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I DISEGNI PERIODICI COME PUNTO DI PARTENZA
Escher non considerò mai i propri disegni periodici come opere d'arte compiute ma piuttosto come ".raffinate soluzioni agli esercizi fatti nei primi quaderni "Theorie".". Questi disegni gli suggerivano soprattutto idee per le stampe o per altri lavori; ogni volta che venivano esposti o pubblicati, li descriveva come bozzetti o studi preliminari e generalmente li collegava sempre ad una composizione grafica compiuta.
E' facile distinguere le opere eseguite dopo il 1936 e quelle precedenti, lo stesso Escher nell'introduzione a "Grafiek en Tekeningen" descrive la forte differenza di impulsi che muoveva la sua grafica prima e dopo il 1936:
".Ho scoperto che la padronanza tecnica non era più il mio scopo quando sono stato colto da un desiderio di cui non avevo mai sospettato l'esistenza. [.]
Lo sviluppo di un'immagine grafica avviene ormai in due fasi ben distinte. Il processo ha inizio con la ricerca della forma visiva che interpreti il più nitidamente possibile il filo del mio pensiero [.], ma un'immagine mentale è qualcosa di molto diverso da un'immagine visiva, e per quanti sforzi si facciano, non si riesce mai del tutto a raggiungere la perfezione che tormenta l'anima: una perfezione che possiamo "vedere" con l'occhio interiore. Infine, dopo una lunga serie di tentativi riesco a plasmare il mio bel sogno nella forma visiva imperfetta di un progetto dettagliato.".
Se dopo il 1936 le idee grafiche di Escher sorgevano de una fonte interiore, il seme dal quale poi sarebbero cresciute poteva anche provenire dall'esterno. La famosa opera "Giorno e notte" venne ispirata dallo stemma del cantone svizzero del Vallese che Escher definì come ".perfetto scambio di colori tra stelle bianche e rosse.".
".La maggior parte delle idee che Escher, dopo il 1937, tentò di esprimere nelle sue opere grafiche fa parte dell'osservazione, dell'esperienza e anche del sentimento comuni, eppure è impossibile catturarle appieno con le parole. Sono pensieri e percezioni che nei secoli hanno affascinato i filosofi e coloro che hanno riflettuto sulla poesia, sull'arte, la psicologia, l'ecologia, la chimica, la fisica, la medicina, la matematica. Le stampe rappresentano, e magari sfruttano, l'ambiguità nella quale gli esseri umani si dibattono quando osservano, rappresentano, interpretano e tentano di capire il mondo che li circonda. Come si può comprendere l'infinito? Esiste un confine tra due e tre dimensioni? Quello che vediamo è "reale"? Quali pensieri evoca una forma? La forma sullo sfondo ha una identità propria? Si può capire o sperimentare una cosa senza conoscerne l'opposto?". (estratto di pag. 239 di "Visioni della Simmetria" di D.Schattschneider).
Nel 1965 Escher disse in pubblico:
".Le leggi dei fenomeni che ci circondano - ordine, regolarità, ripetizioni, cicliche e rinascite - hanno assunto per me un'importanza sempre maggiore. La consapevolezza della loro esistenza mi procura pace e conforto; con le stampe, cerco di testimoniare che viviamo in un mondo bello e ordinato e non in un caos senza forma, come sembra talvolta.
I miei soggetti sono spesso anche giocosi: non posso esimermi dallo scherzare con le nostre inconfutabili certezze..".
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