Quadri a confronto. Dora Maar e Elsa Greer

Quadri a confronto. Dora Maar e Elsa Greer

Tra il 1936 e il 1943 si contano almeno venti quadri che hanno come soggetto Dora Maar. Inizialmente viene ritratta come puro oggetto del desiderio della bestia-Picasso, poi l'artista cerca di rappresentare la forza e l'energia dell'amante in ogni suo atteggiamento (seduta, distesa sulla spiaggia.) ed infine la dipinge come una donna triste, che soffre per la rottura della loro relazione.

L'ultima opera in cui Picasso ritrae Dora risale al 1942 e il suo significato è di una disarmante crudeltà.

Nel ritratto dell'ottobre del 1942 Dora non piange più. Le è stato negato anche quest'ultimo diritto. Guarda fisso davanti a sé, tutto il suo essere teso nel tentativo spasmodico di non piangere. Nell'espressione di fissità, di rigido autocontrollo del suo volto, c'è qualcosa di più tragico, di più terribile che nelle sue lacrime. E' come se nello sforzo di soffocare l'espressione del dolore, Dora avesse soffocato in sé la vita. 

In ogni caso, tra tutti i quadri che rappresentano l'amante, il più significativo per vitalità ed energia è "Ritratto di Dora Maar" (1937).

La fotografa qui è raffigurata seduta. Indossa una giacca nera impreziosita da ricami sfarzosi, abbinata a una gonna rossa a quadri. L'eleganza della donna è sottolineata dalla cura che la donna ha di sé e del proprio corpo: le mani, con unghie lunghe e smaltate, giocano con l'orecchino. Il volto è raffigurato di fronte e di profilo, così come gli occhi, il cui sguardo appare vivace per la scelta di colori brillanti.La carnagione luminosa della modella è resa, invece, attraverso tinte di pastello fuse tra loro e illuminate da un giallo canarino e dal rossetto.

Le forme appuntite delle unghie e del gomito, l'abbigliamento ricercato e i colori brillanti mettono in risalto il temperamento forte e indipendente della donna.

Leggendo le descrizioni che Agatha Christie fa del quadro protagonista del suo romanzo - nella versine italiana anche del titolo - si scopre che con molta probabilità esso apparteneva proprio a quell'arte cubista che, nel 1927, aveva raggiunto il suo apogeo culturale

Avrebbe dovuto vedere il quadro che Crale stava dipingendo. Tutto sbilenco! Dipinse la ragazza come se avesse il mal di denti, e gli spalti erano tutti storti. Una porcheria! Non sono riuscito a levarmelo dalla mente per un bel po' di tempo, dopo che l'ho visto: l'ho anche sognato! E ha talmente influenzato la mia vista, che ho cominciato a vedere gli spalti, i muri e tutto il resto storto, sissignore! E perfino le donne!

E che artista era Crale, dopo tutto? È stata la moda che lo ha fatto ammirare per qualche anno. Ma poi non è durata. Perché lui non sapeva neanche disegnare. La sua prospettiva era orribile, la sua anatomia sbagliata. So quello che dico, signor Poirot. Ho studiato disegno, quand'ero ragazza, a Firenze, e chiunque conosca e ami i grandi maestri, troverà ridicoli gli sgorbi del signor Crale. Sono delle pennellate di molti colori sulla tela. Nessuna linea, nessun tratto accurato.

Tuttavia queste sono le opinioni di un sovrintendente di polizia e di una governante, Cecily Williams, ormai già in età avanzata. Quando Poirot in persona si trova davanti il vero "ritratto di Elsa Greer" a casa di Meredith Blake, non può far altro che "trattenere il respiro"

A prima vista, poteva sembrare un manifesto, tanto erano crudi i contrasti. Rappresentava una ragazza con una camicetta giallo canarino e pantaloni blu scuro, seduta su un muro grigio in pieno sole, contro lo sfondo di un mare violentemente azzurro. Proprio il soggetto buono per un cartellone. Ma la prima impressione svaniva: c'era qualcosa di strano.uno straordinario splendore, una chiarezza abbacinante, nella luce. E la ragazza pareva la raffigurazione della vitalità. Tutto c'era, tutto quello che c'è nella vita e nella giovinezza di prepotente e raggiante vivacità. La faccia era viva.e gli occhi.che vita! Che appassionata giovinezza!

Anche se Agatha Christie non ha lasciato alcuna ulteriore precisazione a questo riguardo, è probabile che i due quadri presi in esame fossero simili e in alcuni particolari coincidenti, come la scelta del giallo canarino e la vitalità e l'energia che si voleva rappresentare. L'opera venne ultimata nel 1937 e non è da escludersi che la scrittrice, sfogliando i numerosi giornali presenti nella sua dimora, non abbia scorto per caso la riproduzione di questo dipinto. Ciò che è certo è che guardare il "Ritratto di Dora Maar" suscita nello spettatore le stesse emozioni che provocava quello di Elsa Greer in Poirot.