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Il Futurismo: modernolatria contro il passatismo
Il futurismo è un'avanguardia storica di
matrice totalmente italiana. Nato nel 1909, grazie al poeta e scrittore Filippo
Tommaso Marinetti, il futurismo divenne in breve tempo il movimento artistico
di maggior novità nel panorama culturale italiano. Si rivolgeva a tutte le
arti, comprendendo sia poeti che pittori, scultori, musicisti, e così via,
proponendo in sostanza un nuovo atteggiamento nei confronti del concetto stesso
di arte.
Ciò che il futurismo rifiutava era il concetto di un'arte élitaria e decadente,
confinata nei musei e negli spazi della cultura aulica. Proponeva invece un
balzo in avanti, per esplorare il mondo del futuro, fatto di parametri quali la
modernità contro l'antico, la velocità contro la stasi, la violenza contro la
quiete, e così via.
In sostanza il futurismo si connota già al suo nascere come un movimento che ha
due caratteri fondamentali:
Il futurismo ha una data di nascita precisa:
il
In un altro suo scritto, Marinetti disse come doveva essere l'artista futurista:
«Chi pensa e si esprime con originalità, forza, vivacità, entusiasmo,
chiarezza, semplicità, agilità e sintesi. Chi odia i ruderi, i musei, i
cimiteri, le biblioteche, il culturismo, il professoralismo, l'accademismo,
l'imitazione del passato, il purismo, le lungaggini e le meticolosità. Chi
vuole svecchiare, rinvigorire e rallegrare l'arte italiana, liberandola dalle
imitazioni del passato, dal tradizionalismo e dall'accademismo e incoraggiando
tutte le creazioni audaci dei giovani».
Il fenomeno del futurismo ha quindi una spiegazione genetica molto chiara. La
cultura dell'Ottocento era stata troppo condizionata dai modelli storici. Il
passato, specie in Italia, era divenuto un vincolo dal quale sembrava
impossibile affrancarsi. Oltre ciò, la tarda cultura ottocentesca si era anche
caratterizzata per quel decadentismo che proponeva un'arte fatta di estasi
pensose quale fuga dalla realtà nel mondo dei sogni. Contro tutto ciò insorse
il futurismo, cercando un'arte che esprimesse vitalità e ottimismo per costruire
un mondo nuovo basato su una nuova estetica. L'adesione al futurismo coinvolse
molte delle giovani leve di artisti, tra cui numerosi pittori che crearono nel
giro di pochi anni uno stile futurista ben chiaro e preciso. Tra essi, il
maggior protagonista fu Umberto Boccioni al quale si affiancarono Giacomo
Balla, Gino Severini, Luigi Russolo e Carlo Carrà. Il movimento ebbe due fasi,
separate dalla prima guerra mondiale. Lo scoppio della guerra disperse molti
degli artisti protagonisti della prima fase del futurismo. Boccioni morì nel
I manifesti futuristi
Uno dei tratti più tipici del futurismo è
proprio la grande produzione di manifesti. Attraverso questi scritti gli
artisti dichiaravano i propri obiettivi e gli strumenti per ottenerli. Essi
risultano, quindi, molto importanti per la comprensione del futurismo. Da essi
è possibile non solo valutare le intenzioni degli artisti, ma anche in che misura
le intenzioni si sono attuate nella loro produzione reale. Il primo manifesto
sulla pittura futurista risale al
Il gesto, per noi, non sarà più un momento fermato del dinamismo universale:
sarà, decisamente, la sensazione dinamica eternata come tale.
Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido. Una figura non è mai
stabile davanti a noi, ma appare e scompare incessantemente. Per la persistenza
delle immagini nella retina, le cose in movimento si moltiplicano, si
deformano, susseguendosi, come vibrazioni, nello spazio che percorrono.
Così un cavallo da corsa non ha quattro gambe: ne ha venti, e i loro
movimenti sono triangolari.
In questo passo si coglie già uno dei principali fondamenti della pittura
futurista: l'intenzione di rappresentare non degli oggetti statici ma degli oggetti
in continuo movimento. E cercando soprattutto di rappresentarli conservando
l'immagine visiva del loro dinamismo. La sensazione dinamica doveva ricercarsi
moltiplicando le immagini, scomponendole e ricomponendole secondo le direzioni
del loro movimento. Più oltre segue un passo che ci fornisce un altro dei
parametri fondamentali della pittura futurista.
Lo spazio non esiste più; una strada bagnata dalla pioggia e illuminata da
globi elettrici s'inabissa fino al centro della terra. Il Sole dista da noi
migliaia di chilometri; ma la casa che ci sta davanti non ci appare forse
incastronata nel disco solare? [.] Le sedici persone che avete intorno a voi in
un tram che corre sono una, dieci, quattro tre: stanno ferme e si muovo; vanno
e vengono, rimbalzano sulla strada, divorate da una zona di sole, indi tornano
a sedersi, simboli persistenti della vibrazione universale. E, talvolta, sulla
guancia della persona con cui parliamo nella via noi vediamo il cavallo che
passa oltre. I nostri corpi entrano nei divani su cui ci sediamo, e i divani
entrano in noi, così che il tram che passa entra nelle case, le quali alla loro
volta si scaraventano sul tram e con esso si amalgamano.
«I nostri corpi entrano nei divani, e i divani entrano in noi»: la frase
esprime con estrema chiarezza uno dei tratti più tipici del futurismo: la
scelta di intersercare le immagini, arrivando ad una rappresentazione di
sintesi dove tutte le cose si compenetrano tra loro creando un nuovo tipo di
spazialità. Parte del manifesto è ovviamente dedicata allo stile, affermando
che la nuova pittura deve basarsi sulla scomposizione del colore già attuata
dai divisionisti. Ma il divisionismo deve essere solo uno strumento, non un
fine della rappresentazione. La scomposizione dei colori (che loro definiscono
«complementarismo congenito»), non solo deve esaltare la sensazione di
dinamicità, ma deve contribuire a quella nuova spazialità dove è proprio la
luce, insieme al moto, a far compenetrare gli oggetti tra loro. Il manifesto si
conclude con una sintesi finale espressa in quattro punti:
NOI PROCLAMIAMO:
Modernità e velocità
La pittura futurista ha molte analogie con il cubismo e qualche notevole differenza. Il cubismo scomponeva l'oggetto in varie immagini e poi le ricomponeva in una nuova rappresentazione. Il futurismo non intersecava diverse immagini della stessa cosa ma interseca direttamente diverse cose tra loro. Il risultato stilistico a cui si giungeva era, però, molto simile ed affine. Del resto, non bisogna dimenticare che gli artisti futuristi erano ben a conoscenza di ciò che il cubismo faceva in Francia. Non solo perché il futurismo nacque, di fatto, a Parigi con Marinetti, ma anche perché uno di loro, Gino Severini, viveva ed operava nella capitale francese. Ciò che invece distingue principalmente i due movimenti fu soprattutto il diverso valore dato al tempo. Come detto, la dimensione temporale era già stata introdotta nella pittura dal cubismo. Ma si trattava di un tempo lento, fatto di osservazione, riflessione e meditazione. Il futurismo ha invece il culto del tempo veloce. Del dinamismo che agita tutto e deforma l'immagine delle cose. È proprio la velocità il parametro estetico della modernità. Del resto il mito della velocità per il futurismo ha degli impeti quasi religiosi. Disse Marinetti in un suo scritto: «Se pregare vuol dire comunicare con la divinità, correre a grande velocità è una preghiera». Nei quadri futuristi, la velocità si traduceva in linee di forza rette che davano l'idea della scia che lasciava un oggetto che correva a grande velocità. Mentre in altri quadri, soprattutto di Balla, la sensazione dinamica era ricercata come moltiplicazione di immagini messe in sequenza tra loro. Così che le innumerevoli gambe che compaiono su un suo quadro non appartengono a più persone, ma sempre alla stessa bambina vista nell'atto di correre («Bambina che corre sul balcone»).
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