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La terziarizzazione
La banca, oggi, non funge solo da intermediaria tra coloro che offrono capitali e coloro che lo richiedono, ma è diventata una vera e propria impresa che opera nel settore del credito e dei regolamenti monetari, e alla funzione di intermediazione affianca la prestazione di numerosi servizi. Queste prestazioni di servizi sono oggi così ampie e articolate per cui la banca appare come una vera e propria impresa di servizi. La crescita di questi servizi, e dell'attività terziaria in particolare, ha oggi un notevole significato sociale ed economico e quindi non è più sufficiente basarsi sull'equazione sviluppo = industrializzazione per definire lo sviluppo di una nazione. In particolare, per i paesi industrializzati è possibile utilizzare il dato dell'occupazione nel settore terziario come indicatore dello sviluppo economico e sociale. Negli ultimi decenni tutti i paesi hanno avuto un incremento percentuale degli occupanti nel settore terziario, sempre accompagnato da una diminuzione degli occupanti nel settore agricolo. L'aumento è stato tanto più forte quanto più rapido è stato il tasso di sviluppo economico dei vari paesi. Più in particolare, tutti i paesi ad economia avanzata hanno avuto nell'ultimo ventennio un forte incremento in termini percentuali degli addetti nel settore terziario, che in alcuni casi occupa fino al 70% della popolazione attiva. Ciò ha portato a definire l'attuale fase di sviluppo economico - sociale di questi paesi come terziarizzazione dell'economia. Questo non significa che da una fase industriale basata sulla produzione materiale si stia passando a una fase basata unicamente sul terziario. La produzione industriale non si è ridotta, è solo mutata l'organizzazione del processo produttivo, con la crescente automazione delle fabbriche e il decentramento di alcune fasi della produzione in paesi in via di sviluppo. Di conseguenza, nei paesi e nelle regioni più sviluppate è aumentata in proporzione la quota del lavoro terziario dedicato all'industria, cioè sono aumentate le attività di progettazione, di ricerca, di telecomunicazioni ecc.;le fasi produttive e distributive richiedono, inoltre, sempre più attività di tipo finanziario, gestionale, di formazione, di pubblicità, ecc. Non siamo quindi di fronte a un processo di deindustrializzazione, ma di forte crescita delle quote di lavoro terziario in funzione della produzione industriale e agricola. Nelle società postindustriali la terziarizzazione non investe solo i servizi per le imprese, ma anche il campo dei servizi destinati alla popolazione. Per questi tipi di servizi, dopo un primo periodo di espansione quantitativa, si è passati a una fase di differenziazione anche qualitativa, dovuta non solo alla crescita complessiva del reddito delle famiglie, ma anche a un aumento del tempo libero e alla crescente importanza che la popolazione attribuisce alla salubrità dell'ambiente e alla qualità della vita. Per i paesi sottosviluppati il significato dei dati sugli occupati nel terziario è diverso. In essi infatti tale settore raccoglie forza lavoro che, espulsa dal settore agricolo e non occupata nel debole settore industriale, pratica lavori a scarsissima produttività. Il dato risulta perciò gonfiato: non indica cioè un reale sviluppo, ma al contrario un ristagno economico, una situazione di sottoccupazione e di scarsa produttività del lavoro.
Qualcosa del genere può accadere però anche nei paesi sviluppati quando la crescita degli occupati nel settore dipende in misura eccessiva dalla crescita del terziario tradizionale: nel commercio al dettaglio in Italia, per esempio, l'eccessivo numero di negozi rende il settore commerciale poco produttivo rispetto a molti paesi sviluppati. Possiamo ora approntare una prima suddivisione dei servizi tenendo conto della funzione prevalente svolta da ogni ramo del settore nel processo produttivo e nella società. Oltre ai già citati servizi per le imprese e servizi per la popolazione, che possono essere suddivisi in servizi per la collettività e per le famiglie, abbiamo anche le attività quaternarie.
I servizi per le famiglie (intese come consumatori) sono destinati al consumo finale. Questo tipo di servizio si localizza sul territorio in funzione della distribuzione della popolazione e del suo livello di reddito. Si concentra quindi nei luoghi più densamente popolati e dove la possibilità di spesa è maggiore. Fanno eccezione a questo schema i servizi delle aree turistiche che spesso sono localizzati, soprattutto nei paesi sviluppati, in posizione periferica rispetto alle grandi aree urbane. Tra i servizi per le famiglie il più importante dal punto di vista occupazionale è il commercio al minuto, che arriva spesso a occupare il 10% della popolazione attiva totale.
Nei paesi sviluppati, le tendenze recenti allo sviluppo dei servizi rivolti al consumo sono di due tipi. Alcuni servizi seguono i processi di concentrazione delle imprese e automazione del lavoro. Un tipico esempio è la sostituzione del piccolo commercio poco specializzato da parte della grande distribuzione (ipermercati).
Dal punto di vista localizzativi, lo sviluppo della grande distribuzione porta a privilegiare le aree suburbane e quelle extraurbane facilmente raggiungibili, rispetto alle localizzazioni nei centri storici delle città. La seconda tendenza riguarda il commercio di beni voluttuari, i servizi per la persona, lo svago, il tempo libero, ecc. Trattandosi di servizi specializzati e altamente sensibili ai mutamenti della moda, la loro offerta non è facilmente concentrabile né standardizzabile e il settore è caratterizzato quindi da un alto numero di occupati e dal frazionamento in piccole unità aziendali. Queste attività, localizzate tradizionalmente nelle parti più centrali della città, si vanno ora diffondendo anche in aree extraurbane, contribuendo al processo di urbanizzazione delle campagne. Nei paesi del Terzo Mondo, come si è già detto, prevale un terziario gonfiato, a causa della bassissima produttività del lavoro. La rete dei servizi ha fatto comunque discreti progressi negli ultimi decenni, specie nelle capitali e nelle grandi città portuali. Nelle regioni rurali la rete commerciale risulta però ancora molto primitiva, spesso caratterizzata ancora dal baratto.
I servizi per la collettività (o di uso collettivo) sono suddivisibili in infrastrutture sociali (Pubblica Amministrazione, giustizia, difesa,ecc.) e
Infrastrutture di trasporto e comunicazione. I servizi per la collettività sono un importante indicatore dello sviluppo economico di un paese: trasporti pubblici e servizi scolastici e sanitari di buon livello, garantendo lo spostamento e la riproduzione di forza lavoro qualificata, sono un prerequisito fondamentale della crescita di tutto il sistema. La localizzazione dei servizi per la collettività dipende in larga misura dalla distribuzione della popolazione ma può anche dipendere dalle politiche di sviluppo regionale. La costruzione di strade, ferrovie, università in regioni sottosviluppate può essere infatti un incentivo a una condizione di base per lo sviluppo futuro.
I servizi per le imprese possono essere suddivisi in tradizionali e innovativi. Questi servizi non sono rivolti al consumo finale, ma alle fasi precedenti del processo produttivo.Sono tradizionali quelli che provvedono alla semplice sopravvivenza dell'impresa, coma la tenuta della contabilità, i trasporti, la distribuzione all'ingrosso, ecc. Sono invece innovativi quei servizi che operano come fattori o condizioni di sviluppo dell'impresa, come i servizi di ricerca e di sviluppo e le ricerche di mercato. Un ruolo particolarmente importante per lo sviluppo di alcuni servizi per le imprese, ha avuto il cambiamento dell'organizzazione del lavoro. Infatti molte attività non direttamente produttive sono state affidate ad imprese esterne specializzate, sia per servizi di facile erogazione (pulizia, mensa), sia per servizi avanzati, come la consulenza in campo informatico, pubblicitario, ecc. Dal punto di vista territoriale i servizi per le imprese tendono a seguire la distribuzione delle imprese clienti e, quindi, si localizzano nei centri urbani economicamente più sviluppati, dove sono già presenti molte attività.
Le attività quaternarie sono formate dalle attività di comando, decisione, pianificazione e controllo a livello politico, sociale, economico e culturale. Le funzioni direzionali non vanno confuse con quelle di servizio delle amministrazioni, così come la direzione centrale delle banche, dove si operano le scelte di politica finanziaria, non va confusa con gli uffici bancari che mettono in atto queste scelte. Queste attività si concentrano in pochissime grandi metropoli, su scala sia nazionale sia internazionale. Quando una città concentra numerose attività quaternarie de importanza mondiale, assume il carattere de centro decisionale internazionale come Londra, Tokyo, New York.
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