio mentale
"Non è tanto facile suonare lo strumento della mente"
Nelle trattazioni precedenti si è parlato di Follia collegata alla Genialità, come una sorta di incentivo per la creazione artistica. È bene però fare chiarezza su cosa si intende per Follia dal punto di vista scientifico.
Follia deriva dal latino 'folle' che significa mantice, otre, recipiente vuoto e rimanda all'idea di una testa piena di aria.
Il termine 'pazzia' ha origini incerte: ricorda il termine latino, "patior", soffro, ma è riconducibile anche a "pathos" e "patheia" (pronuncia pathia), dal greco.
Spesso i due termini vengono utilizzati come sinonimo, ma essi differiscono sia per etimologia che per il significato attribuitogli attualmente: la follia viene identificata come una mancanza di adattamento che il malato mostra nei confronti dell'ambiente, mentre la pazzia è sinonimo di demenza, ovvero di una perdita dell'intelligenza, causata dalla morte delle cellule della corteccia celebrale. È opportuno specificare inoltre che il termine 'follia' non viene adoperato nel linguaggio scientifico. Si usa dunque l'espressione malattia mentale o psicosi, dal greco psichè, "anima" con il suffisso -osi che indica malattia. È il termine clinico per definire le varie forme di follia e comporta la perdita del senso della realtà e di sé. Lo stato psicotico può durare poche ore o anni , ripresentarsi ciclicamente o sparire senza tracce. Nella maggior parte dei casi si origina da un trauma che minaccia in modo particolarmente grave l'esistenza dell'individuo e la sua capacità di decifrare la realtà.
Ad occuparsi dei tarli della mente è la psicoanalisi, introdotta dallo psicoanalista tedesco Sigmund Freud (1856 - 1939), il quale effettuò ricerche in particolare sull'inconscio, sull'attività onirica ed il suo legame con la vita quotidiana e sulla sessualità infantile.
Freud sviluppò una nuova teoria topografica che rielabora interamente tutto partendo dal concetto di apparato mentale ed introducendo non più apparato diviso in conscio/inconscio, bensì in sistema inconscio/sistema preconscio/sistema conscio.
In questo sistema l'Es è la parte istintiva e dunque priva di organizzazione del nostro cervello, una forza impersonale e caotica, matrice originaria della psiche. Essa non distingue il bene dal male, ma obbedisce solamente al piacere, ignorando le leggi logiche e seguendo quelle della libido.
L'Io è la sede dei meccanismi del pensiero e dell'esperienza cosciente, quella parte che deve fare i conti con le esigenze dell'Es ,del Super-Io e del mondo esterno, equilibrando le pressioni subite.
Il Super Io è la "coscienza morale". È la parte che istilla nella mente proibizioni e tabù nei primi anni di vita dell'individuo.
In base a queste teorie, una personalità risulta equilibrata quando le tre parti si integrano e si completano senza che una parte prevalga eccessivamente sulle altre. La follia dunque potrebbe essere definita e come una sovrapposizione della parte istintuale (Es) su quella razionale (Io). Il prevalere di una parte sull'altra infatti porta ad un comportamento irrazionale, socialmente proibito (perversioni) se prevale l'Es, o attivando la rimozione come sistema di difesa qualora prevalesse il Super - Io.
I rapporti tra l'Io ed i suoi padroni determina il criterio di discriminazione tra normalità e nevrosi. Nel caso di un mancato equilibrio si va in contro a psicosi come la depressione (squilibrio dell'umore ed incapacità di programmare il futuro, angoscia e perdita del senso dell'esistenza) o la schizofrenia, psicosi caratterizzata dall'isolamento dalla realtà, dalla difficoltà a comunicare e dalla perdita di un'immagine chiara di sé, del proprio corpo, della propria posizione nella comunità, che porta ad allucinazioni e deliri.
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