FRIEDRICH: "LA CROCE DELLA
MONTAGNA" - cm 115x110,5 - Dresda, Staatliche Kunstsammlungen Gemaldegalerie
-1808
Lo sviluppo
dell'arte figurativa, in Germania, fu fortemente condizionato dalla
contemporanea produzione letteraria e filosofica romantica. Più volte, infatti,
i pittori tedeschi affrontarono, nei loro dipinti, quegli stessi temi
esistenziali, come la meditazione sul trascorrere degli anni e sulla morte.
Anche Caspar David Friedrich il massimo
esponente dell'arte tedesca del tempo espresse, nelle sue opere, il desiderio
d'infinito e la riflessione sulla vita, attraverso la realizzazione di paesaggi
surreali, nei quali l'artista non cerca di raggiungere una fedele riproduzione
del dato naturalistico, ma piuttosto di esprimere la propria interiorità. Le
sue opere appaiono come la trasposizione figurativa del vagheggiamento del
poeta tedesco Schiller il quale affermava che la
pittura e la poesia di paesaggio avrebbero potuto librarsi all'altezza delle
arti maggiori, come nuove espressioni del sentimento. Una delle opere più
significative è "La croce della montagna" o "Pala di Tetschen".
Essa è convertita dal pittore in pala d'altare per la cappella del Castello di Teschen su richiesta del proprietario. Pur non essendo un
lavoro a carattere devozionale, la sua intensa
religiosità ne consente la collocazione in un luogo di culto. L'estrema
sobrietà di mezzi espressivi conferisce il massimo potere suggestivo
all'immagine. Il dipinto mostra la croce del Calvario issata in controluce
sullo sfondo di un cielo infuocato. Il paesaggio diventa, al pari di Cristo,
protagonista del quadro caricandosi di valenze simboliche: così le conifere
sempre verdi rappresentano la speranza, le rocce la fede del cristiano, mentre
l'alba la nuova era apertasi con la morte del figlio di Dio.
La croce e i
raggi luminosi sono le uniche concessioni fatte da Friedrich
al simbolismo tradizionale; mentre la suggestione mistica è fondata sugli
effetti di luce, ai quali fa riscontro un punto di osservazione sospeso a lieve
altezza dal suolo del tutto rivoluzionario rispetto alla tradizione
settecentesca dei piani digradanti in lontananza.
La struttura
triangolare che contiene l'immagine, l'ampio spazio lasciato dal vuoto, il
senso di solitudine che ne deriva, la luminosità accesa, rendono grandiosa e
monumentale l'opera, ispirata a un sentimento religioso, romantico e
malinconico.