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CONTRADDIZIONI DELL'ETA' IMPERIALISTICA
L'economia globale satura di razzismo
In un passo importantissimo della Pace Perpetua, Kant ci fa notare che le varie parti della Terra sono complementari le une alle altre; quello che si produce da una parte non può essere prodotto dall'altra ed è necessario lo scambio tra i popoli, perché le economie dei popoli siano complementari.
E' da interpretare (pur lasciando da parte l'ottimismo sempre presente nei discorsi kantiani) come una premessa del fenomeno detto imperialismo.
Le economie nazionali europee durante l'800 sono sempre più in fermento dopo il boom della Rivoluzione Industriale: la Gran Bretagna prima, la Francia e la Germania poi diventarono delle grandissime potenze industriali, capaci di produrre un'enorme quantità di beni (grazie alle innovazioni tecnologiche e all'impiego di una straordinaria quantità di forza lavoro) e di gestire enormi capitali finanziari.
L'imperialismo è diretta conseguenza di ciò: la necessità di evitare un tracollo dell'intero sistema economico-produttivo creatosi negli ultimi decenni portò queste grandi potenze europee a trovare uno sbocco per i capitali in eccesso anche oltre i confini tradizionali, in virtù anche della politica di scambio che era già stata teorizzata dai grandi economisti del '700.
Come fenomeno si può dunque individuarlo nelle motivazioni economiche come pervaso da un senso utilitaristico spregiudicato da parte delle grandi potenze europee nei confronti dei paesi sfruttati, ma che si configura di fatto come un fenomeno globale: il mondo inizia a diventare un grande sistema-mercato regolato dalle leggi di domande e offerta, in cui da una parte vi sono i beni di consumo e dall'altra le materie prime di prestigio; entrambe le parti portano avanti questo "scambio" e mantenendo saldamente rapporti di acquisto e di vendita reciproci.
La differenza col discorso kantiano, sta nel fatto che il fenomeno NON è affatto riflessione di una natura pacifica e spontanea nei rapporti fra gli stati interessati:
le azioni che caratterizzarono l'imperialismo vennero studiate a fondo dagli stati europei, a volte non intervenendo direttamente con la forza, altre volte seguendo un piano di vera e propria conquista militare, colonizzando le nuove terre e mantenendo il potere col feroce uso della forza, devastando l'apparato politico, sociale ed economico delle popolazioni autoctone.
La contraddizione sta inoltre nelle motivazioni ideologiche dell'imperialismo, non inteso certo come rapporto di scambi economici a livello globale ma come fenomeno intriso invece di spregiudicato nazionalismo, ormai già caratterizzato nella seconda metà dell'800 da un'esaltazione spregiudicata dell'uomo bianco europeo nei confronti delle popolazioni extra-europee, in particolar modo dei negri africani: è in questo periodo che si diffusero teorie quali il darwinismo sociale (teorizzato dal filosofo inglese Herbert Spencer, trasfigurazione della dottrina elaborata da Charles Darwin della selezione naturale in senso sociologico) e l'eugenetica (pseudoscienza volta a migliorare i caratteri razziali delle popolazioni secondo criteri analoghi all'evoluzione biologica) che diedero un carattere prevalentemente razzista su basi pseudoscientifiche al nazionalismo, in nome della presunta superiorità biologica (a differenza della superiorità spirituale di cui parlava Fichte) e quindi di un maggiore grado di intelligenza e di civiltà dell'uomo bianco europeo rispetto alle altre popolazioni che abitavano il mondo.
L'imperialismo trovò dunque una giustificazione sia in alcuni retaggi del pensiero romantico sia nella pseudo-scientificità del positivismo e nell'evoluzionismo: in particolare la fusione di questi ultimi due, nel nome di una visione sociologica perfettamente razionale, attirò le simpatie degli intellettuali borghesi di tutta l'Europa, e diede un contributo determinante alla realizzazione del pensiero nazionalista moderno, fortemente colluso con l'idea scientifica di razzismo.
Gli strascichi lasciati in Africa e in Asia durante l'imperialismo non ci misero tanto tempo a farsi sentire: come accadde nei primi anni dell'800 quando Napoleone lasciò i presupposti per la reazione patriottica alle sue conquiste, nel '900 l'imperialismo lascerà un substrato di (ri)sentimenti nazionalitari fortissimi, ancor più avvelenati da decenni di assopimento forzato, che esploderanno in tumulti di enorme violenza quando il processo di decolonizzazione sarà ormai terminato; al tempo stesso, l'imperialismo mise le basi per attuare il contemporaneo fenomeno di crescita e di scambio economico e culturale che oggi prende il nome di globalizzazione.
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