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IL PECCATO DI GOLA NELLA STORIA
"Ah! Voi lo chiamate il bue muto! Io vi dico , quando questo bue muggirà,
i suoi muggiti si udranno da una all'altra estremità della terra!"
"Alberto Magno"
S. Tommaso d'Aquino
I sette peccati capitali nascono tra la fine degli anni cinquecento dal pensiero di Papa "Gregorio I" chiamato Gregorio Magno, in seguito furono poi ripresi nel XIII sec. dal filosofo e teologo della scuola scolastica (filosofia cristiana medioevale), Tommaso d'Aquino.
Egli nasce nel 1225 da famiglia nobile nel castello di Roccasecca , in provincia di Caserta, al confine tra il regno di Sicilia e il papato.
Inizia i suoi studi presso l'abbazia di Montecassino per poi passare allo studium di Napoli, fondato dall'imperatore Federico II, la prima università nata nell'Italia del meridione.
Tommaso, nel 1244, decide di intraprendere studi domenicani e di trasferirsi a Parigi, ma i familiari, contrari a questa sua scelta, lo fanno rapire prima che lui parta. L'estate dell'anno successivo, lasciato libero dalla famiglia, si reca a Roma e poi a Parigi, dove è inviato dall'ordine dei domenicani per terminare gli studi. Qui conduce vita di convento e di studio, fino a quando, nel 1248, accompagna a Colonia Alberto Magno, suo maestro, incaricato di dirigere il primo studium generale dei domenicani in Germania.
Nel 1252 viene inviato da Alberto a Parigi per studiare come dottore di teologia e vi trascorre ben quattro anni. È qui, in questi anni, che Tommaso compone i suoi primi scritti.
Tommaso riceve il dottorato in teologia e diventa maestro presso una scuola di teologia parigina, dove insegna fino al 1259. Si trasferisce poi in Italia e riceve diversi incarichi presso la corte papale. Nel 1266 è incaricato di aprire uno studium domenicano a Roma e di impartire i primi elementi di teologia ai giovani ancora ignoranti di filosofia e di teologia. In questo periodo produce numerosi scritti e commenta diverse opere d'autori tra i quali compare anche il grande Aristotele. Questa enorme mole di lavoro lo porta nel dicembre del 1273, ad un crollo fisico e spirituale, da allora finisce di scrivere e di dettare testi, pronunciando la sua frase più conosciuta: ' tutto ciò che ho scritto è come paglia per me'.
Forse con essa intendeva riferirsi alla rivelazione che aveva avuto negli ultimi tempi, di fronte alla quale ogni suo scritto sembrava perdere importanza.
Sin dalla giovinezza il silenzio era stato una prerogativa della personalità di Tommaso; ai suoi confratelli era apparso come un 'bue muto' e sul suo essere assorto in meditazione e contemplazione erano fioriti aneddoti.
Nel gennaio 1274 fu chiamato
a risolvere una disputa che si era aperta tra
Dopo la morte gli vengono attribuiti diversi meriti nella teologia della filosofia cristiana medioevale che sono presenti anche nell'epoca odierna.
Sarà canonizzato 49 anni dopo la morte dal papa Giovanni XXII, nel 1323.
Le spoglie di Tommaso d'Aquino sono conservate nel convento dei Giacobini a Tolosa.
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