I pioppi di Cezanne
I pioppi
(1879-1882 circa, olio su tela, 65 x 81 cm, Musée d'Orsay), Cézanne si basò più
sulla forza evocativa della linea e della pennellata che sul colore. Nel suo
inventario il mercante di Cézanne, Ambroise Vollard, registrò questa semplice
descrizione del dipinto: 'Paesaggio completamente verde, sipario d'alberi
che occupa circa i tre quarti del quadro; in primo piano una struttura di
mattoni, dalla parte opposta una strada serpeggiante.'. Il quadro è
questo, niente di più. La dominante sensazione di armonia strutturale è dovuta
all'uso della linea. Innanzitutto c'è una rigorosa differenziazione della
composizione che l'artista ottiene variando i gradi di densità della struttura
lineare. I pioppi sulla destra sono concepiti come una parete chiusa, la loro
funzione è compendiata dall'ostruente muro di mattoni che preclude qualsiasi
idea di profondità, mentre, a sinistra, il filare d'alberi gradualmente si
allenta in una curva lasciando spazio all'aria, al cielo, allo spazio. Qui la
minuscola spirale dei meandri della strada riprende l'elegante allentamento
della coerenza. All'interno di questo schema compositivo globale, il
parallelismo dei tronchi degli alberi conferisce alla superficie una struttura
lineare ritmica, che si ritrova nelle uniformi pennellate direzionali del
fogliame. La direzione di queste pennellate, in quanto esito del gesto
pittorico, determina uno schema di deliberata stilizzazione che trascende ogni
divisione del colore. Soltanto al di sopra del muricciolo, là dove la cima
degli alti pioppi è tagliata fuori dalla cornice, le pennellate seguono
l'andamento degli esili tronchi creando uno schermo denso che, al pari del muro
bianco, assorbe il movimento interno della strada sabbiosa. Mediante quest'uso
differenziante della linea il pittore sembra aver voluto creare il massimo
contrasto tra la profondità e la piattezza.