Regina nella mostra delle 'rifiutate' dalla Permanente (1959-1960)
A cavallo tra 1959 e 19 0 Regina
è protagonista di una polemica che coinvolge molte artiste mila-
nesi (e milanesi d'adozione); diversi articoli contribuiscono a ricostruire la vicenda, che ha sicura- mente un interesse più documentario
che non critico, ma che comunque merita una breve analisi
perché mostra Regina sotto un punto di vista inedito.
Il primo contributo della serie è un intervento firmato da Emilio Isgr , che sul «Corriere Lombardo»
del 21 febbraio 1959 racconta con toni piuttosto ironici la protesta delle
artiste donne escluse dalla mostra della Permanente
Cinquant anni d'arte a Milano, in cui su 136 artisti è presente solamente
una donna, peraltro scomparsa (Paola Consolo); tra di esse, Regina è descritta come una tra le più attive e combattive nel richiedere maggior rispetto per il proprio lavoro . Riprende
inoltre la questione, ma solo rapidamente, Mia Cinotti , che per prima dà notizia della volontà delle artiste escluse di promuovere una sorta di 'contromostra' «che si intitolerebbe 'Cinquant anni di pittura femminile'», e nel cui probabile comitato organizzativo la Cinotti segnala anche il nome di Regina.
Pochi mesi più tardi, a conclusione di un lavoro che evidentemente non deve essere stato sempli- ce, le stesse artiste si organizzarono per allestire presso la Galleria di Brera la mostra La donna nell'arte contemporanea, la quale - come suggeriscono il titolo e la definizione di esposizione in- ternazionale» - andò ben oltre l'iniziale intento di ripercorrere cinquant anni
di pittura milanese al femminile, e si espanse invece in più direzioni, coinvolgendo ad esempio anche artiste straniere .
Il catalogo è piuttosto laconico: dopo un'introduzione di Michele Serra , le riproduzioni delle opere
- una per ciascuna delle circa cento artiste - sono affiancate da un brevissimo estratto critico, pre- sumibilmente suggerito da loro stesse; nel caso di Regina (che espone sicuramente
Terra-luna - che è riprodotta in catalogo - e probabilmente anche altre opere, poiché una recensione che si ci- terà parla al plurale di «opere di Regina») sono riportate le parole che Edoardo Persico le aveva
dedicato nel 1932116.
Tale mostra, a cui evidentemente non mancava un orizzonte polemico, fece un certo rumore, e la stampa - specie quella femminile, ma non solo - ne diede conto in più occasioni; tuttavia, per quanto riguarda più strettamente
la questione del rapporto di Regina con il Futurismo, si tratta di articoli marginali. «Merci e mercati» si limita a riportare l'elenco delle artiste espositrici (preceduto
da un breve estratto dell'introduzione) , mentre più articolato è l'intervento di Luciana Guerra per
«Maria Chiara», in cui Regina è descritta
come una donna «in capelli candidi e con molte genera-
zioni di artisti registrate nella sua memoria, scultrice sempre instancabilmente sulle prime linee del- l'avanguardia» ; meno dettagliato l'articolo de «L Espresso» a firma di Camilla Cederna, che parla di «oggetto inquietante, in rame, dell'italiana Regina , mentre una buona lettura complessiva è offerta su Eva» da Bianca Nulli, la quale sostiene tra l'altro che «le opere di Regina, e special- mente la scultura Terra luna, mi lascia stupita e pensosa, per quel disperato protendersi verso la realtà infinita del futuro, in un continuo divenire senza ricordi o legami col passato, in una ascesa verso la perfezione, durante la quale l'artista si è sbarazzata di ogni elemento superfluo, in un'umil- tà piena di ricchezza interiore» . Infine, prima di un nuovo contributo
di Isgrò - stavolta per «Il
Gazzettino» - in cui il giornalista riutilizza la massima parte del suo precedente articolo cambiando solo qualche tempo verbale , su «Cocktail» di febbraio è Luigi Servolini (anch'egli come abbia-
mo visto ex-futurista a tracciare una panoramica della mostra, lodando l'iniziativa nonostante
l'assenza di alcune artiste a suo avviso meritevoli di essere rappresentate (specie per quanto ri- guarda l'ambito dell'incisione, di cui come è noto è grande conoscitore ed egli stesso ottimo interprete); per quanto concerne Regina,
si limita solamente ad accennare alla sua «geometria pura».