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Scheda di catalogazione di un opera d'arte




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Michelangelo


AUTORE Pittore, scultore, architetto, poeta Caprese 1475-Roma 1564 Espresse nella
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Scheda di catalogazione di un opera d'arte


TIPO DI SCHEDA: OA


PROVINCIA E COMUNE: FI-FIRENZE 


LUOGO DI COLLOCAZIONE: Galleria dell'Accademia


NOTE SPECIFICHE: Tribuna della Galleria


PROVENIENZA: Piazza della Signoria, ingresso di Palazzo Vecchio


OGGETTO: Scultura raff.: David


EPOCA: Prima metà del sec. XVI (datato 1502-4)


AUTORE: MICHELANGELO BUONARROTI (Caprese, 1475 - Firenze, 1564)


MATERIA: Marmo di Carrara


MISURE: Altezza tot. 5,17 m    Basamento 1,07 m Statua 4,10 m


ACQUISIZIONE: Qui trasferita per motivi conservativi, 1872


STATO DI CONSERVAZIONE: Buono


CONDIZIONE GIURIDICA: Proprietà dell'Accademia delle Belle Arti di Firenze


ALIENAZIONI: nessuna alienazione pervenuta


ESPORTAZIONI: nessuna esportazione pervenuta


FOTOGRAFIE: n.p.


RADIOGRAFIE: n.p.


DESCRIZIONE:

La figura nuda del David si erge su un basamento marmoreo di forma irregolare. La posizione del corpo, come da tradizione classica, è chiastica: il braccio sinistro è piegato verso la spalla, sulla quale il David poggia la fionda e corrisponde alla gamba destra in tensione, sorretta dal puntello, sulla quale esso poggia l'intero peso del corpo. Il braccio destro è rilassato nonostante la tensione della mano che regge il sasso. La gamba sinistra, rilassata, sporge leggermente verso l'esterno, poggiando il piede sul limite estremo del basamento; il tallone è sollevato ad indicare che si sta preparando al movimento. La testa è volta verso sinistra e il viso mostra un'espressione corrucciata a sottolineare la tensione che precede la battaglia.

Michelangelo, infatti, coglie David nel momento che precede la lotta con Golia. Sono evidenti nelle membra e nelle vene a fior di pelle la tensione e la concentrazione che precedono l'azione. La mano destra sproporzionata e i muscoli delle gambe sono espedienti per sottolineare la tensione fisica che corrisponde a quella psicologica. È evidente il riferimento al Doriforo di Policleto, rappresentato mentre si prepara alla gara.


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NOTIZIE STORICO-CRITICHE:

Invece di essere collocata in uno dei contrafforti esterni posti nella zona absidale della cattedrale di Santa Maria del Fiore, sua destinazione originaria, la statua fu sistemata nel cuore della città, in Piazza della Signoria, proprio davanti a Palazzo Vecchio, sede del governo. L'eroe biblico che aveva combattuto per la libertà venne eletto dai fiorentini, simbolo della nuova repubblica, come emblema dei più alti valori civici della società rinascimentale.

È la prima statua nuda del periodo rinascimentale, rappresentazione visiva della potenza umana. Sappiamo che all'opera Michelangelo lavorò ininterrottamente per due anni. L'eroe è nudo, perché non ha nulla da nascondere, vuole mostrare la sua virtù, la sua integrità morale. L'impianto è classico: il movimento chiastico procede dal basso verso l'alto, dalle gambe levigate passando per il busto possente, fino ad arrivare alla testa, sede del pensiero e della ragione. Da notare che la scultura è caratterizzata da forme perfettamente chiuse e regolari.

Il blocco di marmo era stato precedentemente sbozzato da Agostino di Duccio nel 1464 e da Antonio Rossellino nel 1476 ma entrambi gli artisti abbandonarono la scultura giudicando il marmo troppo fragile non potendo sostenere il peso solo sulla zona delle gambe, la cui apertura era stata scavata. In quella fase era già previsto che l'eroe fosse nudo e che la testa di Golia non venisse rappresentata.

Il marmo infine presentava una grande quantità di venature dette taròli che Michelangelo provvide a stuccare e ricoprire con malta di calce restituendo alla superficie la sua levigatezza.

A scultura già ultimata il Gonfaloniere di Giustizia Pier Soderini decise di collocarla in Piazza della Signoria trasferendo il valore simbolico del David da un contesto religioso ad uno civile.

Il 25 gennaio 1504 una commissione di illustri artisti fiorentini, Andrea della Robbia, Piero di Cosimo, Pietro Vannucci, Leonardo da Vinci, Sandro Botticelli e Cosimo Rosselli decise di collocarla sul sagrato di Palazzo Vecchio piuttosto che nella Loggia dei Lanzi dove avrebbe avuto problemi di visibilità, esponendola però al degrado causato dagli agenti atmosferici.

Durante il tragitto, un gruppo di giovani fedeli alla fazione filo-medicea, estromessa dal potere, aggredì la statua prendendola a sassate, in quanto simbolo riconosciuto del governo repubblicano.

Michelangelo la rifinì sul posto dipingendo in oro il tronco d'albero dietro la gamba destra e aggiungendo delle ghirlande di ottone con foglie in rame dorato che cingevano la testa e la cinghia della fionda. Nel 1512 una saetta colpì il basamento accentuando la fragilità del marmo che presentava delle crettature, ovvero dei cedimenti all'altezza delle caviglie.

Il 26 Aprile del 1527, durante la seconda cacciata dei Medici da Firenze, ci furono dei tumulti in città: un gruppo di repubblicani asserragliati in Palazzo Vecchio per difendersi dagli oppositori lanciarono dalle finestre pietre, tegole e mobili, che danneggiarono seriamente la statua causando la frantumazione del braccio sinistro in tre pezzi e la scheggiatura della fionda all'altezza della spalla

Nel 1872 viste le condizioni precarie di conservazione fu deciso il trasferimento nella Galleria dell'Accademia di Firenze dove si trova tuttora, in un locale progettato da Emilio de Fabbris, in modo da ricevere la luce dall'alto da un sistema di metrature, mentre in Piazza della Signoria venne collocata una copia nel 1910. Nel 1991 un folle danneggiò la statua con un martello, rompendo l'alluce del piede sinistro prima di venire fermato. Un'altra copia della statua è stata offerta dalla città di Firenze alla città di Gerusalemme nel 2004 per celebrare il 3000 anniversario della conquista della città da parte di David.

Il David di Michelangelo è ben diverso da altre interpretazioni che lo avevano preceduto, come quello di Donatello, dalle forme effeminate interpretabili in senso religioso come l'eroe la cui forza viene da Dio, e quello del Verrocchio, un fanciullo sognante ancora più debole sul piano formale e del significato rispetto al giovane eroe vittorioso di Donatello. Michelangelo, invece, trasmette un'idea di forza assolutamente autosufficiente, espressa nel momento di tensione che precede la battaglia, contrariamente a Donatello e Verrocchio che rappresentano i loro soggetti nel momento successivo e quindi trionfanti su Golia.

RESTAURI:

Nel 1813 il dito medio della mano destra fu ricostruito in seguito ad un danneggiamento.

Nel 1843 lo scultore Lorenzo Bartolini direttore delle 'Regie Fabbriche' incaricò Aristodemo Costoli del restauro che fu eseguito con un metodo drastico di pulitura a base di Acido cloridrico che nel corso degli anni si rivelò nefasto in quanto danneggiò in maniera irreparabile la superficie del marmo.

Il 29 agosto 1846 il fonditore Clemente Papi fece il calco in gesso che doveva servire come base della futura gettatura in bronzo della copia che attualmente si trova in Piazzale Michelangelo.

L'ultimo intervento di restauro, fonte di polemiche sul tipo di pulizia da effettuare è del 2003. Sono state utilizzate nella fase di diagnosi metodi modernissimi, come la scansione al laser dell'intera superficie, al fine di simulare le zone di maggiore esposizione alla pioggia e agli altri agenti atmosferici ed inquinanti. Il David è stato diviso in 68 zone fotografate digitalmente, ognuna delle quali è stata analizzata secondo quattro tipologie di problemi conservativi: difetti del marmo, depositi di materiali in superficie, rotture, residui di lavorazioni precedenti.


BIBLIOGRAFIA: E.BAIRATI , A.FINOCCHI, Arte in Italia, lineamenti di storia e materiali di studio, vol. 2 e 3, Loescher editore, Torino 1984.


P.DE VECCHI, E.CHIARI, Arte nel tempo, vol. 1 e 2, Bompiani editore, 1991 Milano.


Fonti multimediali.









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