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IL DISAGIO ALIMENTARE DELL'ANZIANO
L'anziano è una persona di età compresa tra i 60 e i 75 anni, mentre un vecchio è di età superiore ai 75 anni. I primi sintomi di invecchiamento sono un rallentamento del metabolismo basale, della funzionalità renale, epatica e digestiva, già a 45-50 anni. Nell'anziano le modificazioni fisiologiche, ormonali e metaboliche agiscono sugli organi e sui tessuti. La senescenza, che dipende dalla maggiore o minore attività del soggetto, produce una progressiva diminuzione di cellule nobili, attive, con un conseguente aumento di cellule rimpiazzate da tessuti adiposi. La diminuzione della massa cellulare attiva si manifesta a carico di tutti gli organi addominali, ma soprattutto a carico del tubo digerente. Talvolta il peso resta costante anche se c'è un cambiamento di tessuti nell'organismo: meno massa muscolare, maggiore accumulo di adipe causato da una dieta squilibrata associata a scarsa attività fisica e lavorativa. Ad attività fisica identica un uomo di 60 anni non ha alcun motivo di avere una razione inferiore a quella di un uomo di 40 anni, tuttavia la riduzione della massa muscolare e l'atrofia dei visceri fa sì che l'attività fisica sia abitualmente ridotta, per cui gli apporti calorici sono ridotti del 5% da 40 a 49 anni, del 10% da 50 a 69 anni, del 15% oltre i 70 anni. Arrivati a 80 anni il metabolismo basale è diminuito del 20/30% rispetto all'adulto e anche il fabbisogno calorico deve ridursi del 20/30%, scendendo a 1800-2100 calorie al dì. Al di là degli 85 anni, i soggetti sono sovente inattivi: i bisogni sono allora realmente ridotti e sempre inferiori alle 1800 calorie. Il vero problema è di mantenere il peso corporeo stabile, secondo l'età, il sesso e l'eventuale dispendio di energia per l'attività fisica.
Per molti anziani alimentarsi può essere un problema socio-economico e talvolta psicologico, determinato dalle abitudini alimentari e dai gusti del passato. Influenzano inoltre l'alimentazione le abitudini della famiglia, l'ambiente e la religione, oltre che lo stato di salute. L'anziano viene anche condizionato dalle sue opinioni sulla nutrizione e da esperienze personali di tolleranza e intolleranza. Gli studi fatti dimostro che gli anziani hanno pregiudizi nei confronti del cibo: si pensa che le carni siano pericolose per i reni e per la pressione, il sale nocivo per il cuore, i grassi producano l'arteriosclerosi, il latte procuri disturbi digestivi, le verdure gonfino l'addome, che i legumi siano indigesti. E' difficile correggere errori presenti nella loro dieta, perché sono sicuri delle loro convinzioni che possono determinare un comportamento sbagliato e creare una dieta monotona, squilibrata e carenziale. Inoltre una alimentazione restrittiva, selettiva e spesso quasi monocibo, senza sale, poco condita, estremamente cotta, è un fattore di inappetenza che aggrava il deficit alimentare. Il problema maggiore è il rischio da carenze alimentari: calcio, che induce osteomalacia, cioè una diminuita consistenza delle ossa per sostituzione del tessuto osseo calcificato con tessuto poco mineralizzato; ferro, che porta anemia, malattia del sangue provocata della diminuzione dei globuli rossi e dell'emoglobina. Questi problemi possono creare dimagrimento, anoressia e astenia (eccessivo dimagrimento).
La dieta viene inoltre condizionata da:
scarse risorse economiche, carovita, forti problemi sociali, perché inducono l'anziano a comprare alimenti con prezzi modici (con valori biologici bassi, più verdura meno carne). La dieta dell'anziano necessita di cibi leggeri, facili da digerire che portino all'organismo tutti i nutrienti e gli elementi necessari, con un giusto valore energetico;
intolleranza digestiva, che porta ad eliminare dalla dieta alimenti utili determinando errori alimentari talvolta gravi;
un altro elemento è la dentatura scarsa, o assente, che provoca un rifiuto verso i cibi integri e una preferenza per quelli centrifugati, tritati o macinati.
Altre regole importanti che l'anziano deve seguire sono: orario dei pasti regolari; cucina semplice e leggera, poco elaborata, facile nella digestione; pasti piccoli e frazionati.
Per fornire una razione alimentare sobria a un anziano non occorre molto denaro: l'importante è che il cibo venga preparato con attenzione, secondo il gusto, le possibilità di assimilazione e le esigenze nutritive dell'individuo.
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